Pnrr. La cooperazione che serve per raggiungere gli obiettivi e superare la “firmite”

Di Piero Vietti
25 Novembre 2023
Via libera dalla Commissione alle modifiche. Un convegno al Senato sui fondi europei in occasione della presentazione del Rapporto annuale della Corte dei Conti europea. Parole d'ordine: semplificazione e tempestività
Governo Meloni Pnrr
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con i ministri Maria Elisabetta Alberti Casellati, Roberto Calderoli, Giancarlo Giorgetti, Nello Musumeci, Eugenia Maria Roccella, Carlo Nordio e Luca Ciriani durante il question time al Senato in cui si è discusso anche degli obiettivi del Pnrr (foto Ansa)

Nelle ore in cui la Commissione europea si avviava a formalizzare il proprio via libera alla revisione del Pnrr fatta dal governo Meloni, in Senato veniva presentato il Rapporto Annuale della Corte dei Conti europea sull’esercizio finanziario 2022. Il convegno, organizzato su iniziativa del deputato di Fdi Antonio Giordano in collaborazione con il Policy Observatory dell’Università Luiss, ha messo a fuoco una delle difficoltà endemiche dell’Italia, e cioè la «difficoltà nella spesa delle risorse Ue per le politiche di coesione», come sottolineato dal Pietro Russo, magistrato membro italiano della Corte dei Conti europea. Giordano ha fatto appello a principio di sussidiarietà, che «non sta trovando ancora il giusto punto di collocazione in Europa», e invece deve essere  il filo conduttore da seguire nell’utilizzo delle risorse europee, per evitare «l’esondazione legislativa dell’Unione».

Semplificazione e tempestività per superare la “firmite”

Spendere tutti i fondi europei, e spenderli bene. Questo il filo conduttore dell’incontro di venerdì mattina in cui sono intervenuti, oltre ai già citati Giordano e Russo, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, la sottosegretaria al ministero dell’Economia e della Finanza Lucia Albano, l’europarlamentare Caterina Chinnici, il segretario generale della Corte dei Conti Franco Massi, il direttore della Struttura di missione Pnrr presso Palazzo Chigi Carlo Alberto Manfredi Selvaggi, il presidente della Commissione Finanze della Camera Marco Osnato, il responsabile fondi Ue del Luiss Policy Observatory Luciano Monti e il direttore del Luiss Policy Observatory Domenico Lombardi, che ha avuto il compito di trarre le conclusioni del convegno.

Due le parole d’ordine: semplificazione e tempestività. Le istituzioni europee, è stato detto, hanno il compito di aiutare gli stati membri ad assorbire i fondi mettendo le amministrazioni al riparo da irregolarità dovute a poca o scorretta informazione: da qui la necessità di semplificare le gare d’appalto e di permettere alle istituzioni di controllo di svolgere un ruolo più operativo.

L’obiettivo è quello di superare la “firmite”, la «paura della firma» di cui ha parlato il ministro Ciriani, per cui sempre di più gli amministratori non si prendono la responsabilità di firmare progetti o iniziative per cui rischiano di essere indagati. Paura comprensibile se, come ha detto Massi, solo il 40 per cento degli “avvisi di garanzia” della Corte dei conti è arrivato a sentenza definitiva di condanna, per cui «il restante 60 per cento dei destinatari di questi atti ha la carriera rovinata anche se assolto». Occorre «fare sistema» per superare «gli incapaci e gli eccessivamente scrupolosi» che frenano la concessione di finanziamenti per progetti su cui non si può perdere tempo.

L’opportunità del Pnrr e la necessità di cooperazione

Tutti d’accordo sul fatto che il Pnrr sia una grande opportunità, e Osnato ha sottolineato come abbia portato un nuovo metodo di intendere le procedure, per cui serve «consapevolezza del fatto che gli obiettivi devono essere chiari, misurabili e misurati». Buona parte dell’azione del governo, ha aggiunto il deputato meloniano, nasce proprio dalla necessità di dare risposte al Pnrr. Pnrr che ha ribaltato anche un altro modus operandi: «Non c’è il pericolo di rischiare di non spendere i soldi», ha sottolineato Monti, autore di un paper sulla fragilità degli interventi del Pnrr distribuito ai presenti e disponibile qui, «in questo caso il rischio è un’opportunità». Semmai il problema è la non tempestività dell’azione, con conseguente impossibilità di raggiungere l’obiettivo.

Esperti, tecnici, politici e istituzioni riuniti al convegno di venerdì convergevano oltre le aspettative sulle modalità con le quali superare le inefficienze del sistema per quel che riguarda l’utilizzo dei fondi europei, ha notato Lombardi in chiusura, ricapitolando le soluzioni emerse dal dibattito: «Cercare di impostare il lavoro delle strutture di controllo nel senso di una collaborazione preventiva, ex ante, secondo un principio di leale collaborazione: non soltanto sanzionare, ma aiutare la pubblica amministrazione a evitare sanzioni». D’altra parte, così come il Pnrr finanzia la transizione, le stesse strutture di controllo «sono in una fase di transizione», fa notare Lombardi riprendendo quanto detto da Russo. Da qui l’ovvia importanza dei controlli, e soprattutto della loro evoluzione in una dimensione di cooperazione e non di antagonismo con la pubblica amministrazione come in passato.

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