Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
    • Novembre 2021
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
    • Novembre 2021
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Interni

Gomez (Fatto quotidiano): «Capisco che la gente dubiti di Ingroia. Non puoi candidarti dove sei stato pm»

«La soluzione giudiziaria non basta, ci vuole la politica. E sui magistrati tipo Ingroia ammetto che ci possano essere dubbi». Parola di Gomez, direttore del Fatto quotidiano online

Luigi Amicone
15/09/2013 - 3:20
Interni
CondividiTwittaChattaInvia

«Personalmente penso che questo governo sia stabilissimo e durerà fino alla fine della legislatura, perché venti senatori del Pdl e dieci transfughi del 5 Stelle per farlo stare in piedi si trovano. Ma bisogna avere una cosa che Berlusconi ha e altri non hanno: le palle. La maggioranza degli altri non ce le ha. Berlusconi, possiamo pensare tutto quello che vogliamo di lui, è un uomo con gli attributi che quando vuole ottenere una cosa cerca di ottenerla e lavora per i suoi obiettivi». Non è Brunetta e neanche Marisa l’olgettina a parlare. È Peter Gomez (nella foto), direttore del Fatto Quotidiano online. Come è noto, la testata più antiberlusconiana che c’è. Ha festeggiato in questi giorni il milione di fan su fb e macina record non solo mozzorecchisti.

Gomez viene dal giornalismo pistarolo. Negli anni Ottanta cronista al Giornale, poi al seguito di Montanelli alla Voce. Disoccupato dopo la chiusura del quotidiano, lo chiamano all’Espresso e ne diventa la star della giudiziaria. Infine l’avventura con Travaglio e Padellaro, al vertice della versione telematica del Fatto, secondo una formula editoriale meno incarognita e più furbescamente attenta all’area a cavallo tra Pd, Sel e grillismo.
Ci incrociamo a Caorle, per una serata inventata dall’assessore alla Cultura Luca Antelmo. Serata che finirà a notte fonda, a parlare di cose che interessano veramente la vita – le amicizie, gli affetti, il destino – nel conforto di fritti di pesce e Tocai di Lison. Prima dei discorsi a tavola c’erano state due ore di fitta conversazione davanti a un pubblico che si attendeva botte da orbi. E invece aveva dovuto registrare con stupore crescente che in questo paese di regressione belluina si può ancora ragionare da punti di vista neanche così diametralmente opposti.

Rivoluzioni e coincidenze
Chi scrive si permette di sostenere che Tangentopoli tranciò di netto il sistema politica-affari. Ma anche che, a partire dalle prime retate del ’92-’93, la cosiddetta Seconda Repubblica è caratterizzata da un venire meno del patto costituzionale non scritto. Ricordo Ettore Bernabei, fanfaniano e direttore della Rai targata Dc dei primi anni Sessanta, che a questo giornale rivelò che il tema giustizia venne affrontato dai dirigenti del partito cattolico già nel 1946 in vista della scrittura della Costituzione insieme ai comunisti. La configurazione del potere giudiziario, la sua autonomia e la sua indipendenza, vengono da un’esigenza condivisa da democristiani e comunisti.

LEGGI ANCHE:

Toga da magistrato

La cappa che soffoca la Repubblica

18 Maggio 2022
Tempi Caorle Premio Amicone

Tutti a Caorle dal 15 al 17 luglio – Ecco gli ospiti della festa di Tempi

11 Maggio 2022

Per banalizzare: noi ci faremo la guerra per il consenso, dissero allora Dc e Pci, ma la magistratura deve rimanere fuori da ogni contesa politica. Perciò, non abbiamo mai condiviso il punto di vista di Gherardo Colombo, ex mito di un mitico pool oggi inpoltronato in parlamento e nei Cda come supposti garanti di legalità (Colombo è in quello Rai, lottizzato in quota Pd), che al Corriere della Sera descrisse la storia italiana come un vasto tappeto di intrighi e corruttele consociative. Ricordo Alain Minc, gnomo della grande finanza francese, che nel ’93, quando Giulio Andreotti ricevette l’anticipo di avviso di garanzia via New York Times (e nel ’94 se ne ricordò, denunciando “manine americane” dietro il processo per mafia che gli intentò la procura di Palermo) era ancora socio di Carlo De Benedetti. «Le rivoluzioni non nascono mai per complotto, ma per una serie di imprevedibili coincidenze».
Detto ciò, concludeva Minc, «l’Italia deve riformare lo Stato e decidere se la frontiera con l’Africa passerà per Napoli o quella europea per Roma». Aveva ragione Minc. Tant’è che dal ’92 a oggi, ancora la riforma dello Stato attendiamo. La vicenda ventennale di Silvio Berlusconi è un’anomalia figlia di questa anomalia più radicale.

La fine della democrazia
Nel frattempo l’ideologia manipulitista è diventata annientamento di ogni dialettica democratica, disprezzo del parlamento, Repubblica giudiziaria. In questo senso la riforma della giustizia è un’assoluta priorità. Gomez naturalmente dissente. Ma, ecco la novità, in parte consente a questa analisi. «Secondo me dovremmo metterci d’accordo su che cosa è stata Tangentopoli per capire cosa succede adesso. Quello che scopriamo dopo l’arresto di Mario Chiesa, nel momento in cui lui e gli altri imprenditori confessano (molti lo facevano al citofono, quando arrivavano i Carabinieri), è che, almeno a Milano, a partire dal 1986, al grande banchetto della politica partecipano tutti, anche le opposizioni.
Pensate a quelli che a Milano votavano Pci perché pensavano di fare opposizione o votavano Dc contro i comunisti. Ma quelli la sera si spartivano le tangenti ed erano tutti d’accordo. È la fine della democrazia. Questo è secondo me emblematico di quello che è accaduto in questi anni. Perché, vedete, ha ragione Luigi, la prima funzione di controllo in un paese, in una democrazia normale, non spetta alla magistratura e nemmeno al giornalismo. I primi che devono controllare il buon funzionamento delle istituzioni sono coloro che stanno nelle istituzioni, è la minoranza che controlla l’operato della maggioranza. Ma se la minoranza e la maggioranza di notte si dividono le tangenti, di quale democrazia stiamo parlando?».

E continua: «Ora, però, dire che i partiti politici erano cattivi è sbagliato e secondo me sminuisce la situazione perché quella era una situazione – e lo è tuttora – con due attori: da una parte c’erano gli uomini politici e gli amministratori pubblici, dall’altra parte c’erano gli imprenditori che non erano mica vessati come ci raccontano. Pagavano ed erano contenti di pagare perché quando tu versi il 5 per cento di tangente su un appalto della metropolitana nessuno della pubblica amministrazione verrà a controllare effettivamente quei costi. Tu quel chilometro di metropolitana lo fai pagare quanto vuoi. E fai tanti soldi. La magistratura, ha ragione Luigi, entra come un treno in questa storia. A un certo punto si presentò un manager di Stato e disse che tutte le imprese che partecipavano agli appalti pubblici dell’Anas in Italia facevano cartello. Migliaia di imprese. È evidente che i ladri andavano puniti ma è altrettanto evidente che il fenomeno era troppo diffuso per essere combattuto solo per via giudiziaria».

«Rispetto a una situazione così complessa – ma qui dissento rispetto alla guerra civile, guerra civile era quella che c’è stata in Sudafrica, da noi c’erano quelli che rubavano e quelli che venivano derubati – la soluzione a un certo punto non poteva che essere politica. Ci fu un tentativo in questo senso, proposto a suo tempo da alcuni magistrati del pool e alcuni tra i migliori avvocati di Milano. La cosa non è stata presa in considerazione, si è tentato di seguire un’altra strada».

I proprietari dei media
Quale strada? «Non dobbiamo dimenticare che questa storia ha due protagonisti: corrotti e corruttori, cioè imprenditori e politici, funzionari pubblici. Gli imprenditori in Italia hanno una caratteristica: in un paese in cui non esistono editori puri, sono anche proprietari dei media. Si seleziona un direttore e si sceglie un giornalista perché ti servono. Io nel mio piccolo quando rimasi disoccupato perché nel 1995 mi chiuse la Voce, mi chiamò Caltagirone che era amico del direttore del Tempo. Finisco a parlare con Giovanni Mottola che mi vuole prendere per questo posto e mi porta a incontrare Caltagirone per un’ora e lui comincia a parlare. E io dopo un po’ capisco che lui aveva bisogno, essendo sotto inchiesta a Milano, di qualcuno che avesse buoni rapporti in procura».

Gomez ne ha anche per i suoi amici magistrati che, tra l’altro, collaborano col Fatto Quotidiano. «Io vengo incontro a Luigi anche su De Magistris, e, in parte, su Antonio Ingroia. Non perché penso che abbia fatto le inchieste per quello che dice Luigi, ma perché penso che ognuno di noi ha delle responsabilità, non è giusto sfruttare delle rendite di posizione, non è giusto che un giornalista che abbia funzione di controllo (può farlo) utilizzi il suo programma televisivo che gli dà tantissima popolarità per proporsi agli elettori.
Dopodiché la gente dubiterà di te. Io capisco che Luigi dubiti di Ingroia, so che non c’è da dubitare del lavoro di Ingroia perché lo conosco, ma se voi dubitate avete ragione. E una persona che non si pone il problema, secondo me sta sbagliando. Io non voglio impedire ai magistrati di entrare in politica, però un po’ di senso delle cose ci vuole. Non ti puoi candidare dove sei stato pm».

Tags: de magistrisespressofatto quotidianoingroiaLuigi Amiconemagistratipeter gomeztangentopoli
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

Toga da magistrato

La cappa che soffoca la Repubblica

18 Maggio 2022
Tempi Caorle Premio Amicone

Tutti a Caorle dal 15 al 17 luglio – Ecco gli ospiti della festa di Tempi

11 Maggio 2022
Luigi Amicone Caorle

Tutti a Caorle per “chiamare le cose con il loro nome”: c’è il Premio Luigi Amicone

20 Aprile 2022
Manifestazione del Popolo viola

La nemesi di Mani pulite

8 Aprile 2022
Carlo Nordio (foto Tempi)

Carlo Nordio: «Una rivoluzione copernicana per la nostra giustizia»

9 Marzo 2022
Pier Paolo Pasolini

L’infinito nelle cose. Pasolini raccontato dai suoi primi versi

5 Marzo 2022

Video

Don Luigi Giussani
Video

Don Giussani, mondo e missione – L’incontro con Camisasca e Alberti

Redazione
17 Maggio 2022

Altri video

Lettere al direttore

Lee Cheuk-yan all’ingresso del tribunale a Hong Kong

Il palloncino di Lee Cheuk-yan, Elon Musk il “rompibolle” e i vantaggi di tre giorni a Caorle

Emanuele Boffi
20 Maggio 2022

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    Anche a Washington servono soluzioni politiche, non la retorica della “vittoria” ucraina
    Lodovico Festa
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    Il palloncino di Lee Cheuk-yan, Elon Musk il “rompibolle” e i vantaggi di tre giorni a Caorle
    Emanuele Boffi
  • Good Bye, Lenin!
    Good Bye, Lenin!
    I sabati di lavoro dei profughi ucraini per i polacchi «in segno di gratitudine»
    Angelo Bonaguro
  • Libri in povere parole
    Libri in povere parole
    Eureka Street; Uno di noi; La morte viene per l’arcivescovo
    Miber
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    La sentenza sul doppio cognome esalta il feticcio della libera scelta
    Rodolfo Casadei

Foto

Foto

Il potere dei senza potere e la guerra in Ucraina

20 Maggio 2022
Foto

“Investire in educazione”. Incontro sulla mostra “Alleanza scuola lavoro”

10 Maggio 2022
Foto

“Droga, le ragioni del no. Scienza, prevenzione, contrasto, recupero“

2 Maggio 2022
Foto

Avsi Run al Parco di Monza per sostenere i progetti dell’ong in Ucraina

27 Aprile 2022
Foto

“Vieni dietro a me” chiude le iniziative della mostra “Emilia Vergani. Saggia e ardente”

21 Aprile 2022

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2021: euro 155.773,68. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
    • Novembre 2021
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Società
    • Social network
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist