
Pesce pazzo? Don’t worry…
L’ ho messo sul mio tavolo. Bello, occhio vispo, pelle liscia, profumo invogliante. Lo accarezzo, come se mi volessi far perdonare l’averlo lì, steso sul tagliere pronto ad essere trafitto dalla mia lama. Gli faccio la prima incisione lungo il dorso e tutto ad un tratto… oddio!… non ci posso credere, la sua carne è in decomposizione! E sì che all’esterno sembrava un esemplare magnifico. E perché non puzza? Rimango stupefatto, questa volta gliel’han fatta a fregarmi, si sono inventati un elisir di ringiovanimento per pesci. Prendo il telefono e chiamo il mio fornitore. No, mi dice, non è come la pensi tu, il salmone che hai ricevuto è affetto da un nuovo tipo di morbo che si può individuare solo aprendo il pesce. Se ho capito bene, il killer del mio bel salmone sarebbe stato un enzima impazzito che si è nutrito dei tessuti solidi lasciando intatto il resto: tagliata la pelle, non avendo più supporto fisico, ecco che le carni sono fuoriuscite dando appunto quell’impressione di disfacimento. E cosa dice il mio fornitore? “Il salmone è freschissimo!” “E se è freschissimo mangiatelo, anzi bevitelo tu!”. M’informo un po’ di più e apprendo cose che non volevo sapere. Il parassita in questione si chiama kudoa e (anche se viene energicamente smentito dagli ispettori federali) è presente negli scarichi nelle prossimità degli allevamenti del salmone atlantico (la cui dieta comprende una buona dose d’antibiotici, ormoni e il colorante “astaxanthin” per la carne, che altrimenti sarebbe grigia invece che rossa). Non credo vogliate sapere come vengono nutriti questi salmoni (non ne mangereste mai più una fettina in vita vostra). Anche i pesci, come il pollame e il bestiame, sono sottoposti a pesanti dosi di prodotti chimici e vengono allevati in spazi angusti. Sarà per questo che il salmone selvatico non è vittima del kudoa? A ogni buon conto, io, per il momento, mangio solo lumache.
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