Perché non sarà il “centrino” di Casini e Fini a fermare l’arrembante egemonia della sinistra

Di Lodovico Festa
20 Gennaio 2013
Chi ha la forza per resistere alla tendenza disgregatrice delle élite di potere e della magistratura? Fini e Casini hanno avuto diverse occasioni per assumere la guida dei moderati. Tutte sciupate

Di fronte a un centrodestra che non stabilizzava la situazione politica e a un centrosinistra incapace di misurarsi con la riforma dello Stato, non era difficile prevedere come la tendenza prevalente, determinata innanzitutto dalla crisi della Costituzione, sarebbe stata la disgregazione. Ciò non solo corrispondeva alle logiche di vari interessi e nomenklature nazionali, all’esaurirsi di un establishment ormai ridotto quasi solo a Banca Intesa (peraltro divisa all’interno) e a uno sbandamento complessivo dello Stato a partire dalle toghe politicizzate. Ma anche alle influenze di fondamentali soggetti internazionali.
Qualcuno sperò, poi, nel governo tecnico Monti. In realtà più che nel professore bocconiano, subito segnalatosi per vanesia pretenziosità, si contava su Giorgio Napolitano. L’attacco diretto di pm tra i più giustizialisti al Quirinale, con drammatica morte per crepacuore del consulente giuridico della presidenza della Repubblica e poi scontro frontale tra una procura e l’Alta corte, ha spaventato un politico che peraltro non è mai stato un cuor di leone, e da quel momento si è ancor più alimentata la deriva disgregatrice.

I segni della devastazione
Il disordine di oggi non credo abbia bisogno di molti esempi: basterebbe il successo di un pagliaccio come Beppe Grillo per confermarlo. Bel segno di devastazione è anche l’entrata in politica di chi ha messo sotto accusa lo Stato italiano (a partire – con buona pace di Beppe Pisanu – dal santino della sinistra Oscar Luigi Scalfaro) e che prima scappa in Guatemala, poi invece di assumersi le proprie responsabilità si butta in politica. Non manca la comprensione, di fronte a simili vicende, per Pier Luigi Bersani che per frenare questo tipo di deriva arruola un un po’ grigio ma onesto servitore dello Stato come Pietro Grasso: ma esprimere comprensione non significa non registrare lo smottamento della politica italiana. A questo possiamo aggiungere quei poveretti della Fiat, che hanno fatto un buon lavoro in questi anni, ma che non sanno più collocarsi in politica, puntano le carte sull’evanescente Luca Cordero di Montezemolo che si defila e sono costretti ad arruolare di corsa un gentiluomo come Alberto Bombassei. Da ricordare, pure, una certa area del mondo cattolico invischiata in un lavorìo articolato pro-Monti con un leader come Andrea Riccardi, anche lui sottrattosi prudentemente dalla scena. Vanno ricordati ancora i meravigliosi sindacalisti della Cisl, principali artefici di quel poco di riformismo di questi anni, divisi sui diversi fronti, con un loro capo storico come Sergio D’Antoni umiliato dalle “primarie” Pd, e ora con maître à penser del loro riformismo l’astrattato e velleitario Pietro Ichino. Per non parlare di validissimi tecnici confindustriali allontanati dalla propria organizzazione perché troppo nemici della Cgil e adesso in lista con il Pd. O certi ultraliberisti, sostenuti da Emma Marcegaglia & Carlo De Benedetti, che improvvisamente si trovano a fiancheggiare un Giorgio Ambrosoli capace di chiedere solo più repressione giustizialista: alla faccia del liberismo. O alcune persone perbene – tra queste anche il caro Gabriele Albertini – che sostengono giustamente come l’orizzonte del centrodestra italiano debba essere il Ppe ma non considerano questo obiettivo come uno sforzo di soggetti nazionali bensì come un commissariamento dall’alto da parte dei tedeschi. E certo, poi, forti segni di disgregazione abbondano pure nel centrodestra: basta leggere anche distrattamente i giornali.

Chi prepara la costruzione del nuovo
E allora? Nelle situazioni disperate chi cerca di agire moralmente e di perseguire oltre ai propri interessi un bene comune, la prima scelta che deve fare è quella di selezionare il possibile male minore: cioè oggi quello che frena la tendenza disgregatrice principale e prepara una fase in cui si possa costruire il nuovo. In questo senso del Pd va sottolineato come le primarie abbiano fornito una base popolare alla sua politica, che è comunque un freno alle varie forze che lo condizionano non poco: dalla Cgil ai pm sponsor, a De Benedetti, alle reti prodiane e bazoliane. Il centrodestra con tutto il suo caos è ancora l’unico baluardo di un’Italia che non vuole cedere a un’incontrastata egemonia della sinistra che, se non moderata da un’alternativa, finirebbe, d’intesa con il chiuso “sistema” italiano e le influenze internazionali, per svuotare la nostra democrazia. E il centrino elitista e delle nomenklature postmissine e post-Dc? Ha avuto delle occasioni: Pier Ferdinando Casini quando Silvio Berlusconi si dimette dalla guida del Pdl poteva diventare leader di tutto il centrodestra, Mario Monti da padrone dell’Italia, oltre alle in parte necessarie ma mediocri riforme socio-economiche realizzate, poteva aprire la via della riforma di politica e giustizia. Poi poteva rispondere all’appello di Angela Merkel a unificare il popolarismo italiano. Tutte le occasioni sono state perdute e per di più per velleitari disegnini personali. È bene che sia tenuto ben presente innanzitutto questo spreco.

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12 commenti

  1. Hughes

    In altri grandi Paesi europei le forze politiche che fanno riferimento al Ppe sono sempre alternative alla sinistra, in genere rappresentata da un grande partito socialista o socialdemocratico. In Italia abbiamo invece un partito post- comunista egemone nelle élite culturali ed economiche e un centrodestra frammentato e diviso tra partiti e forze populiste e impresentabili e altre forze, rappresentate da Monti e soci, che non vedono l’ora di allearsi con i post-comunisti. Ora, che cosa dovrebbe fare un elettore che, pur non riconoscendosi pienamente in Berlusconi, non abbia la minima intenzione di consegnare il suo Paese, neanche incidentalmente, alla CGIL e ai no-tav? Temo che la risposta sia, ancora una volta, quella di turarsi il naso e procedere di conseguenza. In attesa che in Italia possa un domani esserci finalmente un bipolarismo maturo con un grande partito socialista non movimentista e un grande partito popolare moderno e non populista.

    1. Francesco

      Non capisco la conclusione,uno identifica il male che si trova nel centrodestra in SB (io non lo chiamo centro destra x me è populismo) e che fa lo vota.?Per costruire un nuovo centrodestra occorre votarlo,Monti non è il massimo speriamo in meglio ma intanto c’è.Se dovesse allearsi con Bersani meglio cosi mitigherà la sx e comunque meglio Bersani che il pifferaio che un gg è x il matrimonio gay e l’altro è il cattolicissimo ,l’altro minaccia la Chiesa.
      Per quanto riguarda l’articolo è FUORI DALLA REALTA’,sembra di leggere la PRAVDA

      1. giovanna

        Cosa darei per sapere se ‘sta storia dell’apertura al matrimonio gay di Berlusconi viene tirata fuori tante volte in perfetta malafede, oppure così tanti cervelloni non hanno capito, pur trovandosi ovunque la spiegazione dettagliata, che si è trattato di un equivoco tra il giornalista e Berlusconi che si riferiva a patti civili o qualcosa del genere proposti dall’on. Giovanardi .
        Giovanardi, ribadisco, non Vendola !
        Credere che Giovanardi possa proporre una legge a favore dei matrimoni gay è pura follia!
        O pura e limpida malafede, come sopra.
        ( alla faccia della Pravda, gli argomenti a capocchia vanno per la maggiore, pare )

        1. Charlie ( Carlo Martinelli )

          Bravissima Giovanna !

          Sono faziosi fino al midollo !

          1. Francesco

            Come dice Guareschi avete vinto un succhiello omaggio per la terza narice.

            N B a proposito di faziosità come dice un apoftegma dei padri del deserto ” ci sarà un tempo in cui tutti diventeranno matti e quando vedranno un sano diranno ecco il matto.

            Siete come i vecchi comunisti il partito ordina e voi ubbidite ciecamente,silvietto ordina e tutti si prostrano.

          2. Charlie

            Lei non ha bisogno di vincere il succhiello.
            La terza narice già ce l’ha.

        2. Francesco

          Intervista a Giovanardi 5/6 anni fa: il papa può dire quello che vuole noi facciamo altro insomma possono cambiare i fatti della contesa ma lo squardo è sempre quello di Prodi/ Bindi dei cristiani adulti. Preferisco i politici che credono a ciò che dicono di essere.il cristiano é colui che ama e ubbidisce alla Chiesa.
          Strano però se la Bindi propone i DICO tutti contro ma se li propone Rotondi o Giovanardi ( chiamandoli in maniera diversa)tutto ok.
          A già sono io in malafede ma per sua sfortuna la realtà é testarda

          1. Charlie

            Esatto.
            Lei è proprio in malafede.
            Racconta balle.

            Ho letto la proposta di legge di Giovanardi e non ha nulla a che fare coi DICO.
            E poi fa dei riferimenti tanto imprecisi da non avere la minima credibilità.

            Insomma, in malafede e pressapochista.

            Più out di così …

    2. Susanna

      ….e guardi che nel’attesa e speranza di quello che desidera, questi “eletti turandosi il naso” hanno portato allo sfacelo morale e materiale di questo paese. le mafie non hanno più bisogno di uccidere perché ormai tengono in pugno le persone che hanno il potere ….guardi le candidature nelle varie regioni e sarà lampante.

      1. Charlie

        Sì, sì, va bene.
        Ma adesso non si agiti.
        I signori col camice bianco, che stanno arrivando, sono suoi amici

  2. Roberto

    L’UNICO DISEGNO PERSONALE E’QUELLO DI BERLUSCONI I SUOI LEADER SE LI E’ MANGIATI TUTTI LUI altro che BALLE
    SALUTI
    P.S.Vedere le azioni Mediaset
    quotazioni dal 2010/2013

    1. Charlie

      Cioè se Marina e Piersilvio, invece di bravi manager, fossero dei coglioni da far scendere le azioni, allora sarebbe tutto OK ?

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