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Perché la grande finanza appoggia Kamala Harris

Di Rodolfo Casadei
01 Agosto 2024
Wall Street preferisce "il diavolo che conosce" a quello che non conosce. Per questo, spiega il FT, guarda come meno sospetto la radicale progressista piuttosto che il populista Vance
La vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris (Ansa)
La vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris (Ansa)

I media sono stati tempestivi nel comunicare che il passaggio di testimone di candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti fra Joe Biden e Kamala Harris ha prodotto un picco di donazioni alla campagna presidenziale democratica, ma molto circospetti nell’offrire indizi per capire da quali fonti le donazioni arrivassero.
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Un articolo sul Financial Times del 25 luglio ha la sfacciataggine di fare la spia sull’origine dell’improvvisa pioggia di dollari su Kamala Harris: la grande finanza specializzata in fusioni e acquisizioni, che non aveva fin qui amato le politiche antitrust della presidenza Biden nei suoi riguardi, la preferirebbe al ticket Trump-Vance. La neo-candidata democratica rappresenterebbe il male minore di fronte al “populismo Maga” incarnato soprattutto da James David Vance, nel mondo finanziario considerato l’equivalente repubblicano di quello che Bernie Sanders è nel camp...

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