Nelle ultime 24 ore i grillini sono andati in escandescenze. Dopo aver occupato i banchi del governo, se la sono presa con la commissione Giustizia e della commissione Affari costituzionali. Hanno chiesto ufficialmente l’impeachment di Giorgio Napolitano, le dimissioni di Laura Boldrini, le dimissioni del questore Stefano D’Ambruoso. Non hanno mancato di insultare con parole a sfondo sessuale le deputate Pd in commissione giustizia. Cosa ha scatenato tanta brutalità?
GRILLINI NERVOSI. Ufficialmente la furia dei deputati 5 stelle si è scatenata quando ieri, prima di mezzanotte, la presidente della Camera, Laura Boldrini, forte di una norma del regolamento mai utilizzata prima, ha messo fine all’ostruzionismo parlamentare permettendo l’approvazione del decreto Imu-Bankitalia, che altrimenti sarebbe stato respinto. I grillini si erano opposti a tale provvedimento (che fra l’altro annulla la seconda rata dell’Imu) a causa della rivalutazione delle quote di Bankitalia, in esso contenute. Pare poco credibile tuttavia che le proteste estreme delle ultime ore possano davvero essere causate da una norma che favorisce gli azionisti della banca centrale italiana. Più verosimile ad averli innervositi è stato il via libera alla legge elettorale Italicum in commissione Affari Costituzionali, che oggi è approdato in aula.
PAURA DELL’ITALICUM. L’accordo Renzi-Berlusconi-Alfano sulla nuova legge elettorale di fatto impedisce ai 5 Stelle di vincere. Non solo, potrebbe erodere loro voti e diminuire la presenza pentastellata nel parlamento futuro. Questo potrebbe aver fomentato la rabbia del movimento che da giorni ha fatto di tutto per rimandare il passaggio in aula dell’Italicum. La nuova legge elettorale è un sistema maggioritario che prevede un premio di maggioranza per il primo partito o la prima coalizione che superi il 35 per cento dei voti. Di dieci punti percentuali è il divario che separerebbe i grillini da una vittoria. Difficile con una soglia così bassa (dovrebbe salire al 37 per cento in aula) arrivare al secondo turno. Durissima per il Movimento arrivare al ballottaggio. Una missione impossibile accorciare le distanze per una forza politica che per “non statuto” non può coalizzarsi con alcun partito. Per il centrosinistra e il centrodestra sarà molto più facile, visto che entrambe le coalizioni oscillano nei sondaggi fra il 30 e il 38 per cento.