
Perché la causa di tutti i mali dev’essere la gente comune?
Che cuore Benedetto XVI, che al ritorno del suo viaggio apostolico in Brasile, accolto dal rappresentante del governo italiano, il ministro della Famiglia, le ha fatto gli auguri di buon lavoro.
Roberto Besani Lonate Pozzolo (Va)
E che oblata della politica quella birichina di Rosy Bindi.
I laicisti non sanno più con chi prendersela. Prima hanno detto che la piazza era piena perché i neocatecumenali fanno tanti figli, manco fosse un imperdonabile peccato. Poi Liberazione ha scritto che la famiglia è «assassina» e l’Unità che «usiamo i bambini» come «prove a carico». Un delirio. Mi sembra proprio che non vedano la realtà.
Nerella Buggio Milano
Con l’autrice della “famiglia assassina” abbiamo avuto un vivace scambio di idee a La7. C’era anche la romanziera delle cubiste minorenni e l’editore Castelvecchi. È strano parlare con gente che vive in un mondo pieno di incubi e ha idee che rispecchiano fobie molto precise.
Riguardo all’articolo “Accanimento diagnostico” comparso su Tempi del 17 maggio, mi preme precisare che la 194 non indica un’età gestazionale alla quale possa essere effettuato il cosiddetto aborto terapeutico. Sembra cioè senza senso la richiesta del prof. Veronesi di spostare il limite per dell’aborto terapeutico dalla 24esima settimana (come è oggi consuetudine presso alcuni centri, non per legge) alla 22esima. Lo scopo della sua richiesta è evitare la nascita di feti vitali, che pongono una domanda di vita a chi li assiste avendo già indotto la loro morte. In altre nazioni si è arrivati a uccidere “il prodotto del concepimento” in utero, mediante iniezione intracardiaca di sali di potassio o mediante “aborto a nascita parziale”, per non trovarsi a dover assistere il figlio nato, contro la volontà di tutti, vivo.
Clementina Isimbaldi
Medicina e Persona, Milano
Se a un cronista leale fosse richiesto di descrivere la gente di piazza San Giovanni, si troverebbe a scrivere la lettera a Diogneto, tanto la singolarità era percepibile nella normalità: l’eccezionalità che colpisce chiunque abbia a cuore il bisogno di incontrare la verità viva.
Silvia Bianchetti Savona
E coloro che li odiano non saprebbero dire il motivo dell’odio.
Complimenti per il suo intervento incisivo a Omnibus del 19 maggio. Lei dovrebbe avere uno spazio mediatico-televisivo per catalizzare l’attenzione della gente con un messaggio parallelo a quello della Chiesa sugli argomenti relativi al recupero del valore perno rappresentato dalla famiglia e di tutti i valori persi dal ’68 in poi. Si faccia portavoce di questa istanza che interessa tutti, compresi coloro che sono intorpiditi dal sonno della ragione.
Sandro Medas Capoterra (Ca)
Ho appena detto a Giuliano Ferrara che nella prossima vita vorrei che La7 mi offrisse la stessa finestra che aveva Jerry Falwell alla Cnn.
Ho visto un pezzetto di Omnibus. Mi è parso di capire che la diatriba era la famiglia. Mi è venuta una curiosità, e spero che voi possiate approfondirla ed eventualmente illuminarmi. Vorrei sapere non tanto il numero complessivo degli abusi su donne, minori, vecchi ecc. che avvengono in famiglia, ma la percentuale in rapporto al numero di famiglie e soprattutto a come il nucleo famigliare è formato, all’ambiente e allo stato economico-sociale di queste famiglie. Forse allora i numeri ricavati avrebbero più significato. Spero che un domani qualcuno possa fare una ricerca in merito.
David Cortoni Milano
Però il sospetto che ho espresso a Omnibus è che il problema non è che accadano tante disgrazie tra la gente comune, ma che pensino seriamente che la causa di ogni disgrazia sia la gente comune.
Su Tempi della scorsa settimana ho notato un irritante articolo del signor Perri intitolato “Solo un po’ di Paradiso può salvarci dalla vela”. Ho pensato che il Fred fosse un bastian contrario istituzionale, sostenitore dei Dico, l’ho mentalmente mandato al diavolo e non ci ho pensato più. La settimana successiva però non ti trovo un articolo del Fred che era un peana per il calcio? Un giorno disprezza Einstein, il giorno dopo esalta il tonto del villaggio. Già, perché la vela rappresenta il massimo dell’intelligenza umana nello sport, sia nella progettazione degli scafi che nell’arte di condurli. Non altrettanto si può dire della palloneide, i cui praticanti si dedicano alla cosa più inutile dell’universo: infilare a zampate o a cornate una palla in una rete. E per fare questo incassano montagne di immeritati quattrini. Per non parlare dello stile. In caso di vittoria i velisti si stringono la mano e al massimo si scambiano qualche colpetto leggero sulla spalla. I calciatori si abbracciano, si ammucchiano, si rotolano per terra, si tolgono la maglia ed emettono urla belluine. Non contesto che questo piaccia al signor Perri. Ognuno ha i suoi gusti. Però lo invito a non insultare chi, ogni quattro anni, si gode la Coppa America. Non traduca dallo spagnolo il suo cognome e non abbai contro la vela.
Augusto Bonazzi Varese (Mi)
E poi dice che Perri irrita solo gli interisti.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!