
Pdl, Cgil, Ferrovie dello Stato: Tremonti fa arrabbiare mezza Italia
Giulio Tremonti ieri non doveva essere di buonumore. Basta leggere i giornali per capire che il ministro dell’Economia, dovunque è passato, ha lasciato dietro di sé una scia di polemiche, dubbi e retroscena.
Si comincia al mattino, verso le 11, durante la conferenza stampa di presentazione del Piano di rilancio dell’economia appena varato dal governo. Chi se non il titolare del ministero dovrebbe parlare e spiegare la manovra? E invece no. Silvio Berlusconi gli passa la parola e precisa: «Per poco, perché deve andare a prendere il treno».
Proprio oggi? Si chiedono tutti. Proprio oggi, con il Foglio che cerca di spiegarne il motivo: “Il ‘genio dell’Economia’ si è pubblicamente defilato, fino a lasciare, ieri, soltanto un’impercettibile traccia della sua presenza in Cdm e in conferenza stampa. Perché? Nel Pdl si fa notare che il Piano per la crescita era un punto chiave della riscossa politica del Cavaliere sotto schiaffo mediatico-giudiziario. «Se Tremonti avesse voluto aiutarlo, non lo ha fatto». Chissà. Sintetizza Giorgio Stracquadanio: «Io non dubito della sua lealtà, ma non vorrei fosse a tempo determinato»”.
Parole che non fanno presagire niente di buono. Ma Giulio non ha messo in apprensione solo il suo partito e la coalizione di governo. Il treno, infatti, doveva prenderlo davvero per andare con Luigi Angeletti, leader della Uil, e Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, al sud come segno dell’impegno e dell’attenzione del governo per il Mezzogiorno.
Come il trio si mette in viaggio, Susanna Camusso, leader della Cgil, lamenta la sua esclusione. «Un’occasione persa» si indigna Camusso. «E’ un’iniziativa sovietica». Che è poi un modo elaborato, dopo aver chiesto “Vengo anch’io”, di rispondere a chi ha ribattuto: “No, tu no”.
Ma il ministro dell’Economia, non contento degli sgarbi fatti al suo partito e al maggiore sindacato del paese, inanella un terzo screzio di lusso. Dopo aver sfruttato l’Alta velocità Roma-Napoli, Tremonti è salito, rigorosamente in seconda classe, sul regionale Paola-Reggio. Tra una discussione e l’altra con i due sindacalisti sul divario tra nord e sud, il trillo inatteso del telefonino.
Dall’altra parte della cornetta c’è l’amministratore delegato di Trenitalia Mauro Moretti, «che non sapeva nulla» di quel viaggio e della «sorpresa» di ospitare un ministro. Giulio, però, non ricambia la cortesia e risponde gelido: «Sì, siamo ospiti paganti. In più, sono andato in bagno: in un vagone era rotto, nell’altro c’era il sapone ma mancava l’acqua». Una brutta doccia gelata per Moretti, che sperava di cavarsela con qualche convenevole.
Alla fine, rivela il Corriere della Sera, sembra che il ministro dell’Economia si sia rilassato, dopo aver rovinato la giornata a mezza Italia, “e passando davanti alla stazione di Maratea, [abbia] ricordato di quando ci passò una vacanza, da studente, in un bungalow nell’isola di Dino”. In fondo in fondo, anche Tremonti ha un cuore.
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