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Di Simone Fortunato
19 Febbraio 2004
Un ingegnere, coinvolto in un affare miliardario, si fa cancellare la memoria per evitare spiacevoli passaggi di informazioni. Ma qualcosa va storto…

Solido thriller dell’identità e dei paradossi temporali, firmato da John Woo, maestro del cinema d’azione, finalmente tornato ai bei tempi di “Face-Off” e di “The Killer” dopo alcuni anni di vacche magre. Il merito sta soprattutto nella storia, avvincente ed originale, tratta da un racconto dell’eterno Philip K. Dick, già da tempo oggetto di saccheggio cinematografico (“Blade Runner”, “Atto di forza” ed i recenti “Impostor” e “Minority Report” derivano sempre da Dick), ma anche di una regia attenta, che sa combinare i ritmi dell’azione più concitata ai meccanismi della suspence e della sorpresa di matrice hitchcockiana. Tanti gli omaggi a Sir Alfred, dalla tendina della doccia di “Psycho” alla donna che appare due volte di “Vertigo”, fino allo spaesamento di un protagonista, che ricorda “Intrigo internazionale”, in un film tanto godibile quanto zeppo di inverosimiglianze: come può il protagonista essersi dimenticato della propria donna, se l’ha conosciuta al party prima della cancellazione della memoria? Affleck, una volta tanto, sembra essere in parte: certo gli calza il ruolo del fanciullone un po’ bamba.
Di J. Woo
Con B. Affleck, U. Thurman

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