A passo di tanghero

Di Emanuele Boffi
11 Maggio 2006
DA ECO A FO. E DALLE MANUNTENZIONI DI FLAVIA ALLE RICETTE DI TRAVAGLIO. SETTE REGOLE D'ORO PER INTRATTENERE CONVERSAZIONI BRILLANTI, BRIOSE, SERIALI E PROGRESSIVE

Le sette regole auree e infallibili da rispettare per sostenere una conversazione da convinto progressista sono le seguenti.

1. Non dubitare mai di te stesso
In ogni conversazione quel che dici può non importarti molto, ma è di fondamentale rilevanza per chi ti ascolta.
è da rigettare in un cantuccio del pensiero l’interrogativo che Flavia Franzoni Prodi ha avuto prima della pubblicazione di Insieme, opera a quattro mani scritta col marito: «Ma le cose che racconto possono davvero interessare?». Si prenda esempio dalla first lady, non si dia seguito a tali domande fuorvianti. Si comunichi tutto, senza ritegno. Dalla politica alla parrocchia, dalla pubblica esposizione di sé all’intimità meccanica («Per festeggiare il nostro venticinquesimo anniversario di matrimonio abbiamo trascorso da soli una settimana percorrendo tutta la Corsica. Come dico un po’ a mo’ di predica alle mie più giovani colleghe ci vogliono i tempi disponibili per “fare manutenzione” del matrimonio»).

2. tutto quel che sai è falso
è consigliabile avere nel proprio repertorio qualche verità nascosta da rivelare. Effetto sorpresa, interlocutori basiti.
Capita a fagiuolo una pubblicazione del 2003 a cura della casa editrice no global “Nuovi Mondi Media” dal titolo Tutto quello che sai è falso. Manuale dei segreti e delle bugie. In esso manuale si troverà ampia e incontrovertibile documentazione (che come avvisa uno degli autori «è reperibile usando il motore di ricerca google») per dimostrare, dati alla mano, che: l’11 settembre le Torri Gemelle caddero a seguito di un attentato ordito dalla Cia e su un’idea che il presidente Bush ebbe dopo «aver visto un telefilm in cui un aereo precipitava»; «in Germania è stato fatto scoppiare il virus dei polli come punizione per l’opposizione all’intervento in Afghanistan»; l’Aids è un «crimine contro l’umanità non bianca, gli omossessuali, i drogati», creato dalle multinazionali farmaceutiche per poi vendere i farmaci per debellarlo. Il prezzo per sapere che “tutto è falso” è, però, vero: 23 euro. Da poco, per gli stessi tipi, è uscito Tutto in vendita. Ogni cosa ha un prezzo, anche noi, cui hanno prestato il proprio genio Dario Fo e Franca Rame (“Breve storia della censura e della satira”) e Giulietto Chiesa (“Oligarchie: la privatizzazione della politica”). Per scoprire che “tutto è in vendita” occorre sborsare 18 euro.

3. Mostra di conoscere storia e aforismi
a menadito

La competenza storica è la base di ogni conversazione che si rispetti. Tuttavia, per evitare di apparire saccenti, occorre infarcire la propria erudizione con aforismi briosi e spumeggianti.
Da questo punto di vista, la bibbia del conversatore brillante è La Nuova storia del Mondo a fumetti. Dalla preistoria ai nostri giorni di Enzo Biagi. Sebbene corposa (800 pagine), la vicenda dell’ultimo milione di anni scorre via che è un piacere tra i disegni di grandi illustratori e le perle di saggezza del decano dei giornalisti italiani («Domani è sempre un altro giorno e le parole che riempiranno le pagine bianche che ci stanno davanti le conoscono solo gli dei»).

3. serviti dell’adagio:
“piove? Lui ladro”

Non si affronta una conversazione senza un riferimento a lui. Occorre conoscerlo in tutte le sue mirabolanti sfaccettature.
Per i più viscerali: Le mille balle blu di Peter Gomez e Marco Travaglio. Collezione ragionata di tutte le sue menzogne. La meritoria opera dei giornalisti di Unità e Espresso ha però una controindicazione: tende a renderlo incomprensibilmente simpatico. Per gli amanti della stampa indipendente: Citizen Berlusconi di Alexander Stille. Sofisticata inchiesta che smaschera le ambiguità dell’ex presidente del Consiglio. Se non siete lettori di Repubblica questo volume vi offrirà le nozioni perdute. Per gli eruditi: A passo di gambero di Umberto Eco. Alla modica cifra di 17,50 euro avrete tutti i suoi articoli già apparsi sull’Espresso. La prefazione (unica parte nuova, scritta prima del voto) dà il tono al tomo: «è tornato trionfante l’antisemitismo con i suoi Protocolli, e abbiamo i fascisti al governo».

4. sappi essere sfacciatamente
e costruttivamente autocritico

è un errore indurre il nostro interlocutore a pensare che siamo ideologicamente orientati. Per evitare tale spiacevole inconveniente è bene armarsi per criticare la sinistra che non sta abbastanza a sinistra.
Può dare una mano a tale scopo la lettura de I sinistrati dell’ex direttore dell’Espresso, Claudio Rinaldi. Argomento principe: l’origine di tutti i mali fu la Bicamerale. D’Alema Massimo è un problema se inciucia con Berlusconi Silvio.

4. vola al cinema
Per facilitare una complicità emotiva con i propri interlocutori che non si fermi alla parola stampata, ma sfrutti le immagini, è opportuno citare spezzoni di libri usciti in abbinata con dvd.
è consigliabile un giro d’acquisti nella rifornita libreria Feltrinelli, tempio cartaceo del sincero democratico. Editi da “Feltrinelli Real Cinema” potete acculturarvi con: Super size me di Morgan Spurlock, poderoso atto d’accusa contro il capitalismo veicolato dalla salsa barbecue di McDonald’s. Forza Italia di Roberto Faenza, film girato nel 1976 ma dal titolo profetico, con introduzione di Gianantonio Stella. Michele Santoro presenta La mafia è bianca, da Bernardo Provenzano a Totò Cuffaro. Una diagnosi psichiatrica del capitalismo con extra video di Toni Negri è ben rappresentata da The Corporation, che in copertina sfoggia l’avvertimento: «Chi vede questo film sente il bisogno immediato di fare qualcosa, anche una piccola cosa, per cambiare questo mondo». Chi abbia altri bisogni può ripiegare su Inside Gola profonda, storia del porno che ha cambiato l’America.

7. PER DIRLO In una parola (MICROriassunto)
Per i sinceri democratici che hanno poco tempo da dedicare all’arricchimento di sé tramite i suddetti testi, esiste una via d’uscita pratica e accessibile.
è consigliabile quel che il Corriere della Sera ha presentato come «il caso editoriale dell’anno» e che porta già nel titolo il succo di quanto s’è cercato di comunicarvi: Stronzate. Un saggio filosofico (Rizzoli).

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