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Capita a lezione di arrivare a un limite accademicamente invalicabile, che però, in qualche modo, deve essere valicato o almeno segnalato. Allora avviso gli studenti. «Ragazzi, abbiamo parlato di comunicazione, di educazione, di creatività, di cultura… Vi sarete accorti che, da qualunque prospettiva affrontiamo i problemi della nostra ricerca, ogni volta arriviamo a una questione di fondo che non è compito mio affrontare, ma è un dovere segnalarvi: da qui in poi comincia un campo sul quale ciascuno deve e dovrà prendere posizione, un campo scomodo, totalmente affidato a ognuno di noi, che si chiama “moralità”».
Tutte le volte che nomino la parolina, guardo i loro volti e noto l’imbarazzo tipico del gatto che cammina sulle pozzanghere. «La comunicazione può adescare, l’educazione può fare danni, la creatività può produrre strumenti devastanti e la cultura può manipolare la realtà: insomma, impariamo cose che possono fare “male”».
Una capacità di ...
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