
Paritarie Roma. «Marino ci chiede 20 mila euro. Così si chiude. Chi lo dice alle nostre 250 famiglie?»
A gennaio all’istituto Santa Dorotea di Roma, in mezzo alla fitta dose di posta quotidiana da smistare, è arrivata anche la Tarsi. Suor Alberta Camatta, la dirigente scolastica, ha aperto la busta come di routine, ma si è trovata di fronte una cifra del tutto diversa da quella che era solita pagare: «Eravamo abituati a pagare circa 3.300 euro a semestre, ma sul bollettino era scritto: 20 mila euro», spiega la religiosa a tempi.it. «Ho subito pensato a un errore, poi ho guardato meglio il contenuto della busta. C’era una letterina del Comune di Roma che spiegava il perché della cifra. A causa dei molti buchi nel bilancio comunale non era possibile fare sconti sulle tariffe della Tarsi. Ho immediatamente telefonato al Comune e mi è stato ripetuto esattamente quanto scritto nella lettera. Come se non ci fosse possibilità di obiettare. Per far finta di essere più gentili, ci è stato detto che il pagamento può essere dilazionato. Come se 20 mila euro pagati in più volte o in un unico versamento fossero meno».
MOLTE TASSE E NIENTE FONDI. Una stangata economica che va a pesare ulteriormente sulla scuola, visto che i fondi destinati alle scuole paritarie nel Lazio stentano ad arrivare: «La nostra Regione è l’unica che ancora non ha erogato i fondi del 2014, figuriamoci sperare in quelli del 2015. Noi abbiamo già dovuto chiudere il liceo scientifico, ma in totale seguiamo circa 250 bambini. Se le tasse ci prosciugano e fossimo costretti a chiudere, chi lo va a dire a quelle 250 famiglie?».
Oltre ai bambini c’è anche da pensare agli insegnanti: «O pago le tasse sui rifiuti o pago gli insegnanti. Non c’è molta scelta, ma io non voglio stare ferma a subire questa disfatta. Nei prossimi giorni è previsto un incontro tra i vari dirigenti di scuole paritarie di Roma, vedremo cosa fare». Suor Alberta dirige l’istituto Santa Dorotea dal 2002 e, a detta sua, questo episodio della Tarsi è il peggiore attentato alle paritarie mai avvenuto: «Già cerchiamo di tagliare su tutto il possibile, su tutti i servizi erogati agli studenti. Non vorrei essere costretta a mettere i professori in contratto di solidarietà, non se lo meritano. Dovrebbe vedere con quanto impegno si prodigano per i ragazzi».
LE ESIGENZE DI TUTTI. Chi pensa alle paritarie pensa spesso a rette molto alte e a istituti per “ricchi”, e invece è tutto il contrario: «Le rette bastano a mala pena a coprire i costi. Se contiamo poi tutte le famiglie bisognose alle quali andiamo incontro, ogni volta che possiamo, e dalle quali non percepiamo nulla, c’è poco da pensare che questa sia “una scuola per ricchi”. Facciamo un servizio allo Stato, crescendo i ragazzi, e lo Stato ci ripaga così, non solo ci spreme, ma ci guadagna. Ho sentito di scuole a Roma che per la Tarsi arriveranno a dover versare, sulla base della metratura, fino a 80 mila euro. Questo è il “grazie” che ci meritiamo».
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3 commenti
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Quando è stato eletto il sindaco Marino, la parte cattolica della città come si era schierata? Lo chiedevo così tanto per curiosità…..
Le suore e le altre congregazioni religiose al 90% hanno votato a sinistra,quindi chi è causa del suo mal pianga se stesso.
Caro Tommaso, purtroppo la maggior parte dei Cattolici romani si è fatta prendere per i fondelli dal “cattolico” marino, Anche a livello nazionale, tanti Cattolici hanno votato renzi per “ricompattare il mondo Cattolico” intorno all’ex Sindaco di Firenze!