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In memoria di Paolo Grossi, gigante del diritto e maestro

L'ex presidente della Corte Costituzionale, morto lo scorso 4 luglio, ha educato generazioni di giuristi. Fondamentale il suo richiamo alle radici naturali del diritto, non manipolabili nei loro fondamenti né dal legislatore né dai giudici

Michele Rosboch
09/07/2022 - 6:23
Giustizia
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Paolo Grossi
Il giurista Paolo Grossi è stato Presidente della Corte costituzionale dal 24 febbraio 2016 al 23 febbraio 2018 (foto Wikipedia)

Non è facile sintetizzare in poche righe la personalità di uno studioso e uomo delle istituzioni come Paolo Grossi, docente universitario, giudice costituzionale e presidente della stessa Consulta dal 2016 al 2018, scomparso lo scorso 4 luglio all’età di 89 anni; quasi tutti gli organi di stampa e di comunicazione ne hanno dato notizia, ma – stranamente – non molti si sono soffermati a illustrarne il contributo e la personalità.

Paolo Grossi, giurista autorevole e maestro

Paolo Grossi è stato uno dei giuristi più autorevoli del nostro paese e fra gli accademici italiani più noti e apprezzati a livello internazionale; tralasciando i dati biografici e i molti incarichi ricoperti (facilmente reperibili) vorrei soffermarmi su alcuni tratti della sua personalità e del suo magistero.

Anzitutto, Paolo Grossi è stato un maestro per generazioni di studenti e allievi; e come tutti i veri maestri, era un uomo curioso della novità e delle opinioni di tutti (soprattutto dei giovani studiosi), senza volerne uniformare a tutti i costi il pensiero, come dimostra la pluralità di accenti che caratterizza la sua scuola scientifica. In secondo luogo, Grossi era un uomo di “fortissima fede” (come ha ricordato il cardinal Betori nell’omelia funebre), mai ostentata, ma in grado di dare forma e orientamento al suo pensiero e alla sua azione. Come giurista e, in particolare, come storico del diritto Paolo Grossi lascia una produzione sterminata di saggi, articoli e libri, oltre alle iniziative del “Centro di Studi per la Storia del Pensiero Giuridico Moderno” da lui fondato nel 1972 e ancora oggi molto attivo.

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Fra i molti temi generali da lui affrontati vorrei evidenziarne tre, di significativa originalità e ancora oggi di notevole importanza e attualità.

Il diritto è la forma della società e dei suoi valori

Anzitutto, la considerazione del fenomeno giuridico nella sua complessità e storicità come fattore ordinante ogni società e comunità, ben prima di qualunque ‘codificazione’ da parte dello Stato o di altro decisore politico; il diritto è anzitutto la forma della società e dei suoi valori, che ne assicura l’ordine e la finalizzazione al bene comune. Da questo punto di vista Grossi si oppone a ogni riduzione statalista del diritto, richiamando con forza la priorità della persona e della società sullo Stato, fino a rilanciare nel suo profondo valore istituzionale e ‘politico’ la fortunata formula “più società, meno stato”. Da questo punto di vista forte è la necessità di richiamare le radici profonde del diritto, radici “naturali” o – meglio ancora – ontologiche, non manipolabili nei loro fondamenti né dal legislatore né dagli stessi giudici.

E’ questo un tema attuale e delicatissimo, anche per le implicazioni negli ambiti della biopolitica e dell’odierna proliferazione delle aspettative individuali. In generale, Grossi ripone molta fiducia nei giuristi, nelle Corti supreme (come la Corte costituzionale) quali “voci della società”, meno nei moderni “prìncipi” e legislatori, pur riconoscendo pienamente il valore dei meccanismi di rappresentanza democratica. Per illustrare tutto ciò ai neofiti del diritto Grossi ha redatto un’agile Prima lezione di diritto, (Laterza), la cui lettura è per tutti di grande utilità.

Proprio per la sottolineatura della natura ordinamentale e plurale del diritto, Paolo Grossi ha riconosciuto nell’epoca medievale un momento centrale della storia del giuridica, per i suoi caratteri di pluralismo istituzionale, di attenzione ai fondamenti metafisici del diritto e per il sorgere dopo l’anno mille, con la nascita delle Università, del fenomeno del diritto comune europeo basato sull’opera della scienza giuridica medievale e della sua attività interpretativa del diritto, come emerge nel fondamentale libro dedicato a L’ordine giuridico medievale, ed. Laterza.

Il valore delle comunità intermedie

In secondo luogo, vorrei richiamare il valore riconosciuto alle comunità intermedie e, più in generale, alla dimensione comunitaria del diritto, come una vera e propria chiave interpretativa della storia giuridica e istituzionale; in una pubblicazione a ciò dedicata (Le comunità intermedie tra moderno e pos-moderno, ed Marietti), frutto di una lectio magistralis tenuta nel 2014 a una scuola di politica organizzata a Torino, Egli evidenzia il percorso delle comunità intermedie a partire dalla loro centralità nel medioevo, per passare al loro progressivo ridimensionamento da parte dello Stato moderno, fino alla liquidazione con la Rivoluzione francese e all’instaurazione di un rapporto diretto fra lo Stato-nazione e il “nudo cittadino” individualmente considerato. I

l costituzionalismo contemporaneo e il recupero della dimensione sociale del diritto da parte del pensiero giuridico e dell’odierno personalismo hanno portato a una ripresa di attenzione per la libertà di associazione, per i diritti sociali e per il valore delle comunità. Per Grossi, al di là del percorso storico, la stessa libertà individuale non può essere considerata completamente autosussistente, ma è da intendersi sempre inserita in un complesso di legami sociali e di situazioni che – al contempo – la condizionano e la garantiscono; proprio il fenomeno comunitario rettamente inteso, cioè rispettoso dei diritti individuali, è per Grossi alveo e potenziamento della libertà umana. Anche qui si tocca un tema di grande rilievo e di stretta attualità.

L’importanza del diritto canonico

Da ultimo richiamo il tema del diritto canonico, che ha costituito per Paolo Grossi un costante oggetto di studio e di approfondimento; fra i molti spunti presenti nelle sue opere va ricordata senza dubbio la documentazione dell’importanza della fondamentale “scelta per il diritto” compiuta dalla Chiesa fin dai primi secoli, quale conseguenza dello stesso evento storico dell’incarnazione e che ha rappresentato uno strumento essenziale per la sua missione (finalizzata alla salus animarum) e garanzia  della sua libertas nei confronti delle istituzioni mondane.

Inoltre, grande è il contributo offerto dal diritto canonico allo sviluppo del diritto in quanto tale: come esempi si possono richiamare l’importanza del concetto di aequitas, quello di persona giuridica o i sistemi di rappresentanza e di deliberazione (unanimitas, sanior pars, maior pars) a cui anche molte istituzioni secolari si sono ispirate nel corso dei secoli.

Si potrebbero dire ancora molte cose, ma concludo con un‘ultima considerazione personale; Paolo Grossi non si è mai risparmiato come educatore e maestro, avendo una particolare attenzione ai giovani studiosi e agli studenti, con cui amava soffermarsi e discutere liberamente e a lungo; in questo senso ricordo i molti incontri che tanti amici hanno avuto con lui – oltre alle occasioni istituzionali e scientifiche – nelle scuole, con gruppi di studenti universitari, in tanti corsi di formazione civica o politica così come in eventi con grande partecipazione di popolo come il Meeting di Rimini. Grazie professore.

Tags: corte costituzionalediritto
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