Pakistan. «Noi cristiani di Lahore crediamo in Gesù, non siamo spaventati dalle persecuzioni»

Di James Channan
31 Marzo 2016
Testimonianza di un prete dopo l'attentato di Pasqua: «Nonostante le sofferenze, cresciamo nella fede e nel numero. Dobbiamo cambiare la mentalità degli estremisti»
Pakistani Christians hold candles during vigil for the victims of Sunday's suicide bombing, at close to bombing's site in Lahore, Pakistan, Tuesday, March 29, 2016. The government had vowed to crack down on extremism after a suicide bomber targeted Christians celebrating Easter in Lahore, killing more than 70 people. The attack was claimed by a breakaway Taliban faction that supports the Islamic State group. (AP Photo/K.M. Chaudary)

Pubblichiamo di seguito alcune riflessioni ricevute da tempi.it, scritte all’indomani degli attentati di Pasqua che hanno fatto 74 vittime e oltre 350 feriti a Lahore, da padre James Channan, sacerdote pakistano e direttore del Peace Center della città.

Il 27 marzo la comunità cristiana del Pakistan celebrava la grande festa della Pasqua. Un grande sentimento di gioia e soddisfazione pervadeva i fedeli, che hanno riempito così tanto le chiese per le messe che molti sono stati costretti a sedersi all’esterno. Io, come prete, ho celebrato tre messe per Pasqua nella parrocchia di San Luca, a Lahore. Sono rimasto sopraffatto dall’incredibile quantità di cattolici che si sono recati in chiesa. Quando sono tornato alla mia casa dei domenicani ho condiviso con i miei confratelli la felicità per il fatto che per tutta la Settimana santa non ci fossero stati incidenti o attacchi contro i cristiani. Eravamo tutti grati a Dio per questo. Poi, dopo un’ora, ci è giunta la notizia dell’enorme esplosione al parco pubblico di Gulshan-e-Iqbal di Lahore.

(…)

Sono rimasto scioccato da una simile violenza che ha colpito un parco pubblico nel cuore di Lahore, dove le famiglie vanno con i loro bambini per divertirsi. (…) Poiché era la domenica di Pasqua, le famiglie cristiane riempivano il parco: qui è tradizione recarsi nel parco per le festività maggiori con la famiglia. E anche i musulmani spesso lo fanno alla domenica. (…) I miliziani hanno scelto apposta la Domenica di Pasqua per arrecare il massimo danno possibile ai cristiani, così come ai musulmani. L’attentato suicida è stato compiuto da un gruppo terrorista islamico chiamato Jamaat-ul-Aharar, che ha dichiarato di avere come principale obiettivo i cristiani che celebravano la Pasqua, anche se le vittime sono più numerose tra i musulmani.

(…)

I cristiani in Pakistan appartengono alle classi più povere e sono il bersaglio più semplice da colpire per gli estremisti. Durante gli ultimi due anni ci sono stati diversi attacchi mortali contro i cristiani, ma questo è il più grave mai avvenuto a Lahore. (…) Tutta la nazione pakistana è in stato di shock ma è confortante vedere che la comunità cristiana rimane forte nella fede, nonostante tutto. A fronte delle persecuzioni e delle costanti sofferenze e discriminazioni che subiamo, il numero dei fedeli cresce in continuazione e a tassi altissimi. La fede dei cristiani è come una roccia che non può essere scossa. Crediamo in Gesù, nostro Signore. Lui ha sofferto, è morto ed è risorto nel terzo giorno. Gesù è risorto dai morti e non morirà mai più. Per questo non siamo spaventati dalle sofferenze e dalle persecuzioni. Cristo per noi è l’esempio per eccellenza e noi seguiamo il Dio vivente. Queste sofferenze non indeboliscono la nostra fede.

(…)

Molti musulmani in Pakistan ci hanno consolato. Loro pregano per le nostre vittime così come noi preghiamo per le loro. I religiosi musulmani e altri leader hanno condannato gli odiosi attacchi con le parole più dure possibili. La maggior parte dei musulmani pakistani vuole la pace e condanna ogni tipo di discriminazione e attacchi contro i cristiani. (…) Io ho organizzato al nostro Centro della pace di Lahore per il 2 aprile una funzione di preghiera alla quale parteciperanno anche leader religiosi musulmani e indù. Condanniamo tutti fermamente questo atto di terrorismo e chiediamo al governo del Pakistan di prendere ogni misura necessaria per fermare le uccisioni nel nome della religione. L’attuale deprimente condizione del Pakistan ci spinge a giocare un ruolo ancora più attivo e positivo nel promuovere il dialogo tra cristiani e musulmani. (…) Dobbiamo cercare di cambiare la mentalità di questi gruppi radicali. Sembra difficile ma non è impossibile ed è una delle più grandi sfide per noi.

Articoli correlati

2 commenti

  1. Rolli Susanna

    Con la vostra fede, cari cristiani musulmani, vincerete satana; noi europei, non saprei.

    1. Rolli Susanna

      ERRATA C: CARI CRISTIANI PAKISTANI!!,li mortacci!

I commenti sono chiusi.