
Pakistan: cristiano invia sms blasfemo, islamici assaltano e bruciano la sua casa
Ryan, ragazzo cristiano di 16 anni, è stato fermato ieri dalla polizia sulla base di accuse di blasfemia in Pakistan. Il ragazzo abita con la famiglia a Gulshan-i-Ikbal, area borghese di Karachi, metropoli nel sud del paese e avrebbe inviato martedì scorso un sms blasfemo ad alcuni suoi amici musulmani.
CASA SACCHEGGIATA E BRUCIATA. Per vendetta, il giorno seguente un gruppo di estremisti islamici ha dato l’assalto alla sua casa, saccheggiandola e dando fuoco a tutto quello che si trovava all’interno. La famiglia è sfuggita alla furia dei radicali perché temendo ritorsioni aveva già lasciato l’abitazione, mentre il ragazzo si trovava in ospedale con il padre, che secondo l’agenzia Fides è gravemente malato.
«ATTERRITO E PREOCCUPATO». A denunciarlo alla polizia sono stati due testimoni e l’imam Qari Ghulam Qadir, della mosche Jamia, che hanno registrato un First Information Report per violazione dell’articolo 295c del Codice penale, che riguarda le offese al profeta Maometto. Interrogato, anche dall’imam, il ragazzo ha riferito di avere “girato” l’sms ricevuto ad altri suoi amici senza neanche averlo letto. Il vescovo anglicano di Karachi, mons. Ijaz Inayat, ha dichiarato di essere «atterrito per la vicenda e fortemente preoccupato per la sicurezza della famiglia».
BLASFEMIA STRUMENTALE. Nel 2012 in Pakistan sono già stati registrati più di 20 casi di blasfemia, uno dei quali è quello a carico di Rimsha Masih, accusata di avere bruciato il Corano. Il processo, che volge decisamente a suo favore, a conferma che la legge sulla blasfemia viene spesso utilizzata in Pakistan in modo strumentale, anche per ottenere vantaggi economici, potrebbe terminare il 17 ottobre, quando il tribunale potrebbe concederle l’assoluzione completa.
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