Pacciani, novità da Perugia

Di Licciardi Pietro
20 Giugno 2002
Come annunciato in Tempi (cfr. n°23, 6-12 giugno), i primi esami compiuti a Pavia

Come annunciato in Tempi (cfr. n°23, 6-12 giugno), i primi esami compiuti a Pavia sulla salma di Francesco Narducci, il medico misteriosamente scomparso e poi trovato morto nel 1985 nel Trasimeno, stanno confermando in maniera clamorosa quanto prefigurammo su questo giornale fin dal 1996 e ora accolto in uno dei capitoli del libro di recente pubblicazione Gli “Affari riservati” del mostro di Firenze. Da quanto ha pubblicato la stampa locale (Il Messaggero e La Nazione) secondo gli esiti degli esami necroscopici i cadaveri potrebbero essere due: uno effettivamente rinvenuto nel lago e “spacciato” come quello di Narducci, l’altro, quello del vero gastroenterologo, esumato addirittura quattro giorni prima l’affioramento dalle acque. A conferma di questa ipotesi le “misure” del corpo esaminato in questi giorni – diverse da quelle riportate nel referto medico stilato nel 1985 – e lo stato di conservazione dei tessuti, incompatibile con una lunga permanenza in acqua. Sembra così prendere corpo la tesi di Gabriella Pasquali Carlizzi, tesi secondo cui Francesco Narducci, essendo venuto a conoscenza dei segreti della setta responsabile di numerosi delitti a sfondo magico-esoterico, tra cui anche quelli attribuiti al “mostro di Firenze”, o accettava di affiliarsi definitivamente alla setta oppure, nel caso si fosse tirato indietro, doveva morire. è proprio su questa ipotesi che la magistratura sta adesso lavorando e secondo una indiscrezione ricevuta dagli ambienti della procura di Perugia la targhetta sulla bara riesumata nei giorni scorsi riportava la data del 9 ottobre 1985, appena un giorno dopo la scomparsa del medico e quattro giorni prima il ritrovamento nel lago, avvenuto il 13 ottobre. Pietro Licciardi

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