Oulfa vuole liberare il Corano dai suoi esegeti a senso unico

Di Colombo Valentina
12 Aprile 2007

La tunisina Oulfa Youssef fa parte di quel gruppo di studiosi dell’islam, capitanato da Nasr Hamid Abu Zayd, che promuovono la libera interpretazione del testo coranico poiché il Corano non si distingue in nulla, per quanto concerne la possibilità di un significato plurale, dalle altre costruzioni linguistiche: «Purtroppo l’affermazione della pluralità del significato del Corano per libera scelta o per obbligo non ha mai impedito ai suoi esegeti, antichi e moderni, di tentare di ricondurlo a un unico senso che ne cancella gli altri. La maggior parte di coloro che hanno letto il Corano hanno cercato di appropriarsi del suo significato, quindi del potere». Si tratta di un’affermazione decisamente coraggiosa poiché accusa tutti coloro, dagli esegeti ai fautori dell’islam politico, che mirano a imporre una visione monolitica e inalterabile del senso coranico.
Un esempio? La annosa questione del velo. La Youssef è adamantina: «Il velo è, tra i musulmani, l’argomento controverso per eccellenza. Per contro, è ben lungi da essere l’argomento principale nel Corano, dove è nominato in soli tre versetti. Inoltre sia il Corano sia la tradizione islamica hanno scelto l’ambiguità riguardo l’abbigliamento delle donne. Solo molti secoli dopo ha fatto la comparsa la tenuta cosiddetta islamica, simbolo di una appartenenza ideologica che cela disegni politici violando la parola di Dio». Anche nel suo ultimo libro, Il Corano a rischio della psicanalisi (Albin Michel, Parigi 2007), la Youssef ribadisce che «un approccio individuale comporta che ogni interpretazione rappresenta solo la posizione del suo autore e non la volontà di Dio, e l’esegeta non ha altra scelta che affrontare l’esperienza della passione, perché il significato non può essere oggetto di appropriazione». È una posizione ardita, tra l’altro di una donna, che non mancherà di essere criticata dall’estremismo islamico. Oulfa Youssef lo sa, ma, come altri grandi intellettuali tunisini del passato, non ha paura. Perché è consapevole che senza la libertà la vita non ha senso. [email protected]

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