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Georges Bernanos scriveva che «non si capisce assolutamente niente della civiltà moderna se non si ammette per prima cosa che essa è una congiura universale contro qualsiasi specie di vita interiore». Spesso siamo portati a considerare la preghiera come un problema personale, del tipo “non ho tempo per pregare”, oppure a denunciare la frenesia del modo di vivere nell’epoca moderna e post-moderna. Il che è certamente vero. E la crisi nelle Chiese occidentali, quelle che vivono dentro la post-modernità, nasce senz’altro anzitutto, anche se non solamente, come conseguenza della crisi della preghiera, a partire da vescovi e sacerdoti, per arrivare ai fedeli. Un sondaggio fra i cattolici tedeschi, fra il 2012 e il 2014, ben prima che la crisi attuale scoppiasse, ricordava come la grande maggioranza dei sacerdoti e laici impegnati intervistati si confessassero raramente e per circa metà solo una volta all’anno e come la preghiera non fosse quotidianamente presente nella loro vita.
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