Ora Nicola Gratteri è anche un campione della sostenibilità

Di Rodolfo Casadei
10 Marzo 2021
Il procuratore di Catanzaro è finalista del "premio Nobel della sostenibilità". Perché «la lotta alla corruzione è condizione necessaria» per uno sviluppo amico dell'ambiente
Nicola Gratteri

Poliedrico Nicola Gratteri: tre anni fa fu finalista – e alla fine anche vincitore – del premio letterario Caccuri (località dell’altopiano della Sila) con Ferruccio de Bortoli e Tiziana Ferrario, oggi è finalista insieme ad altre quattro personalità e organizzazioni di vari paesi di un concorso internazionale. Si tratta del WIN WIN Gothenburg Sustainability Award, una specie di premio Nobel della sostenibilità promosso dal Comune di Göteborg, dalla Contea di Västra Götaland (una delle ventuno regioni in cui è suddivisa amministrativamente la Svezia), e da undici entità e aziende industriali svedesi.

Cosa c’entra un procuratore della Repubblica specializzato nella lotta alla criminalità organizzata con un premio ispirato ai contenuti della Dichiarazione di Rio sull’ambiente e lo sviluppo approvata ai margini del Summit sulla Terra del 1992, storicamente il primo appuntamento Onu sulle questioni ambientali? C’entra perché fra gli obiettivi del cosiddetto sviluppo sostenibile, fissati dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2015, c’è anche la «riduzione sostanziale di corruzione e bustarelle» come condizione per uno sviluppo sostenibile. E scopo dei promotori del premio è, come spiegano nel comunicato stampa che rivela i nomi dei cinque finalisti di quest’anno, «stimolare la creatività e realizzare durevoli sinergie nell’atto di ricercare il giusto equilibrio fra bisogni ecologici, ambientali e sociali».

La motivazione della giuria

L’importo assegnato al vincitore è di 1 milione di corone svedesi, cifra di poco inferiore ai 100 mila euro. In passato il premio è stato assegnato a personalità come l’ex primo ministro norvegese e direttore dell’Oms Gro Harlem Brundtland, l’ex segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan e il vicepresidente americano Al Gore.

Nicola Gratteri è stato selezionato fra 64 nominativi di 34 paesi indicati alla giuria (composta da esponenti delle istituzioni, del mondo ambientalista e delle imprese tutti cittadini svedesi) perché «pubblico ministero nel più grande processo d’Italia contro la mafia, responsabile dell’incriminazione di oltre 350 persone per presunti legami con l’organizzazione mafiosa “’Ndrangheta” che opera nell’Italia meridionale. La giuria ha nominato Gratteri per la sua determinazione nel mettere la sicurezza collettiva davanti alla sua sicurezza personale, al prezzo di essere costretto a vivere sotto costanti minacce di ritorsione da parte delle organizzazioni criminali che si è impegnato a combattere. La vicenda di Nicola Gratteri dimostra quanto sia importante che i paesi abbiano istituzioni legali perfettamente funzionanti che sono rispettate e usate in modo corretto».

Gli altri nomi in lizza

Gli altri finalisti con cui Gratteri se la dovrà vedere sono l’islandese Jóhannes Stefánsson, che ha denunciato le bustarelle pagate dalla sua compagnia di pesca alle autorità della Namibia; Integrity Watch Afghanistan (Iwa), organizzazione no profit afghana che denuncia la corruzione nel paese e sorveglia i progetti governativi attraverso volontari attivi nelle regioni più pericolose dell’Afghanistan; il Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (Icij), un network di reporter e media che indaga sulla corruzione ad alti livelli e che ha pubblicato inchieste sui cosiddetti Panama Papers e sui campi di detenzione degli uiguri in Cina; infine Hamzat Lawal, attivista nigeriano cofondatore dei progetti Connected Development e Follow the Money, che investigano e documentano l’uso del denaro pubblico e degli aiuti internazionali in Nigeria attraverso una rete di 37 reporter su tutto il territorio della federazione. Il nome del vincitore del concorso sarà comunicato il prossimo 21 aprile.

Cosa c’entra la lotta alla corruzione?

Nel suo comunicato che annuncia i nomi dei cinque finalisti l’organizzazione spiega perché il premio di quest’anno per lo sviluppo sostenibile premierà chi sta lottando contro la corruzione: «4.000 mila miliardi di dollari. A tanto ammonta il denaro perso ogni anno a causa della corruzione secondo l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico che riunisce 37 paesi industrializzati del mondo, ndr), la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale. Una cifra enorme, che può essere paragonata coi 2.930 miliardi di dollari che rappresentano il gap finanziario che va colmato se si vogliono raggiungere gli obietti Onu di Sviluppo sostenibile entro il 2030. Quest’anno il WIN WIN Gothenburg Sustainability Award sottolinea gli sforzi che contrastano e mettono sotto ai riflettori la corruzione. Dichiariamo che la lotta alla corruzione è una condizione necessaria per uno sviluppo globale e sostenibile».

@RodolfoCasadei

Foto Ansa

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