Ora in Venezuela manca perfino l’acqua corrente
Il Venezuela annaspa in una crisi economica e umanitaria senza fine. Se fino ad oggi il popolo doveva far fronte alla carenza cronica di viveri e medicinali, da un mese si è aggiunta una nuova emergenza: la mancanza di acqua e di elettricità. Ma il dittatore Nicolas Maduro, invece di cercare di risolvere quest’ultimo imbarazzante problema per uno Stato seduto sulle riserve petrolifere più grandi al mondo, pensa solo a come far fuori l’oppositore Juan Guaidó.
«REVOCATE L’IMMUNITÀ A GUAIDÓ»
La Corte Suprema venezuelana ha appena chiesto all’Assemblea costituente, illegittima e composta esclusivamente da sostenitori del regime, di revocare l’immunità parlamentare del leader dell’opposizione e capo del Parlamento Juan Guaidó, riconosciuto come presidente ad interim da circa 50 paesi nel mondo. L’obiettivo è incriminarlo per aver ricevuto fondi illeciti dall’estero, istigazione alla violenza e violazione del divieto di lasciare il paese.
Il regime sta cercando il modo migliore per eliminare politicamente
Guaidó, come già fatto con i leader dell’opposizione Henrique Capriles e Leopoldo Lopez prima di lui. Pochi giorni fa, il controllore generale del Venezuela, Elvis Amoroso, nominato dai chavisti, ha annunciato che Guaidó non potrà accedere a cariche pubbliche per 15 anni. Secondo il funzionario, si sarebbe fatto pagare 91 viaggi all’estero da organizzazioni internazionali.
«DA 15 GIORNI NON ARRIVA ACQUA IN CASA»
Mentre Maduro è impegnato a cercare il modo per togliere di mezzo Guaidó, i venezuelani sono senza elettricità e acqua. A partire dalla massiccia interruzione di corrente del 7 marzo, il paese è stato investito quasi ogni giorno da blackout. Ne hanno risentito i trasporti pubblici e l’acqua corrente, che arriva a sgoccioli nelle case.
Ieri Maduro ha rimosso il ministro per l’Elettricità, nominando al suo posto un ingegnere, Igor Gaviria. Il giorno precedente aveva annunciato che la fornitura elettrica sarebbe stata «razionata per 30 giorni» per risolvere il problema dei blackout, senza fornire spiegazioni più precise.
«Da 15 giorni non arriva acqua in casa», ha dichiarato disperata all’Associated Press Maria Rojas. «Ci riversiamo tutti in strada alla ricerca di acqua più o meno pulita da bere». I venezuelani che hanno provato a scendere in strada per protestare sono stati subito dispersi dai
“colectivos” chavisti in motocicletta, che hanno aperto il fuoco contro i manifestanti.
ADDIO PETROLIO
Il problema non è solo dei cittadini. I blackout hanno dimezzato anche la produzione di greggio, indispensabile al Venezuela per sopravvivere: secondo una stima di Energy Aspects, le interruzioni nella fornitura di corrente impediranno di estrarre circa 600 mila barili al giorno. Il paese sta dunque momentaneamente producendo solo 500 mila barili al giorno e, a causa delle sanzioni americane, ci sarebbero undici petroliere cariche di barili che ancora non sanno a chi venderlo. Caracas sembra vicina al definitivo collasso.
Foto Ansa
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