Occupazione ex Cuem. Cronaca dell’assemblea in Statale tra spinelli, punkabbestia e sindacalisti
Prosegue l’occupazione dell’ex libreria Cuem nell’Università di Milano. Venerdì 10 maggio c’è stata l’assemblea per decidere cosa fare nel fine settimana. Una decisione non è stata presa. Ma sembra che qualcuno degli occupanti proverà ad accamparsi a partire da venerdì sera e per tutto il week end per evitare che l’università prosegua con lo sgombero dell’aula.
OCCUPANTI. Che in Statale non sia un giorno come tutti gli altri lo si capisce fin dall’ingresso. Appoggiato allo stipite in via Festa del Perdono 7 c’è un occupante con una bottiglia di Heineken da 66 cl mezza vuota in mano che sorseggia e si fuma una sigaretta. Parla con un’amica, avranno almeno trent’anni. Entrando si odono rumori più consoni a quelli di un’officina che non a un’università: sono gli occupanti dell’ex Cuem che trapanano e armeggiano con utensili nell’aula sgomberata. I più attivi dimostrano una certa dimestichezza con i lavori che un’occupazione richiede: bloccare gli ingressi dell’aula, preparare striscioni, i cori e le casse per l’assemblea. Nell’aria c’è odore di bomboletta spray. L’avviso dell’assemblea in programma per le 14, incivilmente scritto sul muro bianco dell’Aula Magna, è appena stato cancellato dai bidelli.
Nell’aula ci sono una decina di persone squadrate con sorpresa da tutti quelli che passano. «Cosa c’è, non avete mai sentito dei rumori prima d’oggi?», domanda eccitato uno di loro. Intanto tutt’intorno prosegue la normale vita accademica tra lezioni, lauree e incontri tra studenti e docenti.
ASSEMBLEA. L’assemblea comincia con mezz’ora di ritardo. C’è anche l’hashtag per la diretta twitter, “#standup4excuem”. «Non so chi di voi abbia letto la mozione a sostegno del rettore», quella firmata con un solo voto contrario da Consiglio di amministrazione e Senato accademico, si domanda una studentessa che ha l’aria di essere una molto impegnata. «Io l’ho trovata illeggibile». Nessuno risponde. Poi prende la parola quello che sembra essere un capo: «Vorrei fare una precisazione, da parte nostra il dialogo col rettore c’è stato, ma le nostre richieste sono state giudicate impresentabili». «Noi non dobbiamo adattarci a questo mondo statico», dice un altro, «ma serve che ci sia un continuo evolversi di spinte individuali verso la collettività, dobbiamo andare oltre gli esami e le nozioni, servono scambio continuo e contaminazione e si può anche sfruttare un professore quando ne sa più di noi, ma lui deve essere disposto a imparare da noi, per un contributo al sapere costruito insieme». Applausi.
POCHI STUDENTI. Ma quali studenti? Intorno al consesso (una cinquantina di persone) riunito davanti all’aula magna, dove avrebbe dovuto presentarsi il rettore Gianluca Vago per conferire la laurea honoris causa all’ostetrica Marisa Cantarelli, che in Italia ha rivoluzionato il modello di prestazioni infermieristiche incentrandolo sull’individuazione dei bisogni del malato, bazzicano tipi che con l’ateneo paiono averci poco a che fare. C’è un energumeno con un ragno tatuato sul collo e un fallo sul braccio. Intorno a lui quattro o cinque persone che i trent’anni li hanno superati da tempo. Vestono con scarpe da escursionismo, pantaloni e felpe sporche. Parlottano, controllano che l’assemblea prosegua, poi se ne vanno. C’è un ragazzo in preda a spasmi da droga. Un altro (nella foto) si rolla del tabacco in una cartina lunga, ma solo dopo averci sciolto dentro qualcosa. «Ho appena visto una compagna in biblioteca che sta lì dagli anni Ottanta», fa sapere uno col pizzetto che va per i quaranta e sta in piedi a lato di un punkabbestia.
SINDACALISTI. L’assemblea prosegue con l’intervento solidale di un esponente di Macao. Frank, così si fa chiamare, dice senza troppo entusiasmo e prima di andarsene: «Vi porto la solidarietà di Macao. È assurdo che non vi lascino uno spazio autogestito da voi, soprattutto quando il mercato e le istituzioni non riescono più a creare cultura. Hanno paura di voi». La parola, poi – senza che la platea ne comprenda a pieno il motivo – passa a un sindacalista (Cgil e Usb hanno approvato l’occupazione dell’ex Cuem): «Io c’ero nei tempi importanti», esordisce il paladino dei dipendenti, riferendosi agli anni Settanta, «hanno voluto farvi credere che erano gli anni della violenza, ma in realtà sono stati gli anni del conflitto, dello scontro tra classi sociali». Certo, spiega dopo, «dei morti ci sono stati, da una parte e dall’altra». Ma quello che conta, per il sindacalista, è che «vi accorgiate che vi stanno rubando il futuro», «che viviamo in una democrazia apparente, ma in realtà è una dittatura». «Vi hanno cacciato come una malattia ed è importante che voi siate qua oggi a difendere quei cento metri quadri».
FINE. Dopo quasi due ore, proprio mentre in assemblea un ragazzo dice «so che la parola “compromesso” oggi ci fa venire a tutti l’orticaria, ma è una cosa che dobbiamo considerare», interviene il capo ricordando che «siamo qui per decidere cosa fare questo fine settimana». Tre le opzioni sul tavolo: restare passivi e lasciare che l’università riprenda lo sgombero dei locali, restare e continuare l’occupazione, ripresentarci tutti lunedì. Nessuna delle tre opzioni viene scelta, anzi, viene letto un comunicato conclusivo che, per forza di cose, è stato scritto prima o al massimo durante lo svolgimento dell’assemblea, alla faccia della democrazia. Decreta «il divieto d’accesso delle forze dell’ordine in università», «l’espulsione ad interim di Gianluca Vago e dei componenti di Senato accademico e Cda», «la messa al bando degli spazi vuoti attualmente denominati “rettorato” per l’assegnazione a gruppi di studenti». A questo punto il corteo, abbandonato dai presunti studenti, si dirige verso l’uscita. Sosta per lunghi minuti, dimostrando una certa esperienza, di fronte ai fotografi della stampa e alle telecamere. Poi la capocoro intona con voce squillante lo slogan: «Fiducia nel rettore noi non ne abbiamo, la Cuem è nostra e ce la riprendiamo!». Gli altri rispondono con voce sempre più calante e meno entusiasta. Lentamente si avviano in marcia. Una ventina di poliziotti, in assetto antisommossa, sorveglia il rettorato. Gli gireranno intorno.
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15 commenti
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La cosa che mi stupisce sempre
è l’ignoranza e il pre-concetto.
E’ la differenza che passa tra una persona
e il fantoccio che è trascinato da stanchi riti ,fini a se stessi, ……senza speranza.
Personalmente vorrei capire anche un’altra cosa.
Che hanno da dire su queste “okkupazioni” i maestrini della sinistra che ci bacchettano sempre sull’importanza della “legalità” e del suo rispetto?
E un’altra cosa ancora vorrei capire.
La Magistratura non ha l’obbligatorietà dell’azione penale?
E perchè su queste evidenti illegalità non si muove mai da subito, come invece fa su molte altre “questioni”?
domanda legittima Flax, ma la risposta è ovvia: la Magistratura è di sinistra, i media sono di sinistra, la polizia fa quello che gli dice la magistratura e il governo è di sinistra. I centri sociali occupano abusivamente case dagli anni 90 alla luce del sole, prima occupavano lo stesso ma si chiamavano potere operaio, lotta operaia, brigate per il comunismo e altrti delinquenti simili. Tutti questi fauni vivono di odio e droga, ma moriranno anche loro
Atmosfera simile ai convegni di Cl, solo senza droga ma con il modernismo ascetico della Compagnia delle Opere. Ieri Gherardini in un articolo ha demolito Giussani.
“Atmosfera simile ai convegni di Cl, solo senza droga ma con il modernismo ascetico della Compagnia delle Opere”
Ti correggo canne e droghe varie girano anche durante i convegi di CL, vedesi Meeting di Rimini in primis …..
Bello fare il troll eh? Ma sì, ti capisco in fondo. Anch’io mi diverto a fare così…
pensa pure quello che vuoi, non mi importa io dico solo quello che ho visto quando ci sono andato, e ci son andato per ben 3 anni di fila quindi nn credo sia un caso quello che ho visto…
Evidentemente eri tu quello che si faceva le canne al Meeting e poi ha avuto le “visioni”…
Si si come no, secondo te tutti i ciellini che sono presenti al meeting sono immacolati e illuminati dallo spisrito santo?? a già dimenticavo che sei ciellino e che ragionate come i mafiosi “la famiglia non si tocca”….
E anche fosse? Tu lo sei? Tuo padre e tua madre lo erano davvero?
E’ questo il vero problema? Essere perfetti?
Ma nessuno lo è: allora vince solo il potere, cioè la mafia.
Sei tu che ragioni come un mafioso. Ma è un ragionare cretino.
beh dai noto dei progressi nel tuo modo di ragionare, ammetti , se pur non in modo esplicito, che canne e droge varie girano anche alle assemblee di CL…. un piccolo passo verso il vero ragionare e non l’indottrinamento.
Non dovresti progredire anche tu nel ragionamento?
E’ tipo dell’atteggiamento farisaico cercare la pagliuzza nell’occhio dell’altro senza vedere la trave nel proprio.
Questo è un brutto sintomo, peggio di ogni indottrinamento: è incapacità di comprendere la realtà.
Non hai ancora capito che il punto non è quello che “gira nelle assemblee di CL”, ma è ben altro?
Il punto è come trovare e dove trovare ciò che non degrada, ma salva tutta la vita di un uomo, di ogni uomo e quindi una società civile, una civiltà, una nazione…
trtrterterte
ciao