“O Pos o muerte”. Ma davvero?!

Di Fabio Cavallari
07 Dicembre 2022
Che noia questa morale piagnona e moralista sul pagamento elettronico da parte di chi vede solo evasori fiscali ovunque

Sotto gli strepitii e l’indignazione “o Pos o muerte”, messi in scena dopo la decisione del Governo di innalzare il limite minimo (da 30 a 60 euro) sopra il quale gli esercenti sono obbligati ad accettare pagamenti elettronici, anche Palazzo Chigi vacilla e precisa con un comunicato stampa che «sono in corso interlocuzioni con la Commissione europea dei cui esiti si terrà conto nel prosieguo dell’iter della legge di Bilancio».

Ora, si faccia quel che si vuole, ma sentire parlare di “scelta scellerata, un invito all’evasione fiscale” da Letta e dai cinquestelle, fa una certa impressione. Non tanto per il provvedimento in sé, quanto per il tono con cui esso è stato accolto, al punto da far ripensare anche il Governo sulla bontà del medesimo.

Il sacro Graal della lotta all’evasione

La domanda è semplice. Ma davvero?! Ma davvero qualcuno crede che la lotta all’evasione si combatta in questi termini? È il solito vecchio giochino governo-opposizione, oppure ci credono davvero? Viene da pensare che questa gente viva fuori dal mondo reale da decenni o che non ci sia mai entrata per virtù che io non riesco neppure a immaginare. Ma davvero, queste persone non hanno mai a che fare con un problema domestico? Non faccio nomi di alcuna categoria di professionisti, perché sarebbe sbagliato nei loro confronti, ma davvero ligi alla sacra morale del fisco e fedeli all’etica civile, i nostri parlamentari non hanno dato a chicchessia qualche spicciolo per pagare un caffè? Sono tutti discepoli dell’ex ministro delle Finanze Tommaso Padoa Schioppa che disse: «Pagare le tasse è bellissimo»?

Io, ovviamente, mi genufletto a cotanta ragion di Stato, a questo livello di responsabilità che rasenta una beatificazione laica, ma allora se loro vivono nel mondo reale, esiste una realtà parallela in cui abitano tutti i disgraziati come me. Perché a fronte delle bollette di gas e luce che triplicano, ad una pressione fiscale, data dal rapporto tra le entrate fiscali e il Pil, che ha raggiunto il 43,8 per cento, dalle mie parti la fede civile, la ragion laica della Costituzione, la fattura fin che morte non ci separi, e il Pos come il sacro Graal della lotta all’evasione, vanno letteralmente a farsi benedire.

Moralismo piagnone

La verità è che esiste solo un metodo che consentirebbe di azzerare, perlomeno la media evasione (per quella a sei cifre ci vogliono esperti, e soprattutto la voglia di metterci le mani), ed è quella di rendere detraibile ogni spesa che fa il cittadino (con la percentuale che meglio credono lorsignori), affinché sia conveniente farsi rilasciare la fattura, sia per l’erogatore della prestazione sia per il cliente.

Altrimenti non rimangono che due scelte: affidarsi alla morale piagnona e moralista (ma bisogna essere iscritti antropologicamente al Pd) oppure istituire una Polizia repressiva fiscale a caccia del caffè pagato in nero. Ma sul Pos, consentitemi una risata.

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