Nzapalainga: «Papa Francesco ci ha mostrato che la fede può spostare le montagne»

Di Leone Grotti
23 Aprile 2025
Intervista al cardinale del Centrafrica, in arrivo a Roma per i funerali del Pontefice e il conclave: «Bergoglio non parlava del Vangelo, lo viveva. Ha cambiato il mio paese. Alla Chiesa serve un pastore che richiami tutti a Dio»
Papa Francesco apre la porta santa per il Giubileo straordinario della misericordia a Bangui, capitale del Centrafrica, nel 2015
Papa Francesco apre la porta santa per il Giubileo straordinario della misericordia a Bangui, capitale del Centrafrica, nel 2015 (foto Ansa)

«Papa Francesco ha salvato la Repubblica centrafricana e ha mostrato al mondo che la fede può spostare le montagne». Sa di che cosa parla l’arcivescovo di Bangui, il cardinale Dieudonné Nzapalainga. Nel 2015 l’immenso paese incastonato al centro del Continente nero e grande due volte l’Italia, ma abitato soltanto da cinque milioni di persone, era ancora in preda a una sanguinosa guerra civile. Visitare il Centrafrica, una delle nazioni più povere al mondo, era altamente sconsigliato, ma testardamente e caparbiamente papa Bergoglio non volle sentire ragioni e il 29 novembre di quell’anno anticipò l’inizio del Giubileo straordinario della misericordia aprendo la porta santa a Bangui. «Papa Francesco non parlava del Vangelo, lo viveva: lo portava non tanto con i discorsi, ma con i fatti. Così ha cambiato il cuore del mio paese», dichiara il cardinale a Tempi dall’aeroporto di Addis Abeba, in attesa di imbarcarsi sul volo che stamattina lo porterà a Roma per i funerali di Francesco, scomparso lunedì, e il Conclave.

Eminenza, quanto è stata importante la visita di papa Francesco nel 2015 per il Centrafrica?

Il Centrafrica era un paese dimenticato, abbandonato da tutti e lui ha avuto il cuore e il coraggio di ricordarsi di noi nel Giubileo della misericordia. Il Papa si è chinato su di noi, ha portato il Centrafrica sulle prime pagine di tutti i giornali. La gente ha capito che attraverso Francesco era Dio che li stava visitando e così si sono mobilitati tutti per condividere il messaggio di unità e fraternità che il Papa ci ha portato. La grande Messa allo stadio, con protestanti e musulmani, è stata indimenticabile.

Leggi anche

Papa Francesco ha insistito per visitare il Kilomètre 5, il quartiere musulmano della capitale dove nessun cristiano entrava e dal quale nessun musulmano usciva.

Sì, lui si è preso il rischio di andare là ed entrare nella moschea. Poi quando è uscito per venire allo stadio, tutti i musulmani l’hanno seguito, scortandolo, e si sono uniti a noi cristiani. Il Papa ci ha liberati, ci ha mostrato che la fede può spostare le montagne.

Dieudonné Nzapalainga
Il cardinale Dieudonné Nzapalainga benedice un bambino musulmano nel Kilomètre 5 a Bangui, in Centrafrica (foto Tempi)

Che cosa ci dice questo gesto del suo pontificato?

Il Papa ha speso la vita per portare un solo messaggio: niente è più forte della fede.

Il Centrafrica è cambiato dopo la sua visita?

Non volevano lasciarlo venire in Centrafrica, perché era pericoloso, ma lui ha insistito ed è avvenuto il miracolo. Dopo la sua visita, ci sono state le elezioni e i centrafricani hanno iniziato a collaborare per il bene del paese. Papa Francesco ha risvegliato la nostra fede e ci ha aperto la porta della pace. Prima i nostri cuori erano pieni di odio e vendetta, lui è venuto per portarci misericordia e perdono. Il Centrafrica è diventato la “capitale spirituale del mondo”, il Pontefice ci ha aiutato a disarmare i cuori e a riempirli di giustizia, amore e fraternità.

Qual è stato il tratto distintivo del papato di Francesco?

Lui ci ha rivelato Gesù Cristo, che si è fatto piccolo per raggiungerci. Anche il Papa ha fatto questo, non in modo teorico, ma pratico. È un uomo che viveva il Vangelo.

Leggi anche

I giornali italiani parlano di Francesco come di un papa “rivoluzionario”. Lei che cosa ricorderà di più di Bergoglio?

Il suo amore per Gesù, che ha nutrito fino alla fine: Francesco era disponibile all’azione del mistero. Io penso anche che non dimenticheremo il suo sorriso: ci ha mostrato che Dio è in grado di portare la gioia nei cuori.

Eminenza, presto parteciperà al Conclave. Di che cosa ha più bisogno oggi la Chiesa universale?

La Chiesa ha bisogno di un pastore che richiami tutti i popoli, tutte le Chiese e tutti i cristiani a Dio. Come ha fatto papa Francesco, che ha indetto il Giubileo della speranza, bisogna mostrare la strada anche a chi è più lontano dalla fede. Serve qualcuno che indichi la via della fraternità e dell’unità al mondo.

Articoli correlati

2 commenti

  1. PIER LUIGI COLLEONI

    Un commento lo scrivo, tanto so che me lo censurerete, giustamente perché il papa è il papa e un cattolico non lo può criticare apertamente. soprattutto qundo è morto ed ancora caldo.
    Credo piuttosto che lui manifesttava la sua personalità eccentrica ed egocentrica giustificandola con il vangelo.
    Profeta, un po’ forse, frasi ad effetto… ma che pessimo amministratore, incapace di trovarsi collaboratori (servi sì, ma collaboratori no!), astratto. Incapace di indicare il vangelo quando questo è una sfida alla mentalita del tempo. Confusione, ambiguità mascherata da discernimento, debole con i forti e forte e severo con i deboli.
    Frasi ambigue per piacere ai media e parole dure ai suoi figli più vicini, ai cattolici più carismatici: ordine di Malta, Card. Becciu, Burke, Opus, Fraternità San Pietro, Francescani dell’Immacolata, Comunione e Liberazione, vescovi e cattolici cinesi martiri proprio per essere a lui fedele… rimproveri, battute sprezzanti, caricature, controlli, commissariamenti… Ha approffittato delle debolezze e degli errori delle persone queste autentiche comunità per criticare, dividere, punire, dimenticando completamente tutto il bene che hanno fatto, la missione realizzata e la sofferenza vissuta.

    Caro redattore, ti capisco, che con il tuo “insindacabile giudizio” dovrai sopprimere questo commento, ma forse anche tu sei un po’ d’accordo con me, vero?

  2. ANTONIO SAVO

    Ma il Santo Padre Francesco che ha portato Gesù in Centrafica, che mostra Gesù a chi è più lontano dalla fede è lo stesso papa Francesco secondo cui «tutte le religioni sono un cammino per arrivare a Dio», senza ulteriori precisazioni, vanificando con queste poche parole la verità che solo in Gesù Cristo c’è la salvezza ?