Nyt: tra i 100 libri più importanti negli Usa, un italiano. Leopardi

Di Redazione
04 Gennaio 2012
Il New York Times stila la classifica dei 100 libri più importanti pubblicati negli Stati Uniti nel 2011. Tra Stephen King, David Foster Wallace, Don Delillo e Amos Oz spicca il nostrano Leopardi, tradotto da Jonathan Galassi, presidente della casa editrice Farrar, Straus and Giroux

In America il 2011 si chiude all’insegna della letteratura. Il sito del New York Times ha realizzato una panoramica dei cento libri più importanti pubblicati negli Usa nell’anno appena trascorso. La classifica vede testi già conosciuti dai bibliofili nostrani: 22/11/63 di Stephen King, che racconta l’assassinio di John  Fitzgerald Kennedy, o Il re pallido di David Foster Wallace.

La classifica ha anche la pregevole qualità di anticipare i nuovi successi. Alcune opere, ancora inedite nello stivale, sono presenti nella pagina con tanto di prezzo, numero di pagine e copertina. Come The angel Esmeralda, raccolta di short stories firmata Don Delillo scritta negli ultimi trent’anni. Gli autori americani sono preponderanti, giocano in casa. Tuttavia non mancano sentori esotici. Nell’articolo del Nyt, compaiono sia Scene dalla vita di un villaggio dell’israeliano Amos Oz – in Italia edito da Feltrinelli – e 1Q84 di Haruki Murakami – portato nello stivale dai Supercoralli di Einaudi.

Per trovare autori made in Italy bisogna armarsi di pazienza. Ma la ricerca non sarà vana. Con sorpresa ­– e con piacere – i Canti di Giacomo Leopardi conquistano il Nuovo Mondo. La traduzione di Jonathan Galassi, presidente della casa editrice Farrar, Straus and Giroux, uno degli otto gruppi editoriali più influenti oltre oceano, ha riscosso notevole successo.

Il piccolo recanatese storpio, vessato dal caso e dal disamore, ha la sua rivincita. Negli Stati Uniti la voluminosa traduzione di cinquecento pagine potrebbe liberare Leopardi dalla nomea di autore di nicchia. Le testuali parole del Nyt: «Con questa traduzione, potrebbe diventare importante per la letteratura americana quanto Rilke e Baudelaire».

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