Nuova ondata di arresti di preti in Nicaragua. I numeri della persecuzione

Di Paolo Manzo
05 Agosto 2024
Ennesima “retata” nella diocesi di Matagalpa, quasi ottomila celebrazioni religiose sospese, decine di arresti ed espulsioni. Il rapporto delle Nazioni Unite certifica i crimini contro la Chiesa del dittatore Ortega
Persecuzione contro la Chiesa in Nicaragua: in 48 ore almeno 11 sacerdoti e diaconi arrestati dalla dittatura (foto Ansa)
Persecuzione contro la Chiesa in Nicaragua: in 48 ore almeno 11 sacerdoti e diaconi arrestati dalla dittatura (foto Ansa)

Il dittatore Daniel Ortega e sua moglie, il vice-dittatore Rosario Murillo, sono i principali istigatori dell’odio contro la Chiesa in Nicaragua e coloro che hanno ordinato tutte le azioni repressive contro le istituzioni religiose del paese centroamericano, coinvolgendo diverse istituzioni statali. Pertanto, sono i principali autori di “crimini contro l’umanità” contro la religione cristiana.

Questa, in estrema sintesi, la conclusione dell’ultimo rapporto del Gruppo di esperti sui diritti umani in Nicaragua (Ghren), delle Nazioni Unite, reso pubblico il 22 luglio scorso: 95 pagine tutte da leggere (l’intero rapporto, in spagnolo, potete scaricarlo in pdf qui) e ignorate dai media occidentali, non è dato sapere perché.

L’ultima “retata” a Matagalpa, arrestati 11 preti

Ortega ha interpretato questo silenzio sepolcrale come un “avanti così” e, approfittando del dramma venezuelano, non deve stupire che tra il 1 ed il 2 agosto, la satrapia del Nicaragua abbia rapito, in meno di 48 ore, 11 tra sacerdoti e diaconi. Si tratta di monsignor Ulises René Vega, monsignor Edgar Sacasa, i preti Jairo Pravia, Víctor Godoy, Marlon Velasquez, Antonio López, Raúl Francisco Villegas e Salvador de las Calabazas, il diacono Ervin Aguirre ed i frati Silvio José Romero e Ramón Morras. Dieci di loro appartengono alla diocesi di Matagalpa, quella di monsignor Rolando Álvarez. Questo attacco del regime contro la Chiesa cattolica del paese fa parte della peggiore fase di repressione dall’aprile 2018, quando le proteste nella nazione centroamericana furono represse nel sangue e i paramilitari sandinisti uccisero tra 350 e 500 persone, quasi tutti studenti universitari ha denunciato l’avvocato nicaraguense Martha Molina, intervistata da Tempi più volte.

Forse, con questa «retata nella diocesi di Matagalpa», come ha denunciato la storica “Comandante 2″ del sandinismo Dora María Téllez, i media daranno notizia del rapporto l’Onu uscito due settimane fa che dettaglia come Ortega e Murillo, dal 2018, abbiano incitato alla «discriminazione, ostilità e violenza», contro le istituzioni religiose e i loro membri, descrivendo con documenti e testimonianze tutte le violazioni note che, «in modo sistematico, intenzionale e pianificato», la dittatura del Nicaragua ha commesso contro la Chiesa cattolica nel paese centroamericano.

Il rapporto Onu: 84 sacerdoti espulsi dal Nicaragua dal 2018

Le violazioni più ricorrenti elencano centinaia di minacce, molestie, aggressioni fisiche, detenzione arbitraria, violazioni del diritto a un processo equo, oltre alla privazione arbitraria della nazionalità per almeno 22 religiosi, e a violazioni reiterate del diritto alla libertà di circolazione per preti e suore.

Inoltre, denuncia il Ghren, la dittatura ha perpetrato decine di espulsioni di religiose e religiosi. Nel quadro dell’escalation repressiva intrapresa dal regime a partire dal 2018, il rapporto segnala che almeno 84 sacerdoti sono stati espulsi dal paese, così come 70 suore di diversi ordini. A tutto questo si aggiunge la confisca dei beni della chiesa, le cancellazioni di organizzazioni di beneficenza, educative e di predicazione della parola di Dio.

Vietate 7.976 celebrazioni religiose tra il 2023 e il 2024

Come parte della persecuzione religiosa, la dittatura Ortega-Murillo, solo tra il 2023 e il 2024, ha vietato 7.976 celebrazioni religiose in tutto il paese, comprese decine di messe di anniversario in ricordo degli studenti uccisi durante le proteste del 2018. Secondo il rapporto, nel 2023, in totale ne sono state vietate almeno 3.176, escluse quelle solitamente effettuate durante il Venerdì Santo e la Quaresima. Inoltre, dettaglia che almeno 21 arresti di religiosi sono stati registrati lo scorso anno. Nei primi mesi del 2024 il regime ha invece vietato almeno 4.800 processioni e sono state arrestati otto preti. «Tuttavia, in entrambi gli anni, il numero potrebbe essere più alto, poiché le attività previste nelle parrocchie e nelle chiese delle comunità rurali non sono state incluse nel rapporto», ha chiarito il Ghren, istituito dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite nel 2022 ed il cui mandato, se non sarà rinnovato, scadrà il 31 marzo 2025.

«Fino alla chiusura del documento, il gruppo di esperti non aveva registrato aggressioni simili contro altre confessioni non cristiane, che hanno una presenza limitata nel paese», si legge nel rapporto, che denuncia anche come i sacerdoti siano stati vittime di «nudità forzata», sia nel complesso Evaristo Valle conosciuto come El Nuevo Chipote, che nel carcere Jorge Navarro di Tipitapa. Nel Nuevo Chipote, almeno nove sacerdoti sono stati detenuti in un «ambiente di tortura», subendo pratiche illegali come l’isolamento prolungato, minacce ed insulti e non hanno avuto accesso alle bibbie né è stato permesso loro di pregare.

La repressione della Chiesa in Nicaragua con la complicità delle istituzioni

Con una valanga di testimonianze e documenti, il gruppo di esperti Onu scrive che «ha ragionevoli motivi per credere che le violazioni, gli abusi e i crimini documentati siano avvenuti a seguito di atti o omissioni di agenti e rappresentanti di varie istituzioni statali, tra cui principalmente il potere legislativo, la magistratura, la polizia nazionale, la procura generale della Repubblica e il ministero dell’Interno». Inoltre, le Nazioni Unite sottolineano che hanno ragioni sufficienti per credere che «il presidente e il vicepresidente hanno usato varie istituzioni dello Stato per reprimere sistematicamente i membri della Chiesa cattolica e altre confessioni cristiane, oppositori o percepite come tali, e che i loro ordini sono stati eseguiti in modo efficace e coordinato su tutto il territorio nazionale». Gli specialisti ritengono che Ortega e Murillo, insieme a diverse istituzioni che hanno seguito i loro ordini, abbiano commesso e continuano a commettere «crimini contro l’umanità» contro la Chiesa cattolica e altre denominazioni cristiane.

Secondo il rapporto, infine, «gli stupri, gli abusi e i crimini indagati dal Gruppo di Esperti danno luogo alla responsabilità dello Stato del Nicaragua» e «in alcuni casi, tali crimini generano responsabilità penale individuale, sia in virtù del diritto internazionale penale che in conformità con i tipi penali nella legislazione nicaraguense o di paesi terzi». Una spada di Damocle per Ortega e Murillo, che lascia aperta una finestra affinché la coppia dittatoriale ed i loro complici possano essere accusati di crimini contro l’umanità contro la Chiesa in qualsiasi Stato che abbia giurisdizione, Italia compresa.

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