Un libro raccoglie i pensieri di chi ha riflettuto sulla dimensione collettiva di un sentimento ambivalente. Da De Luca e Zanatta fino a Belardelli e Baldassini
Alzi la mano chi non ha mai provato nostalgia. Arduo a credersi. Chiunque, a distanza di anni, rimuginando su una situazione, un luogo, un rapporto amicale o amoroso, può sentire una certa mancanza dentro di sé. A livello individuale, insomma, è un sentimento potremmo quasi dire naturale, comprensibile e, tutto sommato, pacifico. Come spesso succede, però, quando dalla dimensione individuale si passa a quella collettiva, lì sorgono i problemi.
Quando infatti la nostalgia diviene alla base di un movimento di natura collettiva, le cose cambiano. Perché? È semplice: tale sentimento può essere sfruttato da questo o quel leader politico in chiave oppositiva e aggressiva. La politica è abilissima nello sfruttare emozioni e sentimenti per alimentare insofferenze, ansie, paure. È molto più facile, dopo tutto, essere insoddisfatti del presente, idealizzando un mitico passato, piuttosto che vedere i miglioramenti che ci sono stati rispetto a ieri. Si tende, cioè, diceva José Ortega y Gasset, ...