Nonie l’anti-islamofascista è «la più odiata del mondo arabo»

Di Colombo Valentina
13 Dicembre 2007

Il 24 ottobre Nonie Darwish, egiziana residente negli Stati Uniti, ha partecipato all’inaugurazione della settimana per la Consapevolezza dell’islamo-fascismo tenutasi all’università di Berkeley. L’atmosfera intorno a lei era tutt’altro che distensiva. Un giornalista di al Jazeera le ha subito detto: «Sei la donna più odiata nel mondo arabo». Nel pubblico alcuni le hanno gridato: «fascista», «razzista». La replica di Nonie, da sempre in prima fila nella lotta al terrorismo islamico, è stata netta e chiara: «Chi parlerà allora per le donne che vengono lapidate e per i musulmani terrorizzati nei paesi musulmani radicali? È triste constatare che ho lasciato la cultura della sharia, dove non avevo libertà di parola, solo per essere zittita in America, da gruppi che sostengono di essere a favore della libertà d’espressione». Ecco il problema: molto spesso l’integralismo islamico e quello della sinistra occidentale si incontrano. I taglia-lingua esistono sia nel mondo arabo sia in Occidente, e come dice la Darwish «i delitti d’onore e la mutilazione genitale femminile possono essere tollerati, ma nessuno oserebbe pronunciare l’espressione “islamo-fascismo”». Cosa che vale, ad esempio, per il burqa, ammesso in Italia e per lo più inesistente nel mondo islamico. Nonie è cristallina: «Di fatto il termine islamo-fascismo è stato coniato da musulmani ed ex musulmani algerini per descrivere i fanatici islamici che trucidarono 150 mila connazionali negli anni Novanta. La guerra globale che stiamo combattendo contro l’islamo-fascismo e il jihad non riguarda solo le bombe e gli aerei dirottati, ma anche la tirannia e l’oppressione delle donne». Le donne infatti sono le prime vittime dell’estremismo islamico. E le femministe alla Franca Rame, favorevoli al burqa, farebbero bene a ricordare il monito di Nonie: «Le femministe occidentali dovrebbero usare un unico metro per la società occidentale e quella islamica. Chiunque lotti per la libertà umana deve aiutare i dissidenti musulmani, uomini e donne, che rischiano la vita per affermare i diritti delle donne nel mondo islamico».    [email protected]

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