
Non il ‘volontario’, o l”assistito’, ma Mario, Paola e Fabio
Nel nostro Paese, attraversato da tensioni ed egoismi politici e sociali, colpisce la testimonianza di chi si occupa di altri dimostrandolo, come dice l’enciclica Deus Caritas est che alla carità non si può rinunciare e che non c’è giustizia che non parta da un gesto concreto di amore al prossimo. Si potrebbero dire tante altre cose sull’orgia di ideologia che opprime le nostre giornate, ma è meglio lasciar parlare i fatti.
Scrive Graziella, membro del Banco di Solidarietà di Varese: «Il Banco di Solidarietà di Varese è ormai nove anni che c’è. In questo tempo si è arrivati ad aiutare tantissime persone. La cosa più interessante che oggi ci testimoniamo è la gratitudine per l’aiuto che un gesto così è per la nostra vita. Il fare con generosità o il dare tempo o il desiderio di aiuto agli altri viene ricompreso in una ragione più grande: la presenza viva di Gesù tra noi che permette tutto questo. Questa riconoscenza piano piano cambia anche il modo con cui noi stiamo al gesto. Il nostro BdS è diventato punto di incontro dove persone che decidono di dedicare un po’ del loro tempo al bisogno dell’altro spesso finiscono col dedicare giornate intere. Il luogo stesso ha cambiato volto divendendo accogliente e l’amicizia nasce spontanea tra chi non si conosceva prima e tra persone di età diversa. Durante il giorno abbiamo la presenza a turno di 12 persone che si occupano del magazzino e di 5 persone che si occupano della parte amministrativa. Altri 50 volontari si occupano della preparazione dei pacchi su tre turni serali. Durante un nostro incontro, ci siamo ridetti il motivo di questo nostro coinvolgimento ed è stato commovente sentire le testimonianze di come il nostro BdS sia per tutti un luogo di incontro, di amicizia, dove ognuno nella piena libertà, con i suoi pregi e i suoi limiti, aderisca alla proposta e si impegni a rispondere al bisogno che ha di fronte, tenendo ben presente che chi ha bisogno è una persona, che ha il mio stesso desiderio sulla vita, il mio stesso cuore. Non “il volontario” ma Mario, Cesare, Toto. Non “l’assistito”, ma Paola, Maria, Fabio. Facendo il BdS siamo aiutati a scoprire il nostro io, a metterlo in gioco ed è una grande grazia (centuplo quaggiù ora e adesso). Questa novità di coscienza ci porta anche a essere precisi e seri anche su tutto ciò, che ormai per le dimensioni, richiede organizzativamente l’opera».
* Presidente Fondazione per la Sussidiarietà
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!