
Noi barnum&cattivi, loro Sobri&Dietologi (Ppi alle cozze e, quasi sweet movie, Unione artigiani nella cioccolata)
Caro direttore, le mie perplessità sul suo giornale le sono già note, tuttavia l’ultimo numero, quello con lo speciale elettorale, mi costringe ad esprimertene di nuove. Non mi scandalizza la pubblicità, anche perché la faccio. Tanto meno “guardo con disprezzo le cose politiche”: nella mia famiglia, prima, e nella mia giovinezza, poi, sono cresciuta a pane e politica, e nonostante tutti i rovesci che si sono abbattutti sul nostro povero Paese continuo a credere che la politica sia una dimensione fondamentale e nobile della vita personale e sociale. La prima politica è vivere, dicevamo anni fa, e la seconda, quella che si fa al governo o all’opposizione, è per aiutare la vita. Ma proprio l’importanza della politica non può giustificare la supina accettazione di “qualsiasi” pagina pubblicitaria, anche quando è lesiva della pietà a cui siamo stati educati. E la quarta di copertina della Lega Nord lo è.
“Pecunia non olet” , si dice con realismo un po’ cinico. Ma questa volta la puzza è davvero irrespirabile. E se già dobbiamo turarci il naso per votare – non Formigoni, certo, ma tutto il circo Barnum di Forza Italia (a cominciare dal suo illustre Cavaliere) e della strampalata coalizione che è stata messa insieme, sì – non chiedeteci di turarci il naso anche per leggere “Tempi”.
Con amicizia Paola Ambrosino, Milano Signorina, non faccia la Milly Moratti. Qui di “supina” non ce n’è, e nemmeno di “qualsiasi”. Sarà bene spiegarci: 1). quella pubblicità è irritante, ma la lesione della pietà non c’entra. A meno che la nostra amica ritenga pietà cristiana il donmazzismo (speculare al leghismo) di chi usa analoghe foto (ha presente certe immaginette che compaiono insieme a certe querce nei foyer di certe chiese?) per procurarsi analoghi voti, ma si straccia le vesti per l’altro aspetto che l’immagine comunica e che esprime, in termini rozzi e brutali quanto volete, quello che però l’Italia, in buona sostanza, è: un paese governato da un governo di nani senz’anima, privo di visione politica e incapace di esprimere in atti (politici) e non in parole (morali) autentica solidarietà, seria accoglienza e integrazione reale degli immigrati. 2). Sotto quella bella immagine noi ci avremmo messo altri strilli. In fondo siamo tutti sulla stessa barca avrebbe ad esempio potuto suggerire il nostro Taz&Bao. Ma non siamo così ipocriti da respingere l’annuncio elettorale di un partito che concorre in democratiche elezioni e che fino a ieri governava con i Democratici di sinistra brillanti di virtù e bontà proprie. 3). Sì, certo, l’illustre, simpaticissimo Cavaliere, del quale, grazie a Dio, siamo tra i pochi a non essere sul suo libro paga (e non è un merito che ci piace avere) ma che ugualmente (pur non essendo noi di palato fine come quegli aristocratici ulivisti che poi, putacaso, non disdegnano la greppia a Mediaset) lo adorano, non come un dio in terra, ma come un provvidenziale meteorite che piovve sull’Italia all’epoca in cui i giochi (giudiziari) per brindare alle sinistre al governo (e blindare un regime per almeno un altro ventennio) sembravano già fatti. 4.) A Berlusconi i cattolici dovrebbero fare un piccolo monumento: scusi signorina, ma se dal ’94 ad oggi non ci fosse stato il Cavaliere e il suo circo barnum, con quali partiti avrebbero trasversalizzato quelli come noi della “prima politica è vivere”, dato che tutto sarebbe dovuto crescere sotto un unico grande Ulivo, all’ombra di una Quercia titillante manette? 5). Sappia che, siccome noi qui non siamo tutti cattivi come il direttore, stiamo lavorando attorno a un’idea di integrazione di albanesi in casa nostra. 6). Con amicizia.
Egregio direttore, il seguente volantino è stato consegnato a Elena, 10 anni, come traccia per seguire la Via Crucis parrocchiale dei bambini (parrocchia S. Maria del cerro, Cassano Magnago, Va) Graziella Malchiodi, Cassano Magnago (Va) Caro Direttore, Nel Consiglio Comunale del 27 Marzo scorso l’Assessore (Ppi) ai Servizi Sociali, ha proposto, senza sentire il parere della Commissione Assistenza, di estendere i contributi comunali in discussione anche alle coppie di fatto; tutta la maggioranza di sinistra, compresi Assessori e Consiglieri cattolici ha compattamente votato per tale emendamento.
Forse il nostro concittadino del Ppi non ha letto il n° 12 di TEMPI del 23-29 marzo, dove a pagina 2, si diceva che il Ppe, nella seduta del Parlamento Europeo del 16 marzo, ha votato contro tale delibera (articolo 54 della relazione sui diritti umani)? Ma… forse che Villasanta non è in Europa? Per fortuna non siamo un gregge senza pastore e… chiara , paterna e potente si è levata la denuncia dei nostri sacerdoti .
Lorenzo Crippa, Antonia Colombo, Sergio Zorloni, Carlo Sala, Camillo Consonni, M. Teresa Colombo, Dario Zappini, Gerardo Cazzaniga Villasanta (Mi) Egregio direttore l’inquietante delibera della Commissione europea di autorizzare l’uso di grassi vegetali nella produzione della cioccolata che ha causato una legittima sollevazione da parte degli operatori del settore e in particolare delle imprese artigiane, è un pericoloso segnale rispetto a un discorso più ampio, da noi già altre volte ripreso, sui rapporti economici tra i singoli Paesi che compongono l’Ue. Crediamo ci sia da preoccuparsi nel momento in cui, nel nome di delicati equilibri, si comincino a concedere deroghe su quello che, in moltissimi settori, rappresenta il principale bene esportabile del nostro Paese: la qualità. Mentre si va diffondendo un’opportuna cultura delle certificazioni e dei marchi depositati a tutela dei prodotti in grado di renderli riconoscibili e immediatamente apprezzabili dal pubblico e dal mercato, si affacciano insidiosi lassismi normativi che, soprattutto in materia di prodotti alimentari (per i quali l’Italia vanta numerosi primati), rischiano di avvelenare la concorrenza e ritorcersi contro i consumatori. L’artigianato, mondo di piccole aziende che fanno della qualità dei loro prodotti la prima arma per rimanere sul mercato ed espandersi all’interno e all’estero, si sente decisamente minacciato. La perizia, la fantasia, la manualità, la creatività, la correttezza di adoperare ingredienti e materiali spesso costosi ma indispensabili per mantenere alto il livello, possono dunque essere spazzate via da qualche accordo trasversale che modifica il regolamento del gioco? Possiamo pensare che qualcosa di proibito per numerosi Paesi europei (e se è proibito un motivo ci sarà…) diventi improvvisamente lecito. Che si autorizzino procedimenti che, fino a ieri, erano considerati una frode? La difficoltà dell’artigianato per entrare nel nuovo assetto europeo sono note e connesse al fatto che le piccole imprese spesso non hanno sostegno adeguato come accade per altri settori. Eppure sono difficoltà che, tenacemente, si è cercato e si cerca di superare. E ci riesce anche se non piombono addosso eventi destabilizzanti come quello della cioccolata ma non solo. Parliamo per esempio delle leggi “recepite” di provenienza comunitaria che spesso ricadono sulle aziende artigiane senza tener conto delle reali condizioni in cui operano e vivono queste imprese. L’artigianato ha fatto una scommessa: in Europa ci entra e ci lavora nel nome della qualità. Purché si smetta di sovvertire le regole.
Patrizia Cappellini, Vice-Presidente Unione Artigiani della Provincia di Milano Riepilogando, stando alle informazioni gentilmente offerteci dal nostro caro bicchiere mezzo vuoto Marco Gatti, se non abbiamo capito male, al Parlamento europeo le sinistre hanno votato compatte la direttiva, An pure, Fi “a macchia di leopardo”, il Cdu al 50% (nel senso che gli europarlamentari sono due e, ricordò Gatti, “Gemelli ha dato tre voti favorevoli, Buttiglione, tre voti contrari”). Fatto il riepilogo di cronaca, l’artigiano che è in noi sottoscrive le preoccupazione dell’Unione Artigiani e spera di non essere costretto a perdere la qualità di fatto e diventare per principio techno-gelato, marmellata web, clone di cioccolato, per godere del rispetto della new economy.
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