No al gender a scuola. «Daremo battaglia sugli emendamenti»

Di Benedetta Frigerio
12 Maggio 2015
Intervista a Alessandro Pagano, deputato Ncd, che spiega la strategia del partito per evitare che nella riforma si preveda come obbligatorie le ore di indottrinamento

gender-sh-98453501«Grazie al consenso che il Pd gode alla Camera sta passando una riforma ideologica». A parlare così a tempi.it è il deputato Ncd Alessandro Pagano. Settimana scorsa, Giovanna Martelli, consigliere di Matteo Renzi sulle Pari Opportunità, ha introdotto nel disegno di legge per la riforma della scuola un emendamento, approvato dalla VII commissione della Camera con il consenso di Sel e del M5S, in cui si chiede che nel piano triennale dell’offerta formativa si assicuri «l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità di genere, la prevenzione delle violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle relative tematiche».

EMENDAMENTO DA ELIMINARE. Come spiega Pagano, «sappiamo benissimo cosa si nasconda dietro questi termini: in nome della prevenzione alla violenza si vuole istituire, all’interno di ogni istituto di ordine e grado, l’insegnamento dell’ideologia gender, che nega la differenza fra uomo e donna». Il problema, spiega il deputato, è che «l’emendamento non è modificabile. È impensabile lavorare per arrivare a un compromesso, si può solo eliminarlo. Si tratta, infatti, dell’imposizione di un’ideologia pericolosa per l’uomo e sopratutto per i bambini in formazione. Non c’è possibilità di attutire le conseguenze di una riforma simile».
Cosa accadrà ora? «Ho portato all’attenzione dei parlamentari e del capogruppo, Maurizio Lupi, il fatto che il Pd si sta muovendo per realizzare questo disegno ideologico senza interpellare parte della maggioranza. A maggior ragione il partito non può rimanere in silenzio. Abbiamo chiesto a Lupi di far sentire la nostra voce».

[pubblicita_articolo]FAR SENTIRE LA PROPRIA VOCE. Sul tema «siamo in guerra», dice Pagano, riferendosi ai tremila emendamenti che ieri l’area popolare ha presentato alla Camera, dove il 26 marzo scorso è stato introdotto il ddl Cirinnà, che dà alle coppie dello stesso sesso i medesimi diritti di quelle sposate, compresi la pensione di reversibilità e l’adozione attraverso l’istituto della “stepchild adoption”. «Ci stiamo mettendo di traverso perché anche in questo caso non possiamo lavorare pensando che si possano ridurre i danni di un testo simile. Chiediamo a tutti gli enti, all’associazionismo, alle realtà sociali e di volontariato di ogni credo e provenienza di far sentire la propria voce partecipando alla veglia nazionale del 23 maggio delle Sentinelle in Piedi, aderendo ad iniziative e incontri pubblici che svelino la gravità di questi provvedimenti, inscritti in un disegno molto più ampio e tramite cui si vuole sovvertire l’ordine naturale e l’antropologia umana».

SIMIL MATRIMONIO. Diversamente da quanto accadde in Francia, quando il “matrimonio per tutti” era in discussione in parlamento, queste leggi stanno passando senza che i cittadini italiani ne abbiano coscienza: «Oltre al silenzio generale, un disegno di legge sulle unioni civili fa sì che la gente non si renda conto che, di fatto, stiamo approvando un simil-matrimonio e che comunque il prossimo step sarà quello delle nozze fra persone dello stesso sesso. Non è possibile che il parlamento approvi norme così rivoluzionare e su cui la maggior parte degli italiani dissente».

@frigeriobenedet

Foto da Shutterstock

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2 commenti

  1. Giannino Stoppani

    Il signor Gian Paolo Galasi, che correda il suo profilo feisbuc con una falce e martello scritta sul muro, presumibilmente sghignazzando, afferma che “tutti” sanno “cosa si nasconde dietro la prevenzione”.
    Purtroppo però io dubito che “tutti” abbiano letto (e meditato!) questa bella roba:
    “Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino non tanto l’Edipo, o il futuro Edipo, bensì l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica”
    Mario Mieli, “Elementi di critica omosessuale”, 1977
    Scusate se posto per l’ennesima volta questa agghiacciante oscenità, ma ripetere giova.

    1. Raider

      Hai solo rinfrescato la memoria riguardo un riferimento ideologico storicamente imprescindibile a proposito di prevenzione della violenza sui bambini, Giannino: non c’è dubbio che chi ha scritto pagine così illuminanti avrebbe sottoscritto a occhi chiusi la pedagogia col bollino Ue e espressione della cultura di governo del Pd. E altro che scusarti, c’è solo da ringraziarti tutte le volte che vorrai rammentarcene.

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