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Leone Grotti, inviato di Tempi, è in Nigeria. Qui il racconto del suo viaggio tra i cristiani perseguitati. Chi volesse sostenere il nostro reportage può farlo con una donazione al Fondo Più Tempi.
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Jos. Samuel Yahaya dorme poco e male di notte. Non per la calura che in Nigeria non dà requie neanche quando cala il sole, ma perché sa che in ogni momento il suo telefono potrebbe squillare. È questo missionario di 49 anni della Global Glorious Mission (Ggm), afferente alla galassia evangelica nigeriana, che i jihadisti chiamano quando devono trattare il riscatto dei cristiani rapiti in tanti villaggi del Nord del paese. «A volte sono i miliziani di Boko Haram, altre volte membri del gruppo scissionista di Ansaru o dell’Iswap, la fazione che ha giurato fedeltà all’Isis, o ancora i terroristi Fulani».
Il missionario che fa da mediatore con i rapitori
Trattare con loro, spiega Yahaya a Tempi, non è facile. «Ti chiamano nel cuore della notte, alle due o alle tre, e minaccia...
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