Nigeria, cardinale Tauran: «Non possiamo rinunciare alla nostra verità, che è Cristo»

Di Giuseppe Rusconi
09 Luglio 2012
Intervista al cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso: «Possiamo ben essere orgogliosi del coraggio di tutti i nostri cristiani. Io mi sento fiero di essere cattolico»

Stragi in Nigeria, attacchi ripetuti in Kenya, nuove violenze nell’Orissa indiana, chiusure di chiese in Indonesia, minacce continue in Siria: in diverse parti del mondo i cristiani soffrono e sono costretti a temere per la loro vita. Timori diffusi anche in Egitto, dopo l’elezione (più o meno) democratica – la prima in assoluto nella storia – di un esponente dei Fratelli Musulmani, Mohamed Morsi a presidente della Repubblica. È vero che le prime dichiarazioni e i primi atti del neo-eletto (la scelta di una donna e di un copto come vicepresidenti) spingono a un cauto ottimismo. Restano però le dichiarazioni del vincitore presso l’Università del Cairo durante la campagna elettorale: «Oggi possiamo introdurre la sharia perché la nostra nazione potrà raggiungere il benessere soltanto tramite l’islam e la sharia». Speriamo in bene.

Sull’argomento Tempi ha interpellato il cardinale Jean-Louis Tauran. (…) Il cardinale è stato recentemente (a fine marzo) in Nigeria. Ne era tornato assai ottimista, invece poi è stato tutto un susseguirsi di stragi. «Non pensavo che la situazione per i nostri cristiani in Nigeria peggiorasse in tal modo. Sono molto sorpreso, perché tutti i musulmani che ho incontrato nel mio viaggio mi avevano rassicurato sulla loro volontà di un futuro nigeriano condiviso con i cristiani. Evidentemente gli attacchi sono stati pensati e organizzati all’estero, da non nigeriani».

In ogni caso, però, il dialogo con i musulmani resta problematico. «Il dialogo interreligioso – rileva qui il porporato francese – incomincia sempre affermando ognuno la propria identità ed è così anche per i musulmani. Noi non possiamo rinunciare alla nostra verità, che è Cristo. È chiaro che sul modo di esprimere la verità c’è tutto un familiarizzarsi da fare, molto precario. Anche perché esistono diverse espressioni di islam e in più ci ritroviamo con gruppi terroristici, schegge impazzite, che uccidono i nostri cristiani».

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Eminenza, in Nigeria – per restare agli ultimi tragici avvenimenti – i cristiani reagiscono. «Giustamente non possono essere considerati come agnelli sacrificali, pronti per il macello. Qui voglio evidenziare che, come diceva recentemente anche il Santo Padre, noi possiamo ben essere orgogliosi del coraggio di tutti i nostri cristiani. In una visita in Pakistan ho partecipato a cerimonie veramente sconvolgenti… Io mi sento fiero di essere cattolico».

stralci dell’articolo “Non possiamo rinunciare alla verità”, apparso sull’ultimo numero di Tempi 27 

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1 commento

  1. Pippo

    «Oggi possiamo introdurre la sharia perché la nostra nazione potrà raggiungere il benessere soltanto tramite l’islam e la sharia». Speriamo in bene.

    la sharia vige automaticamente in ogni paese dove la maggioranza della popolazione è islamica e non signfica necessariamente morte e persecuzione dei cristiani e inoltre si può applicare in molti modi diversi. è come dire che in un paese occidentale non ci sia la costituzione. informatevi prima di scrivere

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