«Nessuna sorpresa per la bocciatura della legge lombarda sui luoghi di culto»

Di Elisabetta Longo
26 Febbraio 2016
Matteo Forte, consigliere comunale, si era sempre detto sfavorevole alla legge regionale: «Non si può ridurre la questione al tema urbanistico».
20080718 - MILANO - REL - PREGHIERA DEI MUSSULMANI AL VIGORELLI Un momento della preghiera dei mussulmani al velodromo Vigorelli. ANSA / MATTEO BAZZI

La Corte costituzionale ha bocciato all’unanimità, con 15 voti favorevoli, la legge regionale lombarda sulla costruzione dei luoghi di culto. «Era inevitabile che finisse così. Ho sempre pensato che la legge regionale sulla costruzione di luoghi di culto fosse illegittima» dichiara a tempi.it Matteo Forte, consigliere comunale milanese di opposizione. La legge regionale andava inevitabilmente a ricadere anche sulla costruzioni di eventuali moschee a Milano, un discorso da tempo aperto per il bando fatto dall’assessore Pierfrancesco Majorino e dalla giunta Pisapia.

[pubblicita_articolo allineam=”destra”]ANCHE LE CHIESETTE. La legge regionale riguardava tutti i luoghi di culto, quindi non solo moschee, ma anche chiese: «Ho saputo che in alcune valli bergamasche volevano erigere delle chiesette, ma non avevano potuto farlo proprio per i vincoli imposti dalla legge. Fino alla bocciatura della Consulta, per costruire un luogo di culto occorreva anche realizzare uno spazio parcheggi grande almeno il doppio del numero di persone che la struttura potesse contenere e, per ottenere il permesso di costruzione, bisognava aver interpellato con largo anticipo i cittadini residenti. Il discorso è troppo serio per farla diventare solo una questione di urbanistica».

TEMPO DI CAMPAGNA ELETTORALE. E le moschee? «Bisognerebbe guardare la qualità dell’interlocutore che si propone», risponde Forte. «Sia per lo spazio di Sant’Elia, il vecchio Palasharp, sia per quello di via Esterle, limitrofa alla zona di viale Padova, si sono fatte avanti comunità note per avere posizioni estremiste. Non si può dare il permesso di costruire solo a chi offre di più, ci deve essere un ragionamento. Le realtà islamiche a Milano sono parecchie, e alcune di queste sono le stesse che hanno più volte cercato di mettere in guardia il Comune».
Il bando è stato chiuso ad agosto scorso, i mesi sono passati e ancora non è stato fatto nulla, e non verrà fatto nulla fino a che Giuliano Pisapia non uscirà di scena. Per il candidato sindaco Giuseppe Sala meglio le moschee «che pregare in strada», mentre l’altro candidato di centrodestra Stefano Parisi «non sono una priorità». «Questo continuo slittamento di decisioni – chiosa Forte – va a favore del sindaco uscente. A decidere delle sorti di eventuali moschee cittadine sarà la prossima giunta, con tutte le conseguenze del caso. Sicuramente è uno degli snodi cardine della prossima campagna elettorale».

Foto Ansa

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