Il carciofo è un fiore

Nazimalisti augurano la morte a Caterina, gravemente malata, perché è a favore della ricerca. «Meglio lasciar vivere i topi»

Su internet sono ormai noti come “nazimalisti”. La categoria comprende quegli animalisti così spinti nelle loro idee da disprezzare gli esseri umani, tanto da preferire la morte di questi ultimi piuttosto che sacrificare i primi. La maggior parte sono incoerenti, mangiano comunque carne e derivati, indossano abiti in pelle, utilizzano le medicine sperimentate nel passato per sé e per gli animali domestici. Invocano l’uso di sistemi alternativi, e quando gli si risponde che non esistono (ad esempio, dato che non si possono riprodurre le funzioni vitali in piastra), ripiegano sull’uso degli umani. Gli umani scelti naturalmente devono far presa sul pubblico, e quindi appartenere a quelle categorie comunemente definite come “cattivi”.

I più gettonati, ovviamente, sono criminali e malati mentali, ma c’è ovviamente chi si spinge oltre, arrivando ad includere chiunque la pensi diversamente. Questi non sono commenti raccolti negli anni, sono tutte reazioni delle ultime ore ad una foto pubblicata su Facebook ed in poche ore ricondivisa da migliaia di persone. La foto narra più storie. Una è quella di Elena Cattaneo, querelata per diffamazione dal Partito Animalista Europeo per aver affermato che loro “mentono sapendo di mentire”. Non le è mancato l’appoggio del web, che si è fatto sentire con gli hashtag #iostoconelena e #denunciateancheme.

Tra i sostenitori troviamo la ragazza della foto, Caterina Simonsen. Ha 25 anni e coraggio da vendere, Caterina. Nonostante una vita minata da diverse malattie rare, non si arrende, studia all’università ed è attivissima sul web. Ha trovato anche l’entusiasmo per postare un video a sostegno della ricerca scientifica, registrato con la voce rotta dall’uso del respiratore. Sostiene la sperimentazione animale, ma è anche animalista. Ama cani, gatti, furetti e topolini, è vegetariana, studia Veterinaria, ma è consapevole che non ci siano alternative all’utilizzo degli animali nello sviluppo e nella produzione di farmaci sicuri.

Come può reagire un nazimalista di fronte ad un tale affronto? Comprensione? Appoggio? Non illudiamoci! Allo scopo, segue una collezione di commenti alla foto di Caterina gentilmente fornita dalla pagina “A favore della sperimentazione animale” e già cancellate dagli amministratori della stessa. Ci sono i più gentili, che la comparano solo ad un escremento, quelli che non rimpiangono sia già morta e quelli che le augurano di morire presto.

Non resta che concludere dando ragione agli animalisti. “Anche gli umani sono animali”, ma forse alcuni più degli altri. Forza Caterina. Ci hai colpito per la tua determinazione, che sarà d’esempio per i malati in cerca di una guida, i sani che si fanno abbattere da qualsiasi avversità, ma soprattutto per i ricercatori in cerca di motivazione nel loro lavoro quotidiano. Anche se un pugno di stolti non si vergogna di lanciarti offese degne di querela, il resto del mondo è con te!

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55 commenti

  1. muccadicomacchio

    Mia figlia, a tredici mesi, si é ammalata di un tumore che solo cinque anni prima, quando i protocolli di cura non erano ancora ben definiti, l’avrebbe uccisa in due mesi. Così piccola, una operazione chirurgica avrebbe comportato mutilazioni devastanti e una radioterapia (visto che un osso irradiato non cresce) l’avrebbe resa deforme per sempre.E’ stata sottoposta a un ciclo di chemio che ha fatto sgonfiare il tumore come un pallone: alla successiva TAC non ve n’era più traccia, e attualmente si sta laureando. Mia figlia, quindi, é stata salvata non dall’abilità di un chirurgo o da una overdose di radiazioni, ma da un trattamento chemioterapico che, almeno in fase preclinica, é stato sperimentato sugli animali. Agli animalisti vorrei chiedere: siete umanamente e scientificamente convinti che, se trent’anni fa, la ricerca avesse abbandonato la sperimentazione sugli animali, mia figlia sarebbe ancora viva? Se avete la minima esitazione, i vostri argomenti non sono neppure da prendere in considerazione.

    1. Tobi

      Gentile signora, io mi inserisco in questa conversazione non come persona contraria ad ogni costo alla sperimentazione animale ma come una persona che non vuol farsi prendere dai fondelli e non si presta a strumentalizzare le vicende di persone che soffrono come Caterina. Pur senza negare che la sperimentazione sugli animali contribuisce al progresso della scienza, io non mi faccio abbindolare da quelli che dicono che questo è il metodo migliore per ottenere nuovi farmaci, soprattutto quando a fare queste dichiarazioni sono certi personaggi di enti di ricerca che in decenni di attività hanno prodotto zero farmaci nuovi ma stanno lì come monumenti alla gloria di se stessi. In tal caso, a tali signori consiglio di fare sperimentazioni sulle patate o sulle cipolle perché anche le sperimentazioni su questi organismi possono produrre utile scienza e non lo dico per ironia. Gli esperimenti sugli animali li farei in ultima istanza solo per valutazioni precliniche prima di passare a sperimentazione sugli esseri umani. Mi rallegro per la guarigione di sua figlia, sarebbe utile sapere quale tumore le fu diagnosticato e a quale particolare trattamento chemioterapico fu sottoposta per guarirlo. Glielo chiedo perché se lei è una persona che vuol fare pubblicità alla chemioterapia corre il rischio di commettere un grosso errore. E’ infatti risaputo, da studi pubblicati (Morgan G, Ward R, Barton M. The contribution of cytotoxic chemotherapy to 5-year survival in adult malignancies. Clin Oncol (R Coll Radiol). 2004 Dec;16(8):549-60.)(sintesi disponibile al link: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15630849) che la chemioterapia citotossica da sola contribuisce ad una sopravvivenza nei tumori (determinata a 5 anni) di solo il 2% circa. Questa percentuale, in termini medici, equivale al nulla. Cioè la chemioterapia citotossica da sola fa nulla in termini di guarigione. In confrono l’acqua fresca fa meglio considerato soprattutto che non produce i danni della chemioterapia citotossica. Aggiungo che ci sono anche altri farmaci validi ma appartengono ad altre categorie e che se sono utili non è esclusivamente dovuto alla sperimentazione animale dato che questa è imposta per legge quindi giocoforza entra il suo qualunque esso sia e senza negare che vi sia. Ma non si può affermare come stretta conseguenza logica che è stato grazie alla sperimentazione sugli animali che si è prodotto il farmaco, e neanche si può affermare che abusare degli animali come si fa oggi sia il metodo migliore di produrre nuovi farmaci.

  2. Laura Censi

    Siamo così presuntuosi noi esseri “umani” che ci sentiamo in diritto di sacrificare la vita di esseri indifesi in nome del progresso. Dimenticandoci,purtroppo,dell’enorme
    business che gira intorno alla spetimentazione.

  3. Jack

    Buon Natale Caterina!

  4. Salvatore Di Fazio

    Ciao Caterina,

    lascia perdere gli imbecilli!!!! Purtroppo ne e’ pieno il mondo e, da parte mia, se puo’ farti vivere 100 anni di vita si puo’ sperimentare su qualsiasi tipo di animale.

  5. giovanna

    Il suo pensiero sig.ra Giulia, non solo non mi sebra sia stato frainteso nell’articolo, anzi, con questo suo ulteriore commento l’ha ribadito e riconfermato

  6. Tobi

    rispondo a Gandalf e a Paolo2. A Gandalf dico semplicemente una cosa. Lei dice che non si occupa di ricerca, ma noto che ha molta dimistichezza nel trovare leggi e leggine riguardo a regole su come si fa la sperimentazione animale. Trova invece molto difficile dirmi cosa sia stato in pratica prodotto in Italia come nuovi farmaci. Mi tira fuori solo 2 esempi a fronte di molti decenni di sperimentazioni sugli animali sul territorio nazionale. Non starò io a giudicare quindi su cosa si è esperti in Italia, ma le sue risposte mi suggeriscono un quadro desolante. Pare che qui si sia bravi sulle leggi e sulle questioni burocratiche che non sul produrre nuovi farmaci. Riguardo a me, qualcun altro in questi commenti mi aveva chiesto che titoli ho io per parlare di scienza. E’ sono proprio questo il problema, i titoli. Io non voglio rispondere con i titoli, visto che in questo paese pare che ci siano persone con troppi titoli che dettano legge, e visti i risultati della ricerca, come mi conferma il signor Gandalf, certa gente parla parla e straparla di scienza, ma di farmaci nuovi manco l’ombra. Riguardo a me, ho brevettato diverse molecole farmacologiche basate su nuovi meccanismi di azione. Ciò significa che io non copio le molecole degli altri e faccio esperimenti a caso sugli animali (come succede in molti enti di ricerca nostrani dove sanno fare solo questo visti i risultati nulli dopo decenni di finanziamenti), ma le invento io de novo. Cioè sono molecole il cui tipo di meccanismo di funzionamento sono stato io il primo al mondo ad inventarlo (non c’è nessuno nè negli USA, nè in Giappone e nè in altre parti del mondo da cui io abbia attinto). E invece di andarmene in giro o per la tv ad intontire la gente su come devono essere fatte le sperimentazioni che servono nei fatti a portare finanziamenti ai propri baracconi della ricerca come fanno altri, io me ne voglio stare a lavorare in santa pace sulle mie molecole. Ora invece rispondo al signor Paolo2. Il mio voler limitare l’uso della sperimentazione animale non è solo una questione di fanatismo (inteso come rispetto eccessivo della vita degli animali a scapito di quella umana, mi pare che lei voleva dire questo). Le faccio un esempio pratico. Tempo fa discussi con un guru della ricerca scientifica nostrana di un mio progetto su nuove molecole terapeutiche. Lo sa cosa disse tale guru? Disse di provare da subito le molecole sui topi e nel caso non avessero funzionato sarebbe stata la fine del progetto. Soltanto un asino (con rispetto per l’animale) avrebbe potuto dare un consiglio del genere, perché quelle molecole erano soltanto dei prototipi che non erano stati opportunamente protetti per evitare il rapido metabolismo e la relativa assenza di efficacia se fossero state iniettate direttamente negli animali. Il metabolismo degli animali avrebbe distrutto subito quelle molecole e nessuno avrebbe potuto osservare alcun utile effetto terapeutico. Se io avessi seguito le direttive di quell’asino e fare le prove in quella particolare fase preliminare direttamente sugli animali a quest’ora il progetto sarebbe morto. Invece prima si dovevano fare le prove in vitro (non su animali) per confermare dalla base molecolare il loro corretto funzionamento. Abbandonai quella pseudo-collaborazione con gli “esperti” e dovetti andarmene negli USA per le prove che mi diedero ragione. Questo banale esempio dimostra come c’è gente che usa gli animali senza criterio (capito signor Gandalf?). E il problema è, a parte la tortura inutile degli animali, ma che ti fanno perdere tempo preziosissimo (perché gli asini vogliono impadronirsi dei tuoi progetti e fare come piace a loro senza aver la minima competenza sull’argomento) e così iniziano a voler fare le cose che dicono loro (sbagliate) e ti fanno andare a male i progetti. Capito signor Paolo2? Se uno non capisce un’acca di scienza, ma si ritrova per qualche motivo a fare il guru della scienza ti può rovinare l’esito dei tuoi progetti anche se questi sono validi e funzionano. Sa quanti casi così ci sono di progetti andati a male perché sperimentati nel modo sbagliato? E’ come dare una macchina vincente di formula 1 ad un asino senza patente e questo poi te la porta a fare i giri sullo sterrato, e dopo averla rovinata sarà anche capace di dirti che quella macchina è uno schifo, non funziona! Capisce quello che voglio dire? Infine al signor Gandalf vorrei dire una cosa, anzi due. In un certo senso mi fa onore che non abbia intuito che io mi occupo di ricerca, perlomeno mi fa piacere di non essere associato a certi individui della ricerca interessati egoisticamente solo al finanziamento dei propri carrozzoni che però, oltre alle chiacchiere, come nuovi farmaci hanno prodotto zero. E’ strano che dopo proclami e proclami strimpellati sui media si faccia fatica ad enumerare quali nuove medicine siano state prodotte in questo paese. Non le pare? E’ per questo che aumentano i sentimenti di comprensione verso le persone malate come Caterina, perché è vero che la scienza ha le sue difficoltà intrinseche (risolvere i puri problemi scientifici ha già le sue difficoltà), ma devo aggiungere che succede anche che il problema nella ricerca scientifica siano certe persone ai vertici che pretendono loro di imporre come si devono fare le sperimentazioni senza capire un’acca di scienza.

    1. Paolo2

      Caro Tobi (vedo che preferisce il lei, quindi mi adeguo; le assicuro che il confidenziale “tu” non voleva comunque mancarle di rispetto, senza alcuna ironia) per quanto mi riguarda la sua risposta mi sembra fin troppo lunga e anche un po “fuori luogo”, mi permetta.
      Ho infatti premesso di non essere così ferrato sugli argomenti in questione; ma “qualche” dubbio sulle sue argomentazioni rispetto a quelle di altri me lo fanno già venire affermazioni un pochino “estreme” come quelle da lei citate e da me riportate.
      Del resto se lei dice “…il mio voler limitare l’uso della sperimentazione animale non è SOLO UNA QUESTIONE DI FANATISMO (inteso come rispetto eccessivo della vita degli animali a scapito di quella umana, mi pare che lei voleva dire questo)….” mi sembra che lei stesso riconosca ricosca in se un po di questa attitudine. E per quanto mi riguarda il rispetto per la vita degli animali non può MAI andare a discapito di QUALSIASI vita umana (sa, sono un po tradizionalista).

      1. Tobi

        Caro Paolo2, il mio del lei non voleva essere un mantenere le distanze, ma ho usato la terza persona semplicemente perché fatto così con altri commentatori, quindi solo per un motivo di rapportarmi con tutti allo steso modo. Adesso uso il tu, va bene? Riguardo ad aver io scritto “l mio voler limitare l’uso della sperimentazione animale non è solo una questione di fanatismo (inteso come rispetto eccessivo della vita degli animali a scapito di quella umana, mi pare che lei voleva dire questo)” non è perché mi riconosca fanatico ma ho semplicemente usato su di me l’espressione che tu mi avevi assegnato (ho anche notato il tatto gentile e non estremo con cui l’hai fatto). Mi rendo conto che forse linguisticamente la cosa non si è resa bene e che quindi sembra che io abbia voluto riconoscermi come fanatico (nel senso che considero meglio la vita degli animali rispetto all’uomo) ma chiarisco ora che non sono un fanatico (capita che a scrivere velocemente al computer si possa essere non chiari, no?). Come ho già detto prima più volte rispondendo al signor Gandalf, io non ho escluso a priori la sperimentazione sugli animali, ma gli eccessi che mi pare ancora vi siano. Il signor Gandalf mi dice ripetutamente che le leggi attuali garantiscono che già si fa il massimo in termini di limitazioni allo stretto necessario dell’utilizzo degli animali, ma io non credo che sia proprio così.

    2. Gandalf

      “A Gandalf dico semplicemente una cosa. Lei dice che non si occupa di ricerca, ma noto che ha molta dimistichezza nel trovare leggi e leggine riguardo a regole su come si fa la sperimentazione animale.”
      Ti assicuro che non è difficile, basta usare Google.

      “Trova invece molto difficile dirmi cosa sia stato in pratica prodotto in Italia come nuovi farmaci.”
      Questo è più difficile, elenchi non ne ho trovati.

      “Mi tira fuori solo 2 esempi a fronte di molti decenni di sperimentazioni sugli animali sul territorio nazionale.”
      Se passiamo all’internazionale posso sicuramente citarne di più. Per l’esattezza mi basterebbe dire “ogni singolo farmaco messo in commercio”.

      “Non starò io a giudicare quindi su cosa si è esperti in Italia, ma le sue risposte mi suggeriscono un quadro desolante. Pare che qui si sia bravi sulle leggi e sulle questioni burocratiche che non sul produrre nuovi farmaci.”
      Scusa se non faccio il ricercatore e/o il venditore di medicinali con sottmano la lista dell’anno di produzione e della nazionalità. Nella prossima vita vedrò di rinascere tale per farti felice.

      “Riguardo a me, ho brevettato diverse molecole farmacologiche basate su nuovi meccanismi di azione. Ciò significa che io non copio le molecole degli altri e faccio esperimenti a caso sugli animali (come succede in molti enti di ricerca nostrani dove sanno fare solo questo visti i risultati nulli dopo decenni di finanziamenti), ma le invento io de novo. Cioè sono molecole il cui tipo di meccanismo di funzionamento sono stato io il primo al mondo ad inventarlo (non c’è nessuno nè negli USA, nè in Giappone e nè in altre parti del mondo da cui io abbia attinto). E invece di andarmene in giro o per la tv ad intontire la gente su come devono essere fatte le sperimentazioni che servono nei fatti a portare finanziamenti ai propri baracconi della ricerca come fanno altri, io me ne voglio stare a lavorare in santa pace sulle mie molecole.”
      Buon per te, i miei più vivi complimenti. Nessuno ti impedisce di andare avanti così, se lo desideri.

      “Tempo fa discussi con un guru della ricerca scientifica nostrana di un mio progetto su nuove molecole terapeutiche. Lo sa cosa disse tale guru? Disse di provare da subito le molecole sui topi e nel caso non avessero funzionato sarebbe stata la fine del progetto. Soltanto un asino (con rispetto per l’animale) avrebbe potuto dare un consiglio del genere, perché quelle molecole erano soltanto dei prototipi che non erano stati opportunamente protetti per evitare il rapido metabolismo e la relativa assenza di efficacia se fossero state iniettate direttamente negli animali. Il metabolismo degli animali avrebbe distrutto subito quelle molecole e nessuno avrebbe potuto osservare alcun utile effetto terapeutico. Se io avessi seguito le direttive di quell’asino e fare le prove in quella particolare fase preliminare direttamente sugli animali a quest’ora il progetto sarebbe morto. Invece prima si dovevano fare le prove in vitro (non su animali) per confermare dalla base molecolare il loro corretto funzionamento.”
      Qui le cose sono due: o tu non gli hai detto che le molecole non erano pronte, o il tizio con cui hai parlato era davvero un idiota per voler portare direttamente in sperimentazione animale un lavoro incompleto.

      “Abbandonai quella pseudo-collaborazione con gli “esperti” e dovetti andarmene negli USA per le prove che mi diedero ragione. Questo banale esempio dimostra come c’è gente che usa gli animali senza criterio (capito signor Gandalf?).”
      Questo tuo esempio dimostra che c’è gente che VIOLA LA LEGGE facendo esperimenti a caso, e avresti dovuto denunciare la cosa.

      “Infine al signor Gandalf vorrei dire una cosa, anzi due. In un certo senso mi fa onore che non abbia intuito che io mi occupo di ricerca, perlomeno mi fa piacere di non essere associato a certi individui della ricerca interessati egoisticamente solo al finanziamento dei propri carrozzoni che però, oltre alle chiacchiere, come nuovi farmaci hanno prodotto zero.”
      Direi che è la conclusione più ovvia quando si ha a che fare con qualcuno che conosce la legislazione in materia meno di me, che nemmeno sono del settore, e ignora totalmente l’esistenza di roba come la ricerca di base.

      “E’ strano che dopo proclami e proclami strimpellati sui media si faccia fatica ad enumerare quali nuove medicine siano state prodotte in questo paese. Non le pare?”
      Sì, dovrebbero pubblicizzarle di più in effetti. E fare delle belle liste riassuntive per le persone come te che vogliono i dati paese per paese.

      “E’ per questo che aumentano i sentimenti di comprensione verso le persone malate come Caterina, perché è vero che la scienza ha le sue difficoltà intrinseche (risolvere i puri problemi scientifici ha già le sue difficoltà), ma devo aggiungere che succede anche che il problema nella ricerca scientifica siano certe persone ai vertici che pretendono loro di imporre come si devono fare le sperimentazioni senza capire un’acca di scienza.”
      Siamo in Italia, do 50 euro al primo che mi trova qualcosa in questo Paese che funziona per il verso giusto.

  7. Vorrei commentare questo a dir poco osceno articolo!Innanzitutto,visto che vedo la mia foto pubblicata io non ho MAI detto di augurare la morte ad alcun essere”umano” e tantomeno alla ragazza che ha pubblicato la foto! Anzi, Le auguro di poter stare meglio assolutamente e di vincere la sua battaglia contro la malattia! Ciò che io sostengo e che assolutamente ribadisco è che anziché utilizzare poveri animali potremmo utilizzare altre fonti per eseguire esperimenti!!!Forse perché ritengo che chi compie violenze(vedi stupri, abusi su minore, omicidi ecc ecc) non sia affatto un essere umano!Detto ciò gradirei che le persone che hanno scritto e pubblicato questo articolo mi contattassero…se hanno il coraggio!!!Anche perché trovo che dare ad alcuni il nome di NAZIAMALISTI sia molto offensivo e poco intelligente così come mettere in paragone il mio commento con quello di chi augura morte e dolore!Grazie!

    1. Paolo2

      Carissima Giulia, facciamola breve, altrimenti sul coraggio di “ribadire” le tue idee ci sarebbe da ironizzare amaramente per una vita intera.
      Tutti i giornali (assolutamente TUTTI) usano la tecnica del titolo ad effetto perchè la notizia colpisca immediatamente. La viltà sta semmai nelll’insinuare se non nel riportare vere e proprie calunnie già a partire da esso. Ora, questo titolo non mi sembra proprio rientrare in questa categoria visto che davvero c’è qualcuno così abominevole, come puoi ammirare nel post riportato sotto al tuo, da augurare a Caterina la morte. Dopodichè a te può anche fare uno scandalo insopportabile essere paragonata a tali persone, ma sarebbe bello fare un referendum per sapere quanti pensano non si possa dare del NAZIANIMALISTA a chi propone di fare la sperimentazione su uomini in carcere (anche avessero commesso il peggiore dei crimini) piuttosto che sugli animali a fini di ricerca.
      Io voto per NAZIANIMALISTA.

      1. giovanni

        Anch’io voto per NAZIANIMALISTA!!!

    2. ugobagna

      A me dispiace Giulia Fabrello, ma se vuoi ripristinare la tortura sui detenuti hai sbagliato paese, puoi andare in Cina se vuoi…
      Personalmente ritengo che il tuo commento sia anche peggiore degl’altri, riflettici e cerca di capire perchè…

      1. Jack

        NON posso credere che il post di Giulia Fabrello sia vero. Spero di cuore sia uno scherzo..

        Cmq questa idea della divisione tra i buoni e i cattivi e del considerare uomini solo quelli buoni è sempre in voga laddove il cattolicesimo é osteggiato o rifiutato.

  8. Giulia Fabrello

    Vorrei commentare questo a dir poco osceno articolo!Innanzitutto,visto che vedo la mia foto pubblicata io non ho MAI detto di augurare la morte ad alcun essere”umano” e tantomeno alla ragazza che ha pubblicato la foto! Anzi, Le auguro di poter stare meglio assolutamente e di vincere la sua battaglia contro la malattia! Ciò che io sostengo e che assolutamente ribadisco è che anziché utilizzare poveri animali potremmo utilizzare altre fonti per eseguire esperimenti!!!Forse perché ritengo che chi compie violenze(vedi stupri, abusi su minore, omicidi ecc ecc) non sia affatto un essere umano!Detto ciò gradirei che le persone che hanno scritto e pubblicato questo articolo mi contattassero…se hanno il coraggio!!!Anche perché trovo che dare ad alcuni il nome di NAZIANIMALISTI sia molto offensivo e poco intelligente così come mettere in paragone il mio commento con quello di chi augura morte e dolore!Grazie!

  9. Tobi

    Gandalf, allora visto che lei lo afferma, mi faccia cortesemente un elenco degli enti di ricerca italiani che hanno effettivamente prodotto farmaci originali (o perlomeno loro nuove applicazioni) basandosi su sperimentazione animale. Facciamo sapere agli italiani questa informazione. Non si limiti solo a dire che la sperimentazione animale sarà utile per produrre i farmaci (non ci interessano le intenzioni), ma vediamo nella pratica cosa è stato già prodotto dopo diversi decenni di finanziamenti.

    1. Gandalf

      Se il tuo post vuol solo essere una critica alla ricerca italiana mi sarebbe facile dirti “prenditela coi ricercatori”, ma per completezza dovrei aggiungere pure un “prego, facci vedere tu come si fa allora”. Da quanto mi pare di capire nessuno di noi due è un ricercatore, e personalmente io eviterei di infilarmi in discorsi che riguardano l’andare ad insegnare il proprio lavoro a gente che, solo con le basi, sa già il doppio di quello che so io. Se tu vuoi farlo accomodati pure, gli indirizzi degli enti di ricerca nostrani sono pubblici.

      Come sicuramente saprai non ho certo sotto mano un elenco dei farmaci made in Italy (e qualcosa mi dice che la tua domanda è fatta apposta per chiedermi roba che non è di mia competenza) ma già il solo fatto che tu scriva “non ci interessano le intenzioni” è indicativo di quanto tu possa conoscere del mondo della ricerca e di quanto tu voglia capire del mondo della ricerca. Perchè sulle “intenzioni”, tanto per dire, quella gran mattacchiona della Montalcini ci ha guadagnato un premio Nobel, e altri ricercatori, partendo dai dati ottenuti dalle sue “intenzioni”, ci studiano cure e trattamenti più disparati.
      Di made in Italy, a causa delle mie scarse conoscenze in materia, posso citarti giusto un paio di casi di cui uno finito sui giornali non troppo tempo fa, e l’altro conosciuto a causa del primo (stesso ente di ricerca). Cura della sindrome Wiskott-Aldrich in 6 pazienti del San Raffaele (credo sia ancora in fase clinica) e cura per la ADA-scid, sempre al San Raffaele.

      1. Paolo2

        Scusa caro Tobi io non ho ne una conoscenza approfondita di questi argomenti (o solo apparentemente approfondita, non lo so, non lo giudico…..) che mi sembra abbiate tu, Asia e Gandalf e altri ne, in particolare, le esperienze dirette che tu citi aver avuto in centri di sperimentazione animale.
        Però, da osservatore diciamo così “della strada”, mi sembra che applicando semplicemente un pochino di buon senso tu stia davvero esagerando e che i tuoi ragionamenti siano viziati da pregiudizio e anche un pochino di fanatismo.
        No perchè dai…..l’altro giorno sono passato davanti ad una bancarella che vendeva pollo fritto e non che io ora sia ossesionato dall’immagine di “resti cremati il cui tristemente inconfondibile odore si sente nell’aria intorno a certi” mercati rionali.
        E del mio povero nonno che con il colpo netto di un grosso coltellaccio sapeva staccare la testa alle galline (ghigliottinandole), non mi è rimasto il ricordo di un Mengele sadico senza alcuna sensibilità verso la sofferenza degli altri.

  10. Antonio

    forza, Caterina! E basta con questo vomitevole animalismo estremo. C’è gente che si fa il canile in casa (alla faccia del fastidio provocato ai vicini), che si farebbe ammazzare per un topo di fogna, poi tirano dritti o fanno finta di niente se vedono esseri umani in difficoltà.

  11. Franco

    Incredibile vedere pure persone che fanno le intelligentone sdrammatizzando come roba da 3 gatti quella che invece é una mentalitá pericolosa e nazista, come dimostra il fatto che si lascino pini pericolanti lungo la Cristoforo Colombo che poi ammazzano un poveraccio in moto che ci passa sotto….chissá la cultura dell’intoccabilitá di quel pino da chi viene…saranno sempre quei quattro gatti….minchia quanto contano questi quattro.

  12. maria roman

    Chi ha inventato il nome “nazimalisti” meriterebbe il premio Nobel.
    Mai, parola fu piú idonea per definire gli ” amanti degli animali” che preferiscono la morte degli umani piutosto que sacrificare certi animali pero, come scrive l´articolo, si trattano con delle medicine che sono state scoperte dovuto al fatto che una volta non c´érano “amanti degli animali” come loro.

  13. igor

    Tobi, permettimi: riuscire a non avere una parola di ammirazione per quella ragazza e stare a strascicare ideologie per i capelli di fronte a un tale coraggio e voglia di vivere era difficile. Ci sei riuscito, complimentoni…

    1. Tobi

      Igor, lei ha tentato il giochino di voler entrare nei pensieri degli altri sfruttando il fatto che io non abbia citato esplicitamente Caterina, come a mettermi contro Caterina. Cioè, dato che io non ho parlato direttamente di Caterina, QUINDI (secondo lei), io manco di sentimenti di comprensione verso Caterina, se non addirittura le sono avverso. Lei si sbaglia, e, soprattutto, non si vergogna a fare questi giochini?

  14. Tobi

    aggiungo il link ad un altro articolo utile per capire cosa c’è di sbagliato in una grossa parte delle sperimentazioni su animali (non è una “banale” questione di essere animalisti oppure “solo” di etica e di voler diminuire di sofferenze sugli animali, ma anche un invito a voler fare scienza in modo più serio). E’ disponibile al seguente link: http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=18764&fr=n

    1. Gandalf

      Stefano. Cagno. Fervente e plurismentito animalaro anti SA.
      Personaggio che solo nella premessa, parlando a sproposito di animali usati (a suo dire) inutilmente, dimostra di non conoscere nè la direttiva europea nè il principio delle 3R (roba terra terra che so pure io, egregio Signor Nessuno), e che ovviamente cavalca la classica balla dei metodi alternativi, salvo poi citare metodi complementari già abbondantemente usati, già regolamenteti (3R), ma attribuendo loro la magica capacità di sostituire in toto un animale completo.
      Cambia fonti d’informazione: più ricercatori e meno animalari.

      1. Tobi

        dare del Nessuno ad altri senza neanche conoscerli è non solo maleducazione ma segno di tracotanza. Scenda dal suo piedistallo perchè un giorno potrà cadere. E’ strano come a dei messaggi posti educatamente mi si venga risposto con degli insulti. Magari forse mi vorrà anche dire che la ghigliottina per gli animali in esubero non si usa? Lei forse non ha mai visto un laboratorio dove si fa la sperimentazione animale? O forse vi lavora ma non vuol farlo sapere? Teme di perdere il posto di lavoro se la gente viene a sapere di certe cose?

        1. Gandalf

          Veramente Cagno si è già fatto conoscere fin troppo bene dall’intera comunità scientifica italiana per le sue scempiaggini. Non a caso gli sono state date quelle 10 risposte a cui poi lui ha ben pensato di rispondere di nuovo sparando scempiaggini a nastro.
          Parlando d’altro, la ghigliottina certo che si usa, è un metodo rapido ed indolore per uccidere animali che per un motivo o per l’altro non possono essere nè liberati nè dati in affidamento. Preferivi il plotone d’esecuzione?
          E tranquillo, non lavoro nella ricerca, quindi l’unico interesse che difendo è quello di potermi curare nel caso un giorno mi dovessi ammalare. Quello che so lo so perchè, come ti avevo consigliato, ho parlato con dei ricercatori invece che con degli animalari. Cambia fonti non è un insulto, è un consiglio.

          1. Gandalf

            Ah, chiedo venia: l'”egregio Signor Nessuno” nella frase di cui al mio penultimo intervento era riferito a me stesso.

          2. Tobi

            adesso la sorprendo. Io Stefano Cagno non lo conoscevo. Solo oggi leggendo quotidianosanita.it mi sono imbattuto nel suo articolo. Ed oggi stesso ho letto l’articolo su Caterina. Ora, da quel che io capisco, molte critiche poste dal Dott. Cagno mi sembrano plausibili. Tra l’altro non mi pare che parli di abolizione totale della sperimentazione animale, ma di ridurne gli eccessi e di valutarne meglio la qualità di informazione che se ne può ricavare. Ripeto, io ho trovato plausibili le critiche del Dott. Cagno. Lei invece scrive che ha sparato “scempiaggini”. Le posso fare una domanda? Sul fatto che siano scempiaggini è una conclusione a cui è arrivato lei, oppure semplicemente si fida di quello che alcuni rappresentanti della comunità scientifica italiana hanno detto? Io ho visto anche quello che questi ultimi hanno detto e, per mia valutazione, non mi pare che quello che esce dalla loro bocca debba esser preso per oro colato. Lei si fida ciecamente di quello che dicono? Sa, a volte se c’è qualcuno che prova ad andar contro il sistema, ci sono certi che iniziano a stracciarsi le vesti. Concordiamo almeno sul fatto che la storia della medicina è piena di scandali? Scandali nel senso che sono stati gli stessi esseri umani a pagarne le conseguenze con la propria salute. E non mi riferisco ad epoche lontane, anche in tempi recenti fino al presente.

          3. Gandalf

            In realtà Cagno ritiene la “vivisezione” (come scritto nell’articolo da te linkato ha da poco iniziato a chiamare la serimentazione animale col nome scientifico corretto, cosa a mio avviso già di per sè piuttosto indicativa del personaggio) la ritiene inutile se non dannosa. Ha pure scritto un libro al riguardo “tutto quello che dovresti sapere sulla vivisezione
            ma non vogliono che tu sappia”, tomo di cui, ovviamente, sconsiglio caldamente l’acquisto se non si vogliono spendere soldi in informaizoni errate.
            Il fatto che siano scempiaggini lo dice il buonsenso stesso. Nell’articolo che hai citato, tanto per dirne una a caso si legge: “Primo passo: abolire da subito i test indiscutibilmente inutili o immediatamente sostituibili”. Cosa che conferisce al signor Cagno il premio “finto tonto d’oro 2013” dato che questa sua rivoluzionaria proposta non solo è già recepita nella normativa europea (che da noi sta creando casini in quanto modificata alla pene di segugio da politici in odor di animalismo estremo), ma fa già addirittura parte della legge del MILLENOVEVENTONOVANTADUE che ti ho citato nella risposta sopra!
            Le critiche di Cagno sono plausibili fintanto che non ti vai a vedere come stanno davvero le cose, non prendi in mano le carte o, come detto sopra, non chiedi ad un ricercatore come mai queste rivoluzionarie proposte trovano spazio solo negli ambienti animalisti e non in quelli scientifici (che per inciso, dall’utilizzo massiccio dei metodi complementari hanno solo che da guadagnarci, essendo gli stabulari ben più costosi di qualche piastrina di vetro).

        2. Gandalf

          Ah, chiedo venia: l'”egregio Signor Nessuno” nella frase di cui al mio penultimo intervento era riferito a me stesso.

  15. Tobi

    io sono per la ricerca ma sono anche convinto che ci deve essere un’etica solida anche nell’uso degli animali. Questo non solo per evitare le sofferenze agli animali, ma anche per produrre scienza di alta qualità. Non si deve pensare che chi è contro la sperimentazione animale (o perlomeno chi desidera ridurne gli eccessi) sia un’oscurantista che impedisce la nascita di nuove medicine. Non è così. Molti che si riempiono la bocca con la parola ricerca e scienza e cura di malattie non sanno neanche di cosa parlano, e non è vero che le sperimentazioni (molto spesso fatte a caso, senza criteri) sugli animali portino magicamente a nuove medicine come molti alcuni vorrebbero far credere. Ho trovato questo interessante articolo che magari qualcuno vorrà leggere per approfondire: http://www.quotidianosanita.it/allegati/create_pdf.php?all=8685453.pdf

  16. Tobi

    basta evocare la parola ricerca e scienza e pare che si tratti di discipline pure dai sempre nobili intenti. Io posso testimoniare che la ricerca non è sempre così limpida e cristallina e che molte volte e guidata da interessi economici e personali (di fama). So che c’è un vero e proprio abuso sugli animali. Molte povere bestie vengono ordinate e stipate in gabbie nei sotterranei dei laboratori e dato che ci sono ricercatori che non sono aggiornati su nuove metodiche fanno un eccesso di prove inutili sugli animali sottoponendoli ad indicibili sofferenze. E dato che è prassi che gli animali da esperimenti vengano richiesti in esubero rispetto a quelli poi nei fatti utilizzati negli (spesso inutili) esperimenti, quelli che non servono non possono essere liberati o rimandati alla ditta che li ha forniti, ma vengono “sacrificati” (così si dice in gergo). Uno dei modi di “sacrificare” gli animali in esubero consiste nel metterli in una piccola ghigliottina e tagliar loro il capo. E questo dopo esser stati stipati a lungo in gabbie nei sotterranei. Ciò gli animali nascono in gabbia, immaginate le sofferenze nelle nidiate di cuccioli strappati prematuramente alle madri. Gli animali in esubero vengono uccisi in ogni caso, ma forse questi sono più fortunati rispetto a quelli che vengono torturati in esperimenti che nella maggior parte dei casi sono del tutto inutili. Questo perché si fanno molte ricerche di livello basso, direi asinine (con rispetto per quest animale). Certo, difficile stabilire a priori se certe ricerche non saranno utili, ma non ci sono dubbi che molti ricercatori fanno dei lavori che sono ben lontani dal definirsi di grande impatto. Gli viene una mezza idea sugli effetti si una data sostanza e che fanno? Invece di ragionarci su con tutte le metodologie oggi a disposizione, la prima cosa che fanno è quella di provare senza criteri (direi spudoratamente a caso) sugli animali. Purtroppo in questo paese basta menzionare la parola scienza e ricerca per far sembrare che si tratti di un mondo costituito al 100% da nobili intenti. Macché. E se provi a dire di evitare l’abuso abominevole sugli animali (cosa possibile, oggi la scienza ha più strumenti per farlo) ti diranno che per colpa tua non potranno essere curati i malati. Bel modo ipocrita di nascondere un modo arretrato di far scienza.

    1. Gandalf

      Se avessi davvero una seppur vaga idea di quello che vai blaterando sapresti che buona parte di quello che sei andato decantando come fosse farina del tuo sacco (ma che stranamente risponde alla media dei post sui blog dei “nazianimalari” sopra citati) costituisce reato nel nostro Paese. Fai partire le denunce per quei palesi maltrattamenti se hai prove di quel che dici, altrimenti smettila di fomentare la già disastrosa ignoranza scientifica dell’italiano medio con roba inventata.

      1. Tobi

        intanto la smetta di usare toni maleducati. Poi riguardo a quella che non sarebbe farina del mio sacco, pensi per primo alla sua di farina, perché io non posso denunciare ciò che per legge è ammesso.

        1. Gandalf

          “ci sono ricercatori che non sono aggiornati su nuove metodiche fanno un eccesso di prove inutili sugli animali sottoponendoli ad indicibili sofferenze”

          “io non posso denunciare ciò che per legge è ammesso.”

          Decreto legislativo 27 gennaio 1992 , n. 116

          Attuazione della direttiva n. 86/609/CEE in materia di protezione degli animali utilizzati a fini sperimentali o ad altri fini scientifici.
          (G.U. Serie Generale, n. 40 del 18 febbraio 1992)

          Art. 4

          1. Gli esperimenti di cui all’art. 3 possono essere eseguiti
          soltanto quando, per ottenere il risultato ricercato, non sia
          possibile utilizzare altro metodo scientificamente valido,
          ragionevolmente e praticamente applicabile, che non implichi
          l’impiego di animali.

          Qualche altra sterilissima obiezione tirata fuori da qualche blog animamaro?

          1. Tobi

            vede che lei mi conferma quanto da me detto? E’ la legge che permette le sperimentazioni, quindi io non posso fare quanto da lei suggerito, cioè fare le denunce di maltrattamenti. E legale fare le sperimentazioni quindi a prescindere di come vengano trattati gli animali, anche se con indicibili sofferenze, io non avrei alcun potere di far denuncia. E poi, visto che lei non si occupa del settore, secondo lei un giudice è in grado di stabilire se un dato esperimento possa esser fatto con altro metodo scientificamente valido in alternativa agli animali? Se io fossi uso a far esperimenti su un dato tipo di animali, giusto perché da sempre ho lavorato con quelli, con le competenze che ho acquisito potrei tirar fuori mille argomentazioni per dire che solo il condurre gli esperimenti con quel dato animale potrà dar risultati che con altri metodi non si otterranno, e che la scienza verrà tragicamente bloccata se si fermano quelle sperimentazioni. E’ un pò come quando ai tempi del referendum per l’abrogazione della legge 40 certi guru erano a favore della sperimentazione sulle cellule staminali embrionali e asserivano con certezza (loro) che impedendo la sperimentazione sugli embrioni umani (e loro uccisione) non si sarebbero potute ottenere cure per malattie gravissime. Questo succedeva nel 2005. Le risulta che oggi vi sia una qualche cura derivata dalle cellule staminali embrionali? Eppure la ricerca su queste cellule è continuata e, anche se la legge 40 italiana vieta la sperimentazione sugli embrioni, queste cellule in Italia sono importate dall’estero. Per non parlare del resto del mondo dove le leggi sulla sperimentazione su cellule embrionali sono meno restrittive se non addirittura concedono totale libertà. Eppure certi guru della ricerca scientifica italiana ripetevano con assoluta certezza che le cellule staminali embrionali avrebbero curato la SLA, il Parkinson e chi più ne ha più ne metta. Qualcuno ha visto risultati validi in terapie ottenuti dalle cellule staminali embrionali? Io no! Invece i risultati terapeutici si sono ottenuti usando le cellule staminali adulte (non embrionali). Se tutti fossero stati dietro certi guru, oggi la scienza sarebbe ancora impantanata sulle cellule staminali embrionali e non ci sarebbero stati i progressi con cellule staminali ottenute senza ricorrere agli embrioni. Ma credete davvero che certi personaggi televisivi abbiano sempre ragione?

          2. Gandalf

            Qui mancano le basi di comprensione del testo, figuriamoci per poter parlar di ricerca. Espliciterò al meglio il concetto ri-citando quanto da te e da me detto ed eliminando le parti non strettamente necessarie:

            TU: “fanno un eccesso di prove inutili sugli animali” e “io non posso denunciare ciò che per legge è ammesso.”
            LA LEGGE: “Gli esperimenti […] possono essere eseguiti soltanto quando, per ottenere il risultato ricercato, non sia possibile utilizzare altro metodo scientificamente valido, ragionevolmente e praticamente applicabile, che non implichi l’impiego di animali.”

            Quindi nessun esperimento che sia inutile rispetta la legge.

            “E poi, visto che lei non si occupa del settore, secondo lei un giudice è in grado di stabilire se un dato esperimento possa esser fatto con altro metodo scientificamente valido in alternativa agli animali?”
            Infatti i comitati etici sono composti da professionisti del settore, non da “giudici” qualsiasi. Ma perchè ti imbarchi in discussioni su argomenti in cui dimostri di non sapere nulla?

          3. Tobi

            lei continua a rinfacciarmi che io non capisco nulla sull’argomento. Eppure lei non sembra voler o saper rispondere alle mie domande. Continua a sostenere cose del tipo “Quindi nessun esperimento che sia inutile rispetta la legge.” (sono sue parole). E allora le ripeto a domanda: secondo lei un giudice è in grado di stabilire se certi esperimenti inutili? Non lo sanno neanche i ricercatori che li fanno (altrimenti non li farebbero), come fa un giudice a dire che quegli esperimenti sono inutili e dire quindi ai ricercatori di far altro? E’ tutto a discrezione delle scelte dei ricercatori (sbagliate o giuste che siano).

          4. Tobi

            provo a spiegarmi ancora meglio. Se un ricercatore si è occupato da una vita dello studio del solanum tuberosum (la patata) potrà sempre invocare che studiando ancora le patate si potrà arrivare a nuovi farmaci. E nessuno potrà contestarlo perché, lei da esperto del settore mi insegna, la conoscenza scientifica sui sistemi biologici (inclusa la patata, che, pur sembrando una cosa semplice ai non addetti, presenta moltissimo da scoprire in quanto è pur sempre un organismo biologico complesso) è limitata. Il ricercatore potrà quindi asserire, supportando la cosa con i dati dei suoi studi precedenti, che la patata è un modello insostituibile elencando i vari perché …. e per come … Magari studiare le patate conviene perché si sono ottenuti risultati che vanno nella direzione sperata (tacendo però che esperimenti analoghi sulle cipolle hanno dato risultati del tutto opposti e quindi le patate non possono ritenersi un modello valido… ops, meglio non dirlo che i risultati sulle cipolle sono stati diversi da quelli sulle patate, altrimenti poi non finanziano più lo studio sulle patate). E quindi avremo finanziamenti (anche pubblici) a dirotto sullo studio delle patate. Nessun altro esperto di alcun comitato etico, per i motivi detti sopra (le patate pur nella loro apparente semplicità, sono sempre organismi biologici e quindi sistemi complessi di cui non si sa tutto), potrà affermare con certezza che quegli studi saranno inutili. E quindi finanziamenti pubblici a dirotto sullo studio delle patate (discorso analogo per le sperimentazioni sugli animali, qualunque specie essi appartengano).

          5. Gandalf

            Ti ho citato la legge che dice chiaramente che gli unici esperimenti sugli animali ammessi sono quelli necessari per ottenere il risultati ricercati (e quindi quelli inutili di cui parlavi sopra diventano automaticamente illegali) e ancora stai qui a dire il contrario; ti ho detto che le commissioni etiche sono composte da professionisti e ancora parli di “giudici” che non sanno stabilire se gli esperimenti sono inutili.
            Ovvio che continuo a rinfacciartelo se non capisci quello che scrivo. Mica posso dirti bravo per aver totalmente ignorato le risposte che ti sono state date!

          6. Tobi

            veramente è lei che non risponde alle mie domande sulla capacità di giudici ed esperti nel settore di definire cosa è utile e cosa è inutile. Forse non ha letto il mio precedente messaggio. Lei lo sa che la scienza procede con gli esperimenti e che è virtualmente impossibile stabilire a priori quale sarà l’esito di un esperimento? Altrimenti non ci sarebbe bisogno di fare scienza. E grazie a questo meccanismo si trovano scuse per fare anche ricerche inutili e perdere tempo e soldi, perché ci sono certi carrozzoni della ricerca da finanziare. Ci sono enti che svolgono ricerche da decenni, ma che non hanno prodotto uno e dico un solo farmaco. Decenni di ricerca riempendosi la bocca di scienza, ma di nuovi farmaci neanche l’ombra!! Ma l’importante è creare la burocrazia ed i sistemi di “ricerca” autoreferenziale dove ti dicono che tutto quello che fanno loro serve per creare nuovi farmaci. Ed invece stanno lì a scimmiottare in tutte le salse esperimenti con molecole scoperte o inventate negli USA o in Giappone, o in altri paesi esteri. No, qui si inventa poco di nuovo. Si copiano i risultati ottenuti all’estero semplicemente facendo esperimenti in tutte le salse con molecole inventate da altri, nella speranza che funzionino. Ma far cose nuove e nuovi farmaci qui in questo paese no! E ci tengo a sottolineare che non sono contro la sperimentazione animale ma contro i tanti abusi e le scelte degli animali e delle modalità di sperimentazione che dovrebbero essere limitate a pochi esperimenti critici e solo se necessario. Ovviamente auguro ogni bene possibile a Caterina e a tutti quelli che soffrono le condizioni della malattia.

          7. Gandalf

            Ho letto il tuo secondo messaggio dopo aver scritto il mio, ma non avndo aggiunto nulla di nuovo a quanto detto in precedenza non ho aggiunto nulla nemmeno io.

            “veramente è lei che non risponde alle mie domande sulla capacità di giudici ed esperti nel settore di definire cosa è utile e cosa è inutile.”
            I “giudici” sono professori, ricercatori, esperti del settore. Valutano i protocolli, i dati a disposizione, oltre che l’utilità (possibile o sicura) di quello che vanno ad approvare. Sanno quindi benissimo quello che vanno ad autorizzare di sicuro non vanno a spendere i soldi delle (da noi già magre) sovvenzioni per fare test inutili, quindi insensatamente dispendiosi oltre che illegali.

            “Ci sono enti che svolgono ricerche da decenni, ma che non hanno prodotto uno e dico un solo farmaco.”
            E ci sono enti che invece ne hanno prodotti, testando su qualcosa di diverso o in maniera diversa. Per essere uno che se na va in giro a dare lezioni di ricerca manchi abbastanza di quella logica che dovrebbe suggerirti che le ricerche, anche se basate su solidi impianti teorici, non sempre vanno a buon fine, come non sempre sono finalizzate alla prouzione di farmaci (la ricerca di base si occupa anche di studiare le basi del funzionamento degli organismi, cosa che fornisce dati utili per creare farmaci, ma non crea farmaci).
            Se sei contro gli abusi denunciali, ti ho già dimostrato che sono illegali. Se non puoi farlo non sono abusi, smettila di girarci intorno.

          8. Asia

            Signor Tobi, dato che vuole che le si parli in tono educato (lungi da me essere scortese), le do del “Lei”. Le sue affermazioni dimostrano chiaramente quanto poco conosca non solo di ciò che avviene nei laboratori (deduco che non sia del mestiere), ma anche le leggi che vengono applicate al settore della sperimentazione animale. Poiché non è che, come dice Lei, al ricercatore viene in mente una nuova molecola e subito la sperimenta, proprio no. Ci vuole un iter burocratico abbastanza lungo per poter ottenere le cosiddette cavie da laboratorio, iter tra l’altro pluri-esaminato dal Ministero della Salute e altri organi preposti, che non valutano solo la richiesta in sé, quanto l’uso che verrà fatto degli animali, il loro numero, se saranno sperimentazioni che provocano dolore o meno (sì, esistono anche quelle non dolorose, né letali). Questo poiché sussiste la regola delle 3R, ovvero, detto in parole povere: riduzione al numero minimo di animali utilizzati, rimpiazzo, ovvero sostituzione con sperimentazioni alternative OVE POSSIBILE (vitro, culture cellulari, simulazioni a computer) e raffinamento, ovvero rendere migliori le condizioni di vita degli animali da laboratorio (ridurre il dolore, tenerli in ambienti puliti e ridurre lo stress). Gli stabulari non sono nei sotterranei dei laboratori (immagine suggestiva pluri-utilizzata dalla propaganda animalista per indurre a vedere i ricercatori come scienziati pazzi, che si nascondono negli scantinati per sfogare i loro sadici istinti verso i poveri animali indifesi, creando così il “vivisettore brutto e cattivo”, nemico pubblico e pure un po’ puzzolente da attaccare), bensì gli stabulari sono del tutto legali e si trovano nei laboratori, ovviamente in stanze attrezzate apposta a creare un microclima adatto alla vita degli animali di ogni specie (sapeva che a seconda della specie e dell’età la temperatura negli stabulari cambia?) nonché a ricreare una situazione del tutto analoga al loro ambiente naturale, per quanto possibile. Le gabbiette hanno uno spazio minimo per ogni animale, in base alla sua grandezza e alle sue abitudini (indovini quale animale ha lo spazio maggiore?). Naturalmente tutto ciò è disposto dalla legge, che impone la temperatura e lo spazio vitale, nulla è lasciato al caso. Inoltre, un esperimento, in genere, salvo necessità valutate caso per caso, può essere condotto solo per 3 anni e lo stesso animale non può più essere utilizzato. Il che vuol dire che, se un animale, dopo aver affrontato un test, ad esempio comportamentale, ovvero l’animale è lasciato libero di muoversi in determinate condizioni (labirinto per cercare il cibo, preferenza di un cibo piuttosto che un altro), non subirà alcun trauma, verrà lasciato libero e dato in adozione. Sì, proprio dato in adozione, il che dimostra quanto spesso gli animali non subiscano menomazioni, né vengano sacrificati. Se si valuta il rapporto sopravvissuti/morti (altro dato espressamente registrato e consultabile da chiunque ne faccia richiesta alla fine dell’esperimento), si vedrà che il rapporto animali vivi a fine esperimento/animali uccisi pende molto favorevolmente verso quelli vivi. Non da ultimo poi, è bene ricordare che esiste sempre un veterinario preposto al controllo degli animali negli stabulari che ne valuta la salute, collabora con il ricercatore per garantire al meglio la vita dell’animale e, se necessario, ne decide la soppressione meno dolorosa possibile (la ghigliottina è quella più veloce, sicura e non provoca trauma all’animale). Ora mi dica, alla luce di tutto ciò: meglio tenerli in questi stabulari o ammassarli in mini-gabbiette nel bagno della prima animalara-ladra che passa?

          9. Tobi

            Asia, la ringrazio per l’educazione e la risposta sulle condizioni molto asettiche in cui le dice sono tenuti gli animali di laboratorio. Allora dopo le sue parole devo ricredermi perché ritenevo di aver visto in prima persona cosa viene fatto agli animali di laboratorio e come vengono tenuti in situazioni di confort negli stabulari (ottimo dire che il livello di confort è misurato dal mantenimento di temperatura costante) da dove (dice lei) vengono perfino lasciati liberi (magari si riferisce ai loro resti cremati il cui tristemente inconfondibile odore si sente nell’aria intorno a certi centri in cui si fa la sperimentazione). Deve proprio essere che ho vissuto in un sogno perché fino ad ora credevo di aver visto e sentito in prima persona quello che vi succede. Forse ho immaginato tutto. Deve essere proprio così. Ah, la ghigliottina è considerata il metodo meno traumatico possibile? Se lo dice lei! Basta una tale dichiarazione per far contenti tutti.

    2. luca

      Le cavie da laboratorio costano e pure parecchio, non credere che ne prendano più di quante ne servano perché la sperimentazione sia valida (cioè perché si abbia un campione sufficientemente ampio da confrontare con un gruppo di controllo e poter affermare che i risultati ottenuti non siano casuali ma legati proprio a ciò che la ricerca in questione sta cercando di valutare).
      A un campione di ratti somministro il certo farmaco.
      A un altro campione do un farmaco i cui effetti sono già noti perché già sperimentato e approvato.
      A un altro campione non do nulla.
      Osservo i cambiamenti nei tre gruppi per capire cosa è legato al caso, a reazioni individuali o altro oppure al nuovo farmaco che sperimento. E’ migliore?

    3. fabio cavaliere

      Mi chiedo quali titoli tu abbia per parlare di scienza.

  17. giovanna

    Al di là dell’orrore di certi giudizi sulla Vita umana mi chiedo:- gli animalisti sono tutti rigorosamente vegani? Ho qualche dubbio. Gli animalisti sono a favore della manipolazione degli embrioni umani per la ricerca scientifica? Temo di si! Gli animalisti usano le medicine se stanno male pretendendo che queste non abbiano effetti collaterali peggiori del male? ….ovviamente! Grazie Caterina per la tua coraggiosa testimonianza. Buon Natale.

  18. giovanna

    gli animalisti sono tutti rigorosamente vegani? Ho qualche dubbio. Gli animalisti sono a favore della manipolazione degli embrioni umani per la ricerca scientifica? Temo di si! Grazie Caterina per la tua coraggiosa testimonianza. Buon Natale.

    1. barbara

      Buonasera, ho letto che non ha il cancro, ma 4 malattie genetiche, se non sono innopurtna quali sono? In famiglia ho persone con malattia genetica, grazie barbara

  19. Enrico G.

    Sono il suo ragazzo e Caterina NON è malata di cancro,ha delle malattie genetiche rare….
    Magari informarsi prima di pubblicare ‘ste boiate pare brutto?

    Risponde la redazione di Tempi:
    Il titolo e il testo sono stati corretti. Chiediamo scusa a Caterina e ai lettori per l’errore, che comunque non cambia la sostanza della vicenda.

  20. beppe

    la vicenda della sperimentazione sugli animali ha fatto emergere tutta la cattiveria e la stupidità del meraviglioso mondo animalista. io sperimenterei volentieri su quella gran …politica della brambilla.

I commenti sono chiusi.