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Caramelle, bijoux, ombretti, smalti, profumi, cialde di caffè, creme corpo e viso. Già da tempo il binocolo commerciale ha puntato e inquadrato le potenzialità profittevoli del calendario d’avvento, ripulendolo bene da ogni accenno religioso. A dicembre comincia un avvento generico, l’attesa dell’atmosfera natalizia o della festa d’inverno. Fa sorridere che la cavalleria promozionale abbia persino il coraggio di suonare la tromba della lezioncina morale: compra il calendario dell’avvento perché educa all’attesa, e l’attesa è bella perché insegna a desiderare e a non possedere subito. Non subito, ma presto. Non c’è altro scopo che il possesso. L’unico desiderio suscitato dal campioncino di profumo trovato nella casella 17 è di andare a comprare (o farsi regalare) la confezione maxi.
E per non precludere a nessuno l’emozione di questa vaga sensazione di attesa, esistono anche i calendari d’avvento per cani e gatti: «24 caselle con 6 snack diversi». Per i felini è stata pensata la ver...
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