Moser: «Speriamo che il 2013 sia meglio del 2012 per il ciclismo azzurro. Inutili i controlli su Armstrong»

Di Matteo Rigamonti
02 Gennaio 2013
Intervista a Francesco Moser, leggenda del ciclismo italiano, dalla sua casa di Palù di Giovo: «I controlli su Armstrong andavano fatti quando correva e non adesso, che non servono più a niente».

Il 2012 per il ciclismo italiano «non è stato un granché. Dopo il successo di Gasparotto all’Amstel Gold Race non abbiamo combinato poi molto». In merito alla stagione ciclistica appena conclusa, ha le idee chiare Francesco Moser, che di soddisfazioni al pedale azzurro in carriera ne ha sapute regalare tante: tre Parigi-Roubaix consecutive tra il 1978 e il 1980, un Giro d’Italia nel 1984, due Giri di Lombardia e una Milano-Sanremo, due titoli mondiali, uno su strada e uno su pista. Il 2013, però, potrà riservare qualche soddisfazione in più agli italiani amanti delle due ruote: a patto che – sia chiaro – chi ha fatto bene quest’anno «sappia riconfermarsi». E «riconfermarsi spesso significa fare meglio dell’anno precedente». Moser, che ha risposto a tempi.it dal suo paese natale, Palù di Giovo, in provincia di Trento, ha fatto anche i nomi degli italiani in cui ripone più fiducia e aspettativa («Spero mio nipote Moreno, poi Modolo e Nibali) così come quelli degli stranieri più forti: Rodrìguez, Sagan e «quelli che hanno vinto quest’anno». Lo “Sceriffo”, come è stato soprannominato per via della sua capacità di gestire il gruppo, non si è risparmiato neanche qualche appunto sul caso Armstrong: «I controlli andavano fatti quando correva e non adesso. Adesso a cosa servono? A niente».

Moser, a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno, qual è il bilancio della stagione 2012 per il ciclismo italiano?
Ha visto che pochi giorni fa si è fatto male anche Ballan (Alessandro, ex campione del mondo, ndr)? Ora rischia di compromettere la prossima stagione, non so come farà… Ad ogni modo, per noi il 2012 non è stato un granché: dopo il successo di Gasparotto all’Amstel Gold Race non abbiamo combinato poi molto, sono mancati i successi e i risultati importanti. Nibali è arrivato terzo al Tour e Basso ha corso male il Giro, come se avesse la maglia rosa anziché cercare di “rompere” la corsa.

Tra meno di un mese però si ricomincia con il Tour Down Under. Oggi si corre troppo?
Non sono d’accordo, non si corre più di prima. Anche perché oggi le squadre hanno più corridori di una volta (25/28) e non tutti corrono sempre.

Qatar, California, Cina… nemmeno le squadre girano troppo per il mondo a danno delle più tradizionali corse europee?
Non è una novità, è sempre successo che il ciclismo sperimentasse nuove corse all’estero, è successo in America ai tempi di Armstrong ma già anche a quelli di Lemond. Il problema è che, quando poi finiscono i soldi, tutti tornano indietro, perché quello che è difficile esportare è la tradizione delle corse europee. Le corse vanno fatte dove ci sono i corridori. E trovo che non sia giusto sacrificare il certo per l’incerto.

Contador ha detto che oggi è molto difficile puntare alla “doppietta”, vincere Giro e Tour insieme. Conferma?
Non è semplice ma non è impossibile. Certo, serve una squadra in grado di competere al meglio su entrambi i fronti, per poterci provare. Fino a qualche anno fa, però, le squadre puntavano soltanto al Tour. Ora il Giro è tornato a riscuotere interesse. Anche se l’ideale sarebbe che le tre grandi corse a tappe – Giro, Tour e Vuelta – siano messe dai corridori tutte sullo stesso piano e che si dia uguale importanza anche alle classiche. Concentrare tutte le energie solo su Giro e Tour rischia di farci cadere troppa attenzione sopra, a discapito dello spettacolo.

Tra i ciclisti chi l’ha impressionata più di tutti quest’anno?

Joaquim Rodrìguez. È stato il corridore più completo ed è stato presente tutto l’anno, ha vinto la Freccia Vallone e il Lombardia oltre ad aver vinto tappe al Giro e alla Vuelta, che purtroppo ha chiuso rispettivamente al secondo e al terzo posto in classifica generale. Ora la sua squadra (la Katusha, ndr) non ha la licenza per correre, ma senza dubbio Rodriguez sarà invitato alle corse.

Chi sono gli uomini da battere nel 2013?
Gli stessi che hanno vinto quest’anno: sicuramente Wiggins e Contador per le corse a tappe; Boonen, Gilbert e gli altri per le classiche di un giorno.

Sarà l’anno di Nibali?
Nibali è un bel corridore ma gli manca sempre qualcosa per finire. Non si sa ancora cosa vuole fare l’anno prossimo ma, senza dubbio, l’Astana è una bella squadra. Speriamo che possa vincere il Giro, sarebbe una bella cosa.

E tra gli altri italiani chi ci mette?
Speriamo mio nipote! Moreno (22 anni, in forza al team Cannondale, ndr) quest’anno deve riconfermarsi e riconfermarsi spesso significa fare meglio dell’anno precedente. Poi ci metto Sacha Modolo della Colnago-Csf.

Dello slovacco Peter Sagan, compagno di Moreno, cosa dice?
Anche lui dovrà riconfermare quanto fatto di buono quest’anno.

Le squadre più forti dopo il team Sky?
Le altre sono tutte lì.

Come sarà il Giro del 2013? Le piace il percorso?
È bello e non è durissimo, tranne le due tappe nel finale sulle Tre cime di Lavaredo e sui passi Sella e Gavia. Non è duro come altri Giri sono stati in anni passati e credo che così sia meglio perché, quando la corsa è troppo dura, i ciclisti si controllano e basta, nessuno prova a vincere. Salite non eccessive, invece, fanno divertire di più come è successo quest’anno alla Vuelta.

Che idea si è fatto del caso Armstrong?
È una cosa tutta americana, se la vedano loro. Certo, forse, i controlli andavano fatti quando correva e non adesso. Adesso a cosa servono? A niente. Anche perché quei sette Tour non è che poi li hanno vinti altri corridori. Allo stesso modo Armstrong potrebbe chiedere che si ricontrollino tutti gli altri corridori che hanno corso con lui quelle gare. È una vicenda che non ha fatto che portare ulteriori problemi al ciclismo.

Torniamo alle corse. Cosa fa un ciclista in questi giorni di feste, pranzi e riposo per tutte le altre persone “normali”?
Si allena. Si sta allenando già da dicembre.

Lei a dicembre cosa faceva quando correva?

Noi la preparazione la cominciavamo solo con l’anno nuovo.

In questo periodo dell’anno fa ancora qualche giro in bici?
Adesso no, fa troppo freddo. Ora sto spalando la neve ma di solito preferisco sciare.

@rigaz1

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