“MONNEZZA” DI NOME E DI FATTO

Ma che simpatico Claudio Amendola, celebrità del cinema e degli spot pubblicitari, figlio dell’indimenticato Ferruccio Amendola e ora protagonista del remake di “Er Monnezza” nella parte che fu di Thomas Milian. Si fa pubblicità con la canonica intervista parallela trasmessa a “Le Iene” (puntata di giovedì scorso replicata la domenica, l’altro intervistato è Enzo Salvi, co-protagonista del film in cerca di notorietà) e ci fa sapere quant’è politicamente corretto. «Favorevole o contrario a Oriana Fallaci senatore a vita?» «Contrario». «Favorevole o contrario alla legalizzazione delle droghe leggere?». «Favorevole». «Cosa ti deprime di più?». «La Lega Nord». «Cosa ti terrorizza?». «Bush». «è più trash “Er Monnezza” o Emilio Fede?». «Emilio Fede». «Quanto ti pagano per fare un film?». «Duecento-duecentocinquantamila euro per film». «Quanto ti pagano per un’apparizione in tivù?». «Tanto, troppo». «Paghi il canone Rai?». «No». Ah, sì? Becchi mezzo miliardo di vecchie lire per fare un film, fai gli spot pubblicitari piazzando davanti alla telecamera le tue figliole, rispondi alle domande come un tesserato della sezione Tuscolano di Rifondazione, e ci vieni pure a dire che non paghi il canone? All’anima de li mortacci tua…
Rodolfo Casadei

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