
MISSIONARI NEL CUORE DELL’OCCIDENTE STANCO
Parigi, anno 1994. Jacques, figlio di una famiglia della nobiltà normanna, si è appena laureato in economia. In sostituzione dell’anno di leva ha davanti un’alternativa: a Montreal, in Canada, gli offrono un posto in una casa editrice; padre Thierry de Roucy, fondatore dell’Associazione “Punto cuore” lo invita invece a spendere due anni della sua vita al servizio dei più poveri. Jacques sceglie l’avventura della gratuità. Per due anni condivide la giornata con i bambini di una bidonville di Santa Fe in Argentina. È qui che conosce Comunione e Liberazione e “se ne innamora”, come dice lui stesso. Così torna a casa solo per salutare i genitori e via ancora, verso Milano, dove nelle aule dell’Università Cattolica approfondisce la conoscenza di don Giussani e dei suoi amici mentre studia filosofia. È lì che Jacques scopre la sua vocazione al sacerdozio.
Roma, anno 2004. Il 19 giugno Jacques è stato ordinato diacono dal cardinal Giacomo Biffi assieme ad altri dodici giovani della Fraternità San Carlo. La sua missione, scherzo del Destino: Montreal, ad annunciare Cristo là dove lui avrebbe voluto fare business. Lo aspettano non più le bidonville e le difficoltà di un paese in crisi, ma una città multietnica, frenetica, così “evoluta” da trasformare le chiese in condomini. Non più bambini in miseria ma giovani ricchi di tutto. Per Jacques «è chiaro che c’è una grande differenza tra le due realtà. Ma il cuore dell’uomo ha la stessa sete, in Canada come in Argentina».
Quella di Jacques du Plouy è una delle tante storie di uomini per cui il cristianesimo è vivo, non è fattore di stanchezza dell’Occidente, anzi, definisce la propria posizione umana fino al punto di dare la vita per accogliere l’invito del Papa alla rievangelizzazione del mondo. Uomini che, come Jacques, appartengono alla Fraternità sacerdotale dei missionari di san Carlo Borromeo, fondata da don Massimo Camisasca nel 1985 e riconosciuta dalla Santa Sede nel 1999 come Società di Vita Apostolica di diritto pontificio.
I suoi membri (diaconi e sacerdoti) svolgono la loro missione in parrocchie, scuole, università, carceri e ospedali di tutto il mondo, anche nei paesi europei con antiche radici cristiane, contribuendo alla missione della Chiesa secondo il carisma del movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione.
Con Jacques, sabato scorso, nella basilica romana di Santa Maria Maggiore, sono stati ordinati altri otto nuovi diaconi e cinque sacerdoti. I diaconi sono Agapitus Angii, che raggiungerà la missione di Kahawa Sukari a Nairobi; Gabriele Azzalin, che partirà per Novosibirsk (Siberia); Alessandro Caprioli, che inizierà lo studio dell’ungherese a Budapest; Raffaele Cossa, che lavorerà in una parrocchia di Torino; Ettore Ferrario, che andrà ad Asunción (Paraguay); Luis Miguel Hernández, che eserciterà il suo ministero diaconale nelle parrocchie affidate alla Fraternità nei sobborghi di Lisbona. I cinque della Fraternità San Carlo che hanno invece ricevuto l’ordinazione sacerdotale sono don Andrea Barbero, don Massimiliano Boiardi, don Giuliano Imbasciati, don Emanuele Luisi, don Emmanuele Silanos. Don Barbero è destinato a Praga dove inizierà la sua missione di cappellano universitario. Don Imbasciati lavorerà nella parrocchia di Kahawa Sukari, nella periferia di Nairobi (Kenya). Don Luisi comincerà ad insegnare in alcune scuole superiori di Frosinone, mentre don Boiardi e don Silanos rimarranno invece a Roma.
Marco Ruffini
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