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Mio caro Malacoda, ti scrivo nel giorno in cui i cristiani celebrano la festa di Maria assunta in cielo. Noi si è fatto in modo che i più la chiamino ferragosto, ma un articolo uscito ieri su Repubblica mi ha fatto ripensare al significato religioso di questa giornata: una pagina di Marino Niola (antropologo) così intitolata: “è il miracolo a fare il santo”. Incipit: «Non sono i santi a fare i miracoli, sono i miracoli a fare i santi». Svolgimento: i segni portentosi di cui si nutre la religiosità popolare sono segno dell’onnipotenza divina, a sua volta proiezione del potere assoluto dei re terreni. Se capisco bene: la religiosità popolare nutrita dai miracoli è un instrumentum regni.
In un passaggio il Niola definisce il miracolo «una sorta di effetto speciale che sovverte le leggi di natura» e poi cita uno studioso dell’isteria che parla delle guarigioni di Lourdes – realmente avvenute, ammette – ma da non attribuire alla Madonna bensì «all’onda dell’emozione collettiva che si tr...
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