Una Giunta che non sa che pesci prendere. Lo mostrano gli appelli alla sobrietà del Sindaco Pisapia lanciati all’indirizzo degli assessori in materia di spesa. Lo mostra il Presidente Rizzo che dichiara quanto sostengo da tempo in aula, e cioè che le insistenze della maggioranza sui cosiddetti temi eticamente sensibili «siano perseguiti nei momenti di difficoltà su altri piani per fare qualcosa che risponde alle aspettative dei nostri elettori» (cfr. Affaritaliani.it).
In questo momento, infatti, Giunta e Consiglio dovrebbero essere impegnati insieme a ripensare la funzione del Comune in vista di un Bilancio che stia in piedi. La neo-assessore al Bilancio, Francesca Balzani, proprio oggi ha dichiarato in conferenza stampa che lo “spareggio” tra le entrate e le uscite è di 437 milioni di euro. Come uscirne, allora? Non con gli appelli al buon cuore di Pisapia verso i suoi assessori, ma ridisegnando il perimetro d’azione dell’amministrazione stessa, nell’ottica di una sempre minore gestione diretta dei servizi ed un sempre maggiore ruolo di governance del Comune. In particolare nei settori dei servizi sociali, educativi e culturali.
L’amministrazione non deve “fare”, bensì aiutare la società civile a “fare”, coordinare l’organizzazione delle sterminate iniziative già in essere e le risposte ai vari bisogni che emergono. Ma dubito che questo si possa realizzare con una simile compagine governativa. Se tutta l’azione amministrativa di Pisapia sta in piedi sulla convinzione che il Comune deve garantire a chiunque soli diritti, il risultato è che spesa e tasse continueranno ad aumentare.
tratto dal blog di Matteo Forte, consigliere comunale (Pdl) di Milano