Migliaia di famiglie in fuga dalla cittadina irachena assediata dall’Isis

Di Redazione
25 Agosto 2017
Sono oltre 30.000 le persone che hanno lasciato la città di Tal Afar, nei pressi di Mosul. Un gruppo di studenti è però riuscito a salvare la biblioteca, miracolosamente risparmiata dagli jihadisti

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Articolo tratto dall’Osservatore Romano – Donne e bambini in fuga da una delle ultime roccaforti del sedicente stato islamico (Is) riferiscono che le strade sono piene di cadaveri. L’offensiva è stata avviata domenica scorsa da parte dell’esercito iracheno che sta cercando di strappare la città di Tal Afar, a ovest di Mosul, ai miliziani dell’Is. Mentre i combattimenti imperversano i civili stanno cercando di fuggire attraverso il deserto, dove le temperature raggiungono i 50 gradi. Sono oltre 30.000, secondo le Nazioni Unite, le persone che hanno lasciato la città e altre 40.000 quelle che si trovano ancora a Tal Afar e nei dintorni. «Il rumore del pianto dei bambini è assordante», racconta Amy Christian, che ha incontrato e ascoltato nel centro sanitario di Badush, circa 60 chilometri a est di Tal Afar, alcune delle persone fuggite. «I piccoli erano ricoperti di sporcizia e incredibilmente magri. Le famiglie in fuga hanno cercato di rimanere unite, le madri tenevano stretti a sé i loro bambini, alcuni neonati. Erano tutti esausti e traumatizzati da quella terrificante esperienza. Dopo giorni interi di cammino nel deserto, hanno urgentemente bisogno di acqua, cibo, riparo» ha aggiunto.

Ahlam Ibrahim che è scappato dal villaggio di Mzràa, quando sono iniziati i bombardamenti, ha raccontato all’Ansa che «le strade erano piene di macerie e i più anziani non ce l’hanno fatta. È stato difficilissimo camminare in quelle condizioni e non posso dimenticare l’odore dei morti, non avevo più voce a forza di gridare ai miei figli di starmi vicino». Nahida Ali, anche lei fuggita da Mzràa dice, di aver camminato per due giorni senza acqua. «L’Is — racconta — ha catturato mio marito due giorni fa, quando siamo scappati. Volevamo farlo un mese fa, i miliziani ce lo hanno impedito. Se si accorgevano che una famiglia tentava la fuga, gli uomini erano immediatamente catturati. Abbiamo visto tante persone morire, avevamo paura».

A Mosul, intanto, un gruppo di giovani attivisti e studenti iracheni è riuscito a salvare la biblioteca centrale, uno dei pochi edifici storici risparmiati dai miliziani del sedicente stato islamico e dai bombardamenti. La biblioteca, che ha sede in un edificio risalente al 1921, è composta di migliaia di volumi e una serie di manoscritti alcuni dei quali risalenti all’epoca di Nureddin Zenki, il condottiero che nel XII secolo regnò su Aleppo e Mosul e fece costruire la moschea Al Nuri, distrutta dall’Is nel giugno scorso durante l’offensiva governativa per riconquistare la città. Per ragioni che non si conoscono, la furia distruttrice dei jihadisti ha risparmiato la biblioteca.

Foto Ansa

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