Mark Zuckerberg ha perso il tocco magico?

Di Piero Vietti
08 Febbraio 2022
Il crollo di Meta a Wall Street, gli utenti di Facebook che non crescono più come prima, i problemi di privacy sugli iPhone, la concorrenza di Google e di TikTok, le accuse di Washington. Analisi di una crisi
Mark Zuckerberg Meta

Mark Zuckerberg Meta

Guardando gli ultimi disastrosi dati trimestrali e il crollo delle azioni di Meta giovedì scorso (-26 per cento che ha significato un crollo di oltre 230 miliardi di dollari del valore di mercato) si direbbe che Mark Zuckerberg abbia perso il suo tocco magico. Già fuori dalle grazie degli analisti dei media di tutto il mondo per le accuse di avere favorito la disinformazione su Facebook con lo scopo di  aumentare le interazioni sul suo social network, Zuckerberg è in grande ed evidente difficoltà dopo l’annuncio della creazione del metaverso.

Facebook ha raggiunto il picco dei nuovi utenti

I motivi della crisi sono molteplici, e sono stati ben sintetizzati in questo articolo del New York Times di qualche giorno fa. Il gruppo Meta comprende, oltre a Facebook, anche Instagram, Messenger e WhatsApp. E se le queste ultime tre hanno registrato un modesto aumento di utenti negli ultimi tre mesi, Facebook ne persi circa mezzo milione rispetto al trimestre precedente. Il più popolare e frequentato social network è forse arrivato al suo picco, perdendo la sua storica e formidabile capacità di attirare nuovi iscritti. Meta ha annunciato novità su Whatsapp, ma gli investitori guardano con preoccupazione anche ai numeri delle altre app.

La privacy di Apple, un guaio per Meta

Meno di un anno fa Apple ha introdotto sui propri device un aggiornamento che permette ai possessori di iPhone la possibilità di decidere se app come Facebook possono monitorare i loro dati. Molti utenti hanno detto no, impedendo al social di Zuckerberg di tracciare i loro comportamenti online: questo significa meno dati e quindi più difficoltà a targhettizzare gli annunci pubblicitari, vera fonte di guadagno di Facebook. I problemi di Meta sono stati la fortuna dei suoi concorrenti: poiché i cambiamenti di Apple hanno dato agli inserzionisti una minore visibilità sui comportamenti degli utenti, molti hanno iniziato a spostare i budget pubblicitari su altre piattaforme. Soprattutto su Google, che ha infatti appena registrato vendite record, in particolare nella pubblicità. 

La questione dell’utilizzo dei dati è cruciale, tanto che c’è chi interpreta (forse forzandolo) un passaggio contenuto nel rapporto di Meta per la Security and Exchange Commission degli Stati Uniti con la volontà di chiudere Facebook e Instagram in Europa se non gli si permetterà di processare i dati degli utenti europei in Usa.

La concorrenza di TikTok e i Reel

Ci sono poi i social network concorrenti, in particolare il cinese TikTok, capace di raggiungere un miliardo di utenti grazie ai suoi video brevi e a un algoritmo costruito per tenerli incollati allo schermo. TikTok è in competizione soprattutto con Instagram, che infatti ne ha copiato il concetto con i Reel, che al momento sono il primo fattore di coinvolgimento degli utenti sulla app nata per postare foto con filtri.

Il problema, spiegava il NYT, è che i Reel possono attirare utenti, ma non fanno fare soldi in modo efficace come le altre funzionalità di Instagram, le stories e il feed principale: la sua velocità fa sì che le persone tendano a saltare i video pubblicitari, infatti. Zuckerberg resta ottimista, ha paragonato il momento a quando, anni fa, Instagram copiò Snapchat introducendo le stories, e all’inizio non guadagnava granché. «Tuttavia», annota il NYT, «non c’è alcuna garanzia che Instagram Reels possa ripetere quella magia».

L’azzardo del metaverso

C’è poi l’azzardo del metaverso – un’idea per la verità ancora confusa e teorica che vuole coinvolgere le persone in mondi di realtà virtuale e aumentata – per cui Zuckerberg è disposto a spendere moltissimi soldi: 10 miliardi di dollari l’anno scorso, ancora di più nel futuro. Anche in questo caso, non sono garanzie che la scommessa pagherà: la realtà virtuale è ancora un mondo di nicchia, frequentato da pochi appassionati del genere. Zuckerberg chiede a dipendenti, utenti e investitori di avere fiducia in lui e nella sua visione del metaverso. «È una grande richiesta per qualcosa che costerà miliardi all’azienda nei prossimi anni e che potrebbe non essere mai realizzata», scrive il NYT.

Il problema delle leggi antitrust

C’è poi un ultimo problema per Meta, e non dei più semplici da risolvere: le inchieste che Washington ha avviato nei suoi confronti per verificare se ha agito in modo anticoncorrenziale, insieme agli sforzi del legislatore americano che spinge per approvare disegni di legge antitrust.

Zuckerberg ripete di non avere alcun monopolio dei social network, ma la sola minaccia di un’azione antitrust ha resto tutto più difficile. Le acquisizioni di Instagram e WhatsApp, paradossalmente, furono molto più semplici e meno “attenzionate” dalle autorità rispetto a più recenti, e apparentemente meno controverse, acquisizioni nel mondo della realtà virtuale o delle Gif. La strada è in salita, anche se la storia di Mark Zuckerberg testimonia che in questi diciotto anni è sempre riuscito a fare quello che si era prefissato di fare. A Wall Street però sembrano avere perso un po’ di fiducia nelle sue capacità.

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.