Meeting, I film da vedere o rivedere con Sentieri del cinema

Di Paola D'Antuono
17 Agosto 2014
Proiettati nella maxi sala da 900 posti, il percorso è stato studiato «per farci scoprire il valore dell'umano e la drammaticità di alcune scelte»

GRAVITY

Quello tra il Meeting di Rimini e il cinema è un legame nato sin dagli albori della manifestazione, soprattutto grazie al grande maestro russo Andrej Tarkovskij che nel 1983 e nel 1985, durante il periodo del suo esilio italiano e poco prima della sua scomparsa, fu ospite a Rimini. Superata la diffidenza iniziale – raccontata nei suoi Diari – il regista di capolavori come L’infanzia di Ivan e Andrej Rublëv, dovette ammettere a se stesso che l’attenzione del popolo del Meeting in entrambe le occasioni lo aveva lasciato senza parole. Nasce proprio lì, davanti alle migliaia di persone radunate per assistere alla presentazione del suo libro su Andrej Rublëv, il legame che unisce il Meeting alla settima arte e che si alimenta, anno dopo anno, di nuove storie e di percorsi narrativi da esplorare e condividere con il pubblico. Anche quest’anno, come nelle ultime edizioni, è toccato alla redazione della testata giornalistica online Sentieri del cinema selezionare quattro titoli legati al tema della kermesse riminese, “Verso le periferie del mondo e dell’esistenza. Il destino non ha lasciato solo l’uomo”, da proporre ai 900 spettatori attesi al padiglione D3. «Abbiamo scelto quattro film che esaltano il valore dell’umano e la drammaticità di alcune scelte, che faranno riflettere ed emozionare gli spettatori», ha spiegato a Tempi Beppe Musicco, redattore di Sentieri del cinema.

L’inizio degli spettacoli è previsto per lunedì 25. Si parte con la proiezione e premiazione dei migliori progetti della VII edizione del Concorso Internazionale di Cortometraggi, appuntamento che fa calare ufficialmente il buio in sala. La rassegna cinematografica prende il via al termine della premiazione con la proiezione di Gravity, di Alfonso Cuarón, pellicola che ha trionfato all’ultima edizione degli Academy Award conquistando sette statuette (tra cui quella per la migliore regia). Il regista messicano dirige un film di fantascienza low budget e lancia in orbita Sandra Bullock e George Clooney, che interpretano rispettivamente l’ingegnere biomedico Ryan Stone e l’astronauta Matt Kowalsky, alla sua ultima missione prima della pensione. Durante una passeggiata all’esterno dello shuttle per alcune riparazioni a una stazione orbitante, si consuma una tragedia: un missile russo colpisce alcuni satelliti creando un’onda di detriti che colpiscono sia lo shuttle sia la stazione orbitante, causando la morte di tutto l’equipaggio rimasto all’interno della navetta. Matt e Ryan sono soli e alla deriva nello spazio, senza la possibilità di parlare con la base di Houston. L’obiettivo è solo uno, sopravvivere.

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Alle 21 di martedì 26 la sala è tutta per Locke, opera seconda di Steven Knight, sceneggiatore britannico prestato con successo alla macchina da presa. Il film, presentato nella sezione Fuori concorso alla scorsa Mostra del cinema di Venezia e distribuito in Italia da GoodFilm lo scorso aprile, racconta la discesa agli inferi di Ivan Locke, promettente costruttore di edifici. Alla vigilia della sfida lavorativa più importante della sua carriera Locke riceve una telefonata che distrugge tassello dopo tassello la sua intera esistenza e non risparmia nemmeno la sua anima. Girato in tempo reale all’interno dell’abitacolo di un’auto, il film è un claustrofobico viaggio in macchina dove il regista porta lo spettatore a sedersi accanto al disperato guidatore per accompagnarlo lungo i chilometri della buia autostrada che Locke è costretto a percorrere.

THE SECRET LIFE OF WALTER MITTY

Mercoledì 27 tocca a Ben Stiller, protagonista assoluto de I sogni segreti di Walter Mitty, commedia dolceamara in cui il camaleontico attore riveste anche il ruolo di regista. Walter/Ben è un anonimo travet della rivista Life, che si muove silenzioso all’interno dell’archivio negativi del giornale. La sua solitaria esistenza è scandita dal lavoro e dalle necessità dell’anziana madre e della sorella con il pallino della recitazione. Walter non viaggia, non esce e non ha amici e per evadere dalla routine si lascia andare a spericolati sogni a occhi aperti nei quali è il protagonista di storie fuori dall’ordinario, in cui riesce persino a conquistare le attenzioni e il cuore della collega Cheryl, con cui in realtà non riesce a scambiare nemmeno un saluto. Sarà un imprevisto – la scomparsa del negativo di un famoso fotografo destinato a diventare la foto di copertina dell’ultimo numero cartaceo della rivista – a spingere Walter fuori dalla redazione e a dare il via a una serie di avventure straordinarie che con il tempo lo libereranno dalla paura di vivere. Il film, uscito lo scorso anno in Italia a ridosso del periodo natalizio, ha ricevuto un buon riscontro di pubblico in sala, lontano però dai numeri che la 20th Century Fox si aspettava.

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Chiude la rassegna giovedì 28 il film di Uberto Pasolini, Still Life, premiato per la migliore regia nella sezione Orizzonti della 70esima edizione della Mostra del cinema di Venezia. Una coproduzione anglo-italiana per il regista e produttore romano alla sua seconda regia. Il lungometraggio segue le vicende del diligente funzionario comunale londinese John May, la cui bizzarra professione consiste nel cercare parenti e amici di persone morte in solitudine. Per John questo non è un semplice lavoro, ma un modo per onorare la memoria di questi defunti dimenticati. Per loro scrive discorsi celebrativi, partecipa ai funerali e si occupa persino della scelta della musica per la funzione. Ma la sua routine, in cui si sente protetto e realizzato, viene sconvolta dall’improvviso licenziamento: non c’è più bisogno di lui in ufficio, ma John chiede al capo di poter svolgere un ultimo compito: ricostruire il passato di Billy Stoke, un anziano alcolizzato a cui il passato aveva riservato momenti di felicità. La ricerca spasmodica dei familiari di Billy porterà John ad allontanarsi da Londra e all’incontro inaspettato con Kelly, figlia di Billy, che gli farà assaporare – forse per la prima volta – il gusto semplice della vita.
Nel padiglione D3 è tutto pronto per accogliere gli spettatori e c’è da scommettere che anche quest’anno le aspettative non saranno deluse.

@paoladant

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