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«Il Manifesto di Ventotene? Molto citato, poco letto»

Di Emanuele Boffi
07 Luglio 2023
«Ha più a che fare con l'antifascismo che con l'Unione Europea. È un testo che non "fonda" alcunché, ma propone "un'ideologia di sostituzione"». Intervista a Gaetano Quagliariello
Angela Merkel, Francois Hollande e Matteo Renzi davanti alla tomba di Altiero Spinelli, Ventotene, 22 agosto 2016 (Ansa)
Angela Merkel, Francois Hollande e Matteo Renzi davanti alla tomba di Altiero Spinelli, Ventotene, 22 agosto 2016 (Ansa)

«Dovrebbero leggerlo, innanzitutto», dice Gaetano Quagliariello, presidente della Fondazione Magna Carta, professore di Storia contemporanea, già senatore e ministro, a proposito del Manifesto di Ventotene, tanto citato di recente, anche dalla segretaria del Pd Elly Schlein che si è recata sull'isola per rendere omaggio «ai padri dell’Europa che scelsero di rispondere alla guerra e all’odio con un’utopia».
"Utopia" è la parola giusta, dice Quagliariello, che invita a «inquadrare storicamente un testo che fu scritto nel 1941 da tre giovani che si trovavano al confino per la loro opposizione al fascismo». Se non si tiene conto dei contorni e del contesto storico in cui la vicenda si è svolta, «si rischiano interpretazioni completamente fuori luogo. Infatti il Manifesto ha molto più a che fare con l'antifascismo che con l'Unione Europea. È un testo che non "fonda" alcunché, ma propone "un'ideologia di sostituzione"».
Una via d'uscita
Cosa significa? «Lo ha spiegato lo stesso Spinelli in ...

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