
Manifestazione No Tav in Val di Susa (dove M5S e Pd continuano a “inciuciare”)
La Val di Susa, complice la manifestazione nazionale No Tav di sabato prossimo, assume una centralità politica che sottolinea, insieme e forse più di tanti altri indicatori, quanto sia delicata la contingenza che il nostro paese è chiamato ad affrontare.
Lo stop alla nuova Torino-Lione, che come abbiamo scritto è considerato da settori del Pd un’appetibile merce di scambio con i grillini, sta diventando un argomento di discussione (qualcuno potrebbe sottolineare con qualche azzardo di troppo) ben oltre gli ambiti degli storici oppositori al supertreno. Complice il risultato elettorale del Movimento 5 Stelle, che ha fatto della contrapposizione al Tav una bandiera (ed, infatti, la bandiera trenocrociata ha accompagnato ed accompagna tutte le uscite pubbliche dei seguaci di Grillo). Quanti tra i democratici pensano di uscire dall’impasse della governabilità all’insegna del “grillismo costola della sinistra”, con corollario di anatemi contro la Casta e apologie della decrescita, paiono ben disposti a sacrificare la “grande opera” in favore dell’avvicinamento ai pentastellati.
La fronda anti-Tav degli amministratori locali Pd, ora, torna utile alla bisogna. Sabato mattina, al convegno organizzato da Sandro Plano (Pd e No Tav, presidente della Comunità Montana), significativamente nelle ore della vigilia della marcia Susa-Bussoleno, parteciperà Laura Puppato. La responsabile del Forum Ambiente del partito e già candidata alle primarie dichiara ai giornali che «in un seminario, nei mesi scorsi, abbiamo analizzato i dati. Tra le varie direttrici ferroviarie, l’unica ad aver perso quote di trasporto merci dal 2004 ad oggi, è proprio quella tra Torino e Lione. Mi pare che qui si stia cercando di realizzare un’opera che non è prioritaria». Al convegno, che si terrà a Bussoleno, interverrà in videoconferenza anche il sindaco di Bari Michele Emiliano, il primo ad esprimere dubbi sulla centralità dell’opera e sostenitore della necessità di affidare l’incarico di formare il Governo ai grillini. Chissà cosa ne penserà il segretario Pier Luigi Bersani, premier in pectore, che poco meno di un anno fa aveva firmato un’introduzione entusiasta a Tav Sì, il libro di Stefano Esposito e Paolo Foietta in favore della Torino-Lione?
In contemporanea con la manifestazione, poi, c’è l’annunciata (e concessa, ma a turni di venti) visita dei parlamentari del Movimento di Grillo al cantiere della Maddalena a Chiomonte. Cui si aggiungeranno anche rappresentanti di Sel. Una visita che sta alimentando le polemiche. Il senatore Marco Sbibona (No Tav eletto nel M5S) contesta la decisione di scaglionare gli ingressi. «Le norme di sicurezza – risponde il direttore generale Marco Rettighieri – prevedono gruppi di 20 persone, accompagnate e con addosso i dispositivi di sicurezza». A tutto questo si somma l’annunciata presenza nel cantiere del deputato democrat Stefano Esposito, «per riafferma coerentemente e con convinzione il favore ad un’opera strategica».
La massiccia presenza partitica ed istituzionale, comunque, ha fatto sollevare qualche dubbio all’anima movimentista dei trenocrociati che non vuole farsi “colonizzare” dal Movimento 5 Stelle, votato da tanti No Tav ma di cui si temono le mire egemoniche.
Molta confusione sotto i cieli, e non solo in Val Susa.
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