“Famiglie italiane non mancate” è l’invito del presidente del WCF, Brian Brown, nel corso dell’intervista sui preparativi in vista del XIII Congresso mondiale delle Famiglie (World Congress of Families) che si svolgerà per la prima volta in Italia, a Verona, dal 29 al 31 marzo prossimo, dopo Chinisau e Budapest. L’evento organizzato da Pro Vita onlus, Generazione Famiglia, Citizengo e National organization for marriage, in collaborazione con l’Organizzazione internazionale per la famiglia (Iof) già conta numerosi Paesi partecipanti da tutto il mondo e una considerevole adesione dei rappresentanti delle istituzioni e di personalità di rilievo internazionale. Il tutto per ribadire ancora una volta la centralità della famiglia naturale nella società, tramite azioni concrete e condivise.
La famiglia è la cellula fondante della società, di cui spesso la politica trascura le esigenze primarie, che messaggio sente di rivolgere alle famiglie italiane in occasione di un evento che le vede al centro dell’attenzione mondiale?
Innanzitutto, sono certo che tutti i partecipanti rimarranno stupiti non solo dall’accoglienza della città ospitante ma soprattutto dalla straordinarietà dell’evento. Per questo esorto le famiglie italiane a partecipare numerose per lanciare insieme e con forza un messaggio importante, in un contesto dalla risonanza internazionale, al mondo della politica: quello di riprendere ad investire, sia in termini economici che educativi, sul bene più prezioso della società civile, la cui crescita e la cui unità determina lo stato di salute dell’intera società.
Al WCF saranno presenti diverse associazioni familiari. In che modo il ruolo dell’associazionismo può influenzare la politica?
Possiamo parlare di una sorta di “spinta dal basso” di cui le istituzioni oggi hanno bisogno per individuare meglio il percorso da compiere e la linea d’azione concreta da perseguire. Il Congresso mondiale delle famiglie è un’occasione preziosa per ribadire tutto questo ma anche per mostrare al mondo intero che, ormai da tempo, non siamo più solo una “maggioranza silenziosa” ma una comunità numerosa, attiva, pronta a scendere in campo per difendere ciò che ha di più caro.
Le associazioni organizzatrici dei Family Day si sono dette certe che “da Verona partirà la controrivoluzione del buonsenso e della ragione”. Ci spiega meglio il senso di questa affermazione?
Insieme all’irrinunciabile sostegno finanziario da fornire alle famiglie, oggi occorre un’opera di rigenerazione culturale ed educativa importante. Bisogna riparare i danni del relativismo imperante recuperando i valori essenziali e l’unità tra le persone di buona volontà, desiderose di impegnarsi in un’opera di recupero del retto uso della ragione. Ovviamente si tratta di un lavoro a lungo termine, tuttavia, l’evento che ci attende è un’occasione importante da cui far partire questo “vento nuovo”, in modo visibile. Per questo, oltre la fase congressuale, domenica si terrà una marcia per la famiglia che vuol essere un’importante testimonianza da lanciare all’Europa e al mondo affinché si decidano a perseguire veramente il “bene comune”. Dunque è indispensabile una partecipazione numerosa che, siamo certi le famiglie italiane non faranno mancare, dimostrando di saper far sentire forte la loro voce, per dare un segno chiaro e incontrovertibile di questa “inversione di rotta” già in corso.