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Papa Francesco avrebbe recentemente perso punti presso una parte dell’opinione pubblica occidentale a motivo di quella che è apparsa come la sua “equidistanza” nel conflitto che oppone Russia e Ucraina. Nella realtà il Papa ha usato più volte la parola “aggressione” (ai danni degli ucraini) parlando della guerra, e ha riconosciuto il diritto all’autodifesa da parte di Kiev. Tuttavia è finito sul banco degli imputati per avere affermato che della guerra in corso «siamo tutti colpevoli» e per avere affidato la croce a una donna russa e ad una ucraina, che l’hanno portata insieme, in occasione della Via Crucis da lui condotta il giorno del Venerdì Santo. Qui evidentemente siamo ben oltre l’equidistanza: Francesco ha messo sullo stesso piano aggressori e aggrediti, alleati degli aggressori e alleati degli aggrediti, ha accomunato nella colpevolezza e nel bisogno di redenzione gli uni e gli altri. E questo attira critiche feroci soprattutto da pa...
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