Magister: «I ministri cattolici non affronteranno questioni divisive»
«Il convegno di Todi del 17 ottobre in cui si sono riuniti quasi tutti gli esponenti dell’associazionismo cattolico è stata una fucina di ministri per questo governo Monti, ma non a tutti è stato riservato lo stesso trattamento». Sandro Magister, vaticanista e giornalista dell’Espresso, analizza a Radio Tempi il gruppo cattolico del nuovo governo. «La componente di area cattolica, Mario Monti compreso, è buona ma disomogenea al suo interno» afferma. «Tra i ministri credenti ci sono Lorenzo Ornaghi, sicuramente il più vicino alla Cei e alla linea del cardinale Camillo Ruini. Ornaghi aveva però ricevuto la proposta per il ruolo di ministro della Pubblica istruzione, mentre è finito ai Beni Culturali. Al contrario, Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio, che doveva andare ai Beni culturali, è ora ministro della Cooperazione internazionale e dell’integrazione. Dal ministero degli Esteri gli hanno ritagliato una delega quasi su misura».
Il vaticanista analizza anche la posizione di un terzo ministro, il professor Renato Balduzzi, giurista e docente dell’Università Cattolica, oggi ministro della Salute. «Fino al 2008 è stato per sei anni presidente del Meic, movimento ecclesiale di impegno culturale, quello dei laureati dell’Azione cattolica. Durante il caso Englaro, era più vicino alla posizione del padre della ragazza che non a quella di chi difendeva la vita della giovane. L’hanno messo in una posizione chiave del governo perché interpreta bene una certa linea implicita imposta ai cattolici di governo: il loro contributo è bene accetto a patto che si astengano dal mettere in campo le “questioni divisive”, che riguardano i principi non negoziabili riaffermati ripetutamente dal magistero della Chiesa, da Benedetto XVI e dal cardinale Bagnasco».
«Il giorno stesso in cui a Todi si riunirono gli esponenti dell’associazionismo cattolico – ricorda Magister – il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli firmò un editoriale in cui affermava (e lo stesso principio fu poi ribadito dal professor Adriano Prosperi dalle pagine di Repubblica), che i cattolici del governo Monti saranno chiamati a dar prova di essere “adulti”. Il messaggio tra le righe è evidente».
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