
Ma quello è sangue del mio sangue?
Perché due ore dopo, quando ho fatto le analisi a Imola avevo 48? E il valore dell’emoglobina era 16,5? Un valore che ha un rapporto perfetto con un ematocrito a 48? Quindi qualcosa di estraneo deve essere successo”. Così Marco Pantani ha sintetizzato quelle che il suo avvocato, Gaetano Insolera ha indicato come “stranezze” di questa vicenda che ha portato il corridore romagnolo ad essere allontanato da un Giro d’Italia ormai vinto. Insolera ha annunciato che “presenteremo all’autorità giudiziaria di Trento (che per mano del pm Bruno Giardina ha aperto un fascicolo di indagine su un’ipotesi di “truffa aggravata” ai danni di Pantani: indagine che sembra destinata a chiudersi rapidamente, ma che, si dice, potrebbe dar luogo ad altri sviluppi) una memoria che affronterà tutti gli aspetti della vicenda. Innanzitutto vogliamo sapere se è il sangue di Pantani quello esaminato. E solo l’esame del Dna potrebbe fugare ogni dubbio”. Vedremo cosa deciderà il pm Giardina che, nel frattempo, mercoledì 16, ha ascoltato il corridore romagnolo (nel momento in cui scriviamo non sappiamo che cosa sia emerso dalla deposizione). L’analisi consisterebbe nel confrontare il Dna di un campione di sangue prelevato durante il giro con un nuovo campione prelevato all’atleta in sede giudiziaria. L’obiettivo sarebbe verificare se l’aumento di globuli rossi sia una caratteristica presente nel sangue del Pirata o la conseguenza di una manipolazione dovuta all’aggiunta di un concentrato di globuli rossi appartenenti al sangue di un’altra persona. L’analisi, molto comune, non richiederebbe lunghe attese e potrebbe fornire una risposta entro una settimana dal prelievo.
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