
Più che l’uguaglianza poté il portafogli. Luminare della medicina inglese: giusto curare i giovani a scapito dei vecchi
Sono tempi di spending review per il Sistema sanitario inglese che, dovendo recuperare 20 miliardi in cinque anni, si vedrà tagliare progressivamente i fondi dal governo. E a farne le spese saranno gli anziani, se è vero che la proposta fatta mesi fa dal governo di razionalizzare la somministrazione dei medicinali più costosi, usandoli per curare i giovani a scapito dei più attempati, incontra persino il favore di luminari della medicina.
«BISOGNA ESSERE REALISTICI». Il professor Karol Sikora, uno dei più famosi specialisti inglesi nella cura dei tumori ed ex responsabile del World Health Organisation, ha dichiarato che è giusto e condivisibile negare cure ai pazienti in base alla loro età. «Non si può fare un taglio rigido ma bisogna essere realistici: estendere di tre mesi la vita di un novantenne è meno utile che estenderla a qualcuno che ha 30 o 40 anni. Bisogna avere senso delle proporzioni».
«GIUSTIFICARE LE SPESE». Gli inglesi più anziani non saranno contenti del nuovo approccio «realistico» del governo inglese, che, attraverso l’organismo che supervisiona l’approvvigionamento di medicinali e la qualità delle cure (Nice), ha avanzato l’ipotesi di distribuire i medicinali più costosi solo ai giovani.
Secondo Sikora, anche se sembra «un’eresia», è giunto il momento di bilanciare costi e benefici delle cure e «giustificare le spese». Alcuni trattamenti per il cancro, che pesano sulle casse dello Stato fino a 110 mila euro all’anno, secondo il luminare «non dovrebbero essere forniti allo stesso modo agli ottantenni come ai più giovani».
E L’UGUAGLIANZA? Le reazioni non si sono fatte attendere. Ciaran Devane, direttore esecutivo del Macmillan Cancer Support, ha risposto: «Negare cure per il cancro ai pazienti più anziani solo a motivo della loro età è una discriminazione inaccettabile. Noi abbiamo il dovere di trattare le persone come individui», valutando l’importanza delle cure per la salute dei pazienti, «non in base alla loro età».
Altre associazioni hanno richiamato la nozione di «uguaglianza», ricordando che «le decisioni su chi deve essere curato dovrebbero essere fatte solo in base alla necessità clinica e non in base all’età».
PROCESSO «INEVITABILE». I ragionamenti delle associazioni difficilmente faranno breccia nel cuore degli organismi governativi, che ricevono pressioni per far quadrare i conti. Un portavoce di Nice, infatti, ha dichiarato in modo categorico: «Prendere in considerazione il fattore età è inevitabile». Poi ha aggiunto che questo non sarà «l’unico criterio» ma nessuno sopra i 70 anni si è sentito rassicurato.
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2 commenti
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Concordo con quanto dice il mio omonimo, mi dissocio solo dall’uso dell’H in hai più giovani 🙂
In senso ironico ovviamente, se si tassa la finanza quanto il lavoro e se eliminiamo lo scandalo che la differenza di aliquota tra il ceto medio e i super ricchi è meno di dieci punti, le medicine si possono pagare a tutti.
Paradossalmente, per contenere la spesa sanitaria, è meglio non somministrare hai più giovani i farmaci più costosi. A pari gravità della malattia, è più probabile che il farmaco costoso venga somministrato per un periodo più lungo, ad un giovane di trentanni, che a un novantenne…………..A proposito di realismo, per contenere la spesa sanitaria, suggerirei agli organismi governativi inglesi, di ridurre drasticamente lo stipendio al dottor Karol Sikora !!!